Tragedia a Bologna: bimba muore a 4 anni, l’infermera assolta. “Mentì per salvarsi”
Tragedia a Bologna: bimba muore a 4 anni, l’infermera assolta. “Mentì per salvarsi”
Nella notte tra il 20 e il 21 ottobre 2020, un’ombra di tragedia si è abbattuta sull’ospedale Sant’Orsola di Bologna, dove una bambina di appena 4 anni ha perso la vita a causa di un’occlusione intestinale erroneamente scambiata per gastroenterite. Mentre quattro medici sono stati condannati per omicidio colposo, un’altra figura chiave nella vicenda, un’infermiera, è stata assolta nonostante le false dichiarazioni rese durante le indagini.
Il processo di primo grado nei confronti dell’infermiera si è concluso a novembre, e ora sono emerse le motivazioni della sentenza che ha sollevato diverse polemiche. Il giudice Valeria Bolici ha sottolineato che l’infermiera ha fornito false informazioni sia nella relazione sottoscritta il 21 ottobre 2020, sia durante le sommarie informazioni rese alla polizia giudiziaria. Tuttavia, la sua menzogna è stata giustificata dal giudice stesso, che ha affermato che l’infermiera agì per evitare un procedimento penale a proprio carico, ritenendo la situazione come una necessità dettata dalla paura per la propria incolumità.
La ricostruzione della tragedia rivela che l’infermiera aveva dichiarato che la bambina “appariva in atteggiamento giocoso“, una visione completamente distorta rispetto alla realtà. La piccola si trovava in uno stato comatoso, delirante e afflitta da dolori acuti, come ha successivamente testimoniato la madre. Il giudice ha sottolineato che queste dichiarazioni erano mirate a proteggere non solo i colleghi medici, responsabili dell’errata diagnosi, ma anche se stessa da possibili conseguenze penali.
Nonostante l’assoluzione, emergono nuovi dettagli sconvolgenti. L’infermiera era a conoscenza delle reali condizioni della bambina e dell’errore medico commesso. La piccola non era affatto in uno stato “giocoso”, ma versava in condizioni preoccupanti da oltre 24 ore, testimoniando la gravità della situazione ignorata dai professionisti. La madre, nel raccontare la tragica esperienza, ha offerto una ricostruzione “pienamente attendibile, intrinsecamente logica, coerente” con gli eventi che hanno portato alla morte della bambina.
Per il giudice, è chiaro “oltre ogni ragionevole dubbio” che l’infermiera, nel fornire una descrizione distorta delle condizioni della bambina, stesse cercando deliberatamente di ostacolare la ricostruzione delle responsabilità dei medici per l’omicidio colposo della piccola. In questo scenario doloroso, la verità sembra emergere a fatica, e la giustizia appare sfuggente nonostante gli sforzi per fare luce sulla tragedia che ha colpito la vita di una piccola innocente.