Tunnel: “Rispetto”, Ragioni del “No”, Referendum, Aggiornamento “PFTE”.
Kazuto Kuetani è lo scultore giapponese, autore di una scultura, installata a Minori in occasione del “Minori Japan Festival” nel 1991.
Su sua indicazione fu posta sul lungomare con lo sfondo dell’orizzonte, per finire nel tempo sull’incrocio tra la Statale 163 e Via Gerardo Amato, ingabbiata in mezzo alla marea di auto, quelle in sosta ed il flusso costante verso Torre Paradiso, ma ciò rende ancor di più la forza del messaggio insito nel suo titolo, “Rispetto“: due monoliti marmorei che si fronteggiano, un invito alla riflessione in questo “fermo” di attesa dell’esito delle indagini geodiagnostiche, che decideranno il futuro assetto del prezioso lungomare di Minori, e forse la realizzazione di un tunnel di 450metri di lunghezza, con un cantiere che farà compagnia sicuramente molto a lungo.
Un’opera molto avversata, un ecomostro che seppur capace di liberare un tratto di strada costiera dalle auto, risulterebbe molto impattante per un borgo tanto piccolo, con un tessuto urbano attraversato costantemente da motoveicoli di passaggio.
Ecomostro è un termine d’uso del nostro lessico, coniato da Legambiente proprio per la Costiera Amalfitana, per quel suo “Hotel Fuenti“, che invase la costa vietrese e che, dopo una lunga battaglia fu demolito nel 1999.
Ma un tunnel che non produce cubatura, si può considerare un ecomostro?
In effetti si tratta di un vuoto artificiale dalla presenza ingombrante, e dalla forza distruttrice, non solo per la montagna ma anche per l’assenza di relazioni.
Uno spazio vuoto da attraversare solo a bordo, senza fermarsi, e sbucati sul lungomare minorese, un’assenza di opzioni di sosta per almeno qualche chilometro, se non quella del blocco nella prevedibile coda di traffico su Torre Paradiso.
L’inedito e lungo rettilineo sotterraneo, suscita timori ampiamente condivisi, ed i suoi potenziali effetti dannosi, si palesano nell’immaginario collettivo anche a causa dell’aumento costante di incidenti a cui si assiste sulla statale costiera, proporzionale al boom del turismo dell’ultimo decennio.
Altra grande riserva, da parte degli ambientalisti, è la natura del sottosuolo, mutevole nel tempo: i Monti Lattari, sono un’imponente struttura calcarea ricoperta da vegetazione, la cui morfologia aspra è incisa da torrenti e boschi, forme carsiche nelle quali l’acqua penetra nelle fratture della roccia, e con un’azione erosiva le allarga progressivamente, formando grotte e cavità, anche di notevoli dimensioni, molte delle quali ancora inesplorate.
Vero è che i tunnel sotterranei sono infrastrutture poco vulnerabili alle problematiche sismiche, però lo sono alle infiltrazioni d’acqua, aspetto per nulla rassicurante, alla luce dei “misteriosi” allagamenti a seguito dei sondaggi effettuati in località Torre a Minori, e sul lato Maiori, dalla scoperta dell’esistenza di un laghetto d’acqua dolce in un’ampia caverna, che avvalora ulteriormente una vulnerabilità, la cui evoluzione appare poco prevedibile.
È molto complesso quindi, il quadro sul quale lo staff di esperti paesaggisti dell’architetto Ferreira, è chiamato ad aggiornare il Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica (PFTE).
Esso costituisce elaborato principe dell’Appalto Integrato, una formula di affidamento congiunto, di progettazione e realizzazione delle opere pubbliche finanziate dal PNRR.
Questa tipologia di appalto prevede una prima fase, che individua tutte le soluzioni alternative possibili, il miglior rapporto tra costi e benefici per la collettività, le specifiche esigenze da soddisfare tra quelle espresse dall’utenza, quelle prestazionali, i vincoli archeologici, ambientali e paesaggistici e quant’altro risulti dalla situazione, ed in base a tutto ciò viene elaborato il PFTE.
Lasciano ben sperare le parole del sindaco Reale nell’ultimo consiglio comunale, che i progetti delle nuove soluzioni dovranno rispettare obbligatoriamente le “400 pagine di prescrizioni della Commissione paesaggistica, della Soprintendenza e del Ministero sulla sicurezza e, sul rischio per Minori di perdere gran parte dell’attuale lungomare“.
Visto che si è spostato l’obbiettivo perseguito, dall’agevolazione del traffico veicolare a quella della “passeggiata pedonale panoramica”, adesso la cittadinanza aspetta di vedere anche una soluzione progettuale senza tunnel.
Come è stato proposto a suo tempo dai consiglieri Cioffi e Parascandalo, il Referendum Comunale potrebbe costituire un’attestazione, ben più significativa di quella del flash mob, sul fatto che i cittadini non ritiene affatto il tunnel un’esigenza, e ciò ben oltre le “paure” generate dal rischio idrogeologico.
Un dato sostanziale quindi, da offrire al RUP ed all’architetto paesaggista incaricato della redazione del nuovo PFTE.
Il Referendum, seppur limitato alla sola comunità di Minori, sarebbe un test più che sufficiente, dato che si tratta di quella parte di utenti, che di fatto dal tunnel trarrebbe non solo i maggiori benefici ma soprattutto i peggiori danni possibili.
Per quanti fossero interessati alle iniziative inerenti il tema, il 5 febbraio, è nata la pagina Facebook NOT – Notunnel tra Minori e Maiori