Tunnel Minori-Maiori, la strada che divide e non unisce. Capire di CHE COSA si ha bisogno, prima del COME realizzarlo: San-giuliano adesso Aiutaci tu!
A Minori il primo consiglio comunale dell’anno è stato un flop, una partita iniziata e mai giocata. L’attesa delle elezioni comunali, un Referendum promesso e mai decollato, il consenso civico al flash mob NoTunnel e le risultanze delle indagini geognostiche ancora ignote, sono stati i motivi per rimandare ogni chiarimento ad un tavolo di confronto, ancora tutto da definire.
È evidente che si è voluto prendere tempo, che probabilmente più che di confronto si tratterà di rendere pubbliche le conclusioni post indagini geodiagnostiche, quindi non resta che sperare di non dover assistere ad un fragoroso Autogol per Minori.
Nel frattempo possiamo ripercorrere alcuni momenti dell’iter di questa vituperata opera “sotterranea”, svelata all’inizio come se fosse un’incerta possibilità, e dopo elargita a piccole dosi, come nella migliore tradizione omeopatica.
Come ben espresso però da una delle leggi di Murphy:
Ogni grande idea ha uno svantaggio uguale o superiore alla grandezza dell’idea.
Ma qual è la genesi dell’idea della galleria Minori-Maiori?
Nasce circa 30 anni fa, dal sindaco Angelo Amorino: un’idea dell’altro secolo, in cui diversa era la sensibilità ambientale sulla fragilità idrogeologica e sulla tutela delle caratteristiche del territorio, come diverso era il concetto di sostenibilità del turismo e della mobilità connessa, allora modulata su parametri oggi ampiamente superati.
Nel 2009 il sindaco Andrea Reale decide di formalizzare quell’ipotesi, approvando nel 2016 il (PUC), il Piano Urbanistico Comunale.
L’anno seguente uno studio, eseguito dai tecnici del comune, prova ad ipotizzare un tracciato di tunnel, che verrà successivamente rielaborato nel 2018, come possibile alternativa (2) nel Progetto Anas.
Un Progetto di Fattibilità Tecnico Economia (PFTE) e Relazione archeologica, “Realizzazione di variante in galleria in località Torre Mezzacapo tra Minori e Maiori“, che indica come obiettivo dell’operazione la creazione di un bypass della viabilità di superamento del promontorio, tra i due centri abitati, per consentire la riqualificazione urbana dell’attuale sede stradale della S.S.163, con la realizzazione di un percorso ciclo-pedonale, con due ipotesi alternative del tratto sotterraneo.
Nell’Alternativa (1) la strada del lungomare di Minori viene dotata di ampio marciapiede sul lato sinistro, grazie all’eliminazione del parcheggio in linea sul lato opposto. L’imbocco al tunnel oltre l’ultimo fabbricato, è perpendicolare alla parete rocciosa, con un notevole taglio del lungomare a causa della bretella di raccordo, in luogo dell’attuale campo da tennis. La tratta interrata di circa 410m sbocca, in perpendicolare alla parete rocciosa, presso il convento “San Francesco” di Maiori, riconnettendosi a quella esistente.
L’Alternativa (2) si basa sul tracciato ipotizzato dal Comune di Minori con alcune ottimizzazioni. Il primo tratto segue quello attuale e dopo la curva entra in galleria con imbocco parietale, con la tratta sotterranea di 425m che sbocca obliquamente di fianco all’ingresso della Grotta dell’Annunziata di Maiori, per ridiscendere sulla strada esistente. Si rileva che la Grotta è un’eccezione che va ad interferire nell’Alternativa 2 con un grado di criticità archeologica elevato, essendo attigua all’apertura della grotta.
Non si evidenziano particolari criticità in riferimento alle ipotesi progettuali, ma si precisa che l’impossibilità di raggiungere molte delle aree interessate, e la presenza di fenomeni carsici, non esclude il rischio di interferenze con presenze archeologiche ad oggi non note.
La lettura del progetto è inequivocabile: l’alternativa 1 è molto sfavorevole al lungomare ed al centro antico di Minori, e l’alternativa 2 risulta sfavorevole a Maiori, per l’alto rischio a cui si sottopone la grotta, che risulta anche svalorizzata.
La passeggiata pedonale, il cosiddetto “balcone panoramico“, quello che ripagherebbe dai tanti “disagi” del Tunnel, nel progetto Anas viene poco descritto, se non per la rimozione di una parte del pacchetto stradale, necessario alle nuove piantumazioni, chiarendo però che non si potrà interdire completamente la viabilità carrabile.
Si fa riferimento infatti ad una particolare norma sulle intersezioni stradali delle gallerie, che seppur ostativa al transito delle auto, non impedirebbe il transito carrabile ai residenti delle proprietà adiacenti al tratto stesso, ed ai veicoli di pronto intervento e di manutenzione.
A conti fatti quindi, si tratta di perfezionare una soluzione ibrida per rendere funzionale un viale carrabile a senso unico, avente anche funzione di pista ciclabile, arricchito da una gradevole schermatura green e da un percorso pedonale ben pavimentato ed arredato con sedute.
Fin’ora il sindaco è rimasto come sempre ambiguamente sul vago, ha parlato di alternative progettuali, ma mai dell’esame comparato di un’Alternativa (3) senza il tunnel, inspiegabilmente e consapevolmente ignorata, nonostante molto meno onerosa, più armonizzata ai luoghi, decisamente più gradita alle comunità e meno azzardata rispetto alle criticità idrogeologiche ed archeologiche inprevedibili nel tempo. Minori ha infatti un territorio ricco d’acqua quindi, nella migliore delle ipotesi, sono da mettere in conto costanti oneri di manutenzione straordinaria a carico della collettività, e quanto costerà effettivamente questo tunnel, forse ancora non è stato effettivamente valutato.
Eppure lo spirito con il quale il legislatore ha inteso normare l’Appalto Integrato, è proprio quello di vagliare tutte le alternative possibili, prima di procedere alla fase esecutiva vera e propria, di rispettare le esigenze espresse dall’utenza, e di incaricare un professionista idoneo ad eseguire tutte le valutazioni, però non solo nella seconda fase, quella sul COME, ma già nella prima fase delle linee guida, quella sul CHE COSA.
Nello schema dell’iter tuttavia, il Progetto Anas, si potrebbe inserire più che correttamente, se non altro perché molto utile, proprio ad escludere ciò che conviene NON FARE: il Tunnel.
Questa non sarebbe una conclusione da annoverare nel solco di quel “NOismo” culturale di tendenza, perché dire di “NO” non è per niente scontato da queste parti!
È un territorio in cui i problemi sono difficili da risolvere e le proposte molto rare, quindi quando arrivano, vengono accolte con entusiasmo, mentre boicottare un’opera pubblica è un “inedito”, quando se ne dimostra la validità.
Non volere questo tunnel, non è nemmeno un atto di ambientalismo estremo, ma semplicemente un diritto dei cittadini di operare una scelta di buon senso, ben consapevoli che il settore del turismo può migliorare solo se si realizzano opere pubbliche in grado di rispettare l’ambiente nella sua globalità, intesa non solo come paesaggio ma come tradizione di un lento “buon vivere”.
Le ragioni del NoTunnel sono molteplici, tanto da non riuscire nemmeno ad elencarle tutte in un solo articolo, perché come in una fiction, gli episodi sembrano non trovare mai fine.