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Truffa immobiliare a Cava de’ Tirreni: famiglia raggirata per 73mila euro: 47enne condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione

Truffa immobiliare a Cava de’ Tirreni: famiglia raggirata per 73mila euro: 47enne condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione
Inganno nella compravendita di una casa popolare, una famiglia ingannata per 73mila euro. Questa è l’accusa rivolta a un individuo di 47 anni, ora condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione. Gli eventi, che si sono verificati tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, hanno avuto luogo a Cava de’ Tirreni. Il verdetto, come riporta “Il Mattino”, è stato pronunciato dal Giudice per l’Udienza Preliminare (Gup), il quale ha riconfigurato una serie di reati, dichiarando colpevole l’imputato anche per sostituzione di persona e per false dichiarazioni sull’identità. Il giudice ha ordinato la confisca della somma di denaro, che sarà rintracciata sui conti bancari o su altri rapporti finanziari a disposizione dell’imputato. La difesa dell’accusato è stata affidata all’avvocato Giovanna Ventre, mentre la parte lesa è stata rappresentata dall’avvocato Mario Secondino. Le ragioni della condanna saranno rese note entro 90 giorni. L’uomo aveva già restituito 5000 euro e si era impegnato in un piano di rimborso per restituire il resto dell’importo, affermando di non voler trattenere nulla per sé. Secondo l’inchiesta della Procura, basata sulla denuncia della famiglia di Cava, l’imputato avrebbe ingannato una donna anziana, facendole credere di partecipare alla procedura di vendita di un alloggio ex Ipab di proprietà del Comune di Cava. Presentandosi come avvocato, l’uomo ha persuaso la donna a emettere assegni circolari per un totale di 52mila euro, intestati al Comune, al fine di saldare il pagamento per l’acquisto della casa. Successivamente, sono stati effettuati ulteriori bonifici bancari a favore dell’imputato per coprire le spese necessarie all’acquisto. L’imputato ha mostrato alla vittima anche i documenti relativi a tre vaglia postali a favore del Comune di Cava e uno a favore di un altro soggetto, giustificando che questi servivano per “accreditare l’effettiva destinazione delle somme già ricevute all’espletamento del mandato”. Tuttavia, i titoli sono stati successivamente annullati di nascosto, con l’importo rimborsato dal 47enne. In realtà, la donna non sapeva che la proposta dell’imputato era stata respinta dal Comune, poiché incompatibile con il prezzo di base d’asta, fissato a circa 260mila euro, e con il regolamento comunale sulle alienazioni immobiliari. Inoltre, l’accusato è stato ritenuto responsabile di aver orchestrato una falsa transazione presso l’Ufficio Anagrafe, in presenza di un “presunto notaio”. Quando la vittima si è resa conto che non c’era stata alcuna aggiudicazione a suo favore, l’uomo ha organizzato incontri con un presunto architetto dell’ente, mai esistito, spiegando che il Comune aveva accettato una nuova proposta. Secondo il Gup, da qui è scaturita la truffa perpetrata ai danni della donna, riguardante la natura e la serietà dell’operazione, oltre che sull’effettivo acquisto dell’immobile. La misura cautelare applicata al 47enne lo scorso maggio è stata revocata.

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