Ormai lo sanno tutti, compreso le forze di polizia locali e quelle istituzionali, ma nessuno muove un dito. Stiamo parlando della marea di B&B che svolgono attività di ricezione turistica a Castellammare di Stabia. Sono allocati sulle piattaforme del web che procurano i clienti provenienti da tutto il mondo, ma non sono autorizzati dal comune e non versano sia la tassa di soggiorno che quella sulle persone fisiche (IRPEF). Inoltre, fanno schizzare alle stelle i prezzi dei fitti tradizionali per la penuria di case. Per rendersi conto del fenomeno basta fare una ricerca sulle piattaforme più famose del tipo “Booking”, “Trivago”, “Airbnb”. Sono oltre 500 tra B&B, Case Vacanza, appartamenti e affittacamere a Castellammare di Stabia e sono ormai diventati un caso nazionale. Praticamente, il doppio di quelle strutture extralberghiere registrate presso il Suap e presso la regione Campania. Un mondo economico e commerciale sommerso che ha avuto il suo boom alla fine della pandemia quando molti stabiesi resisi conto della crescita dei flussi turistici nel territorio pensarono di investire i propri risparmi nell’attività extralberghiera. E così, si è materializzato il fenomeno delle strutture extralberghiere che a partire dal 2021 e poi proseguita nel 2022 e nel 2023, ha toccato quota 500 alla fine dello scorso anno. In totale sono 211 le strutture legali, delle quali 54 affittacamere, 72 B&B, 71 case vacanza, 14 locazioni brevi. Il resto, circa 300, sono abusivi. Oggi però è in netto regresso, il flusso turistico a Castellammare di Stabia è in netta diminuzione e molte attività stanno chiudendo i battenti. Un fenomeno inverso che però dovrebbe favorire il ritorno sul mercato delle case da utilizzare per gli affitti tradizionali.
Castellammare di Stabia: il caso dei 500 B&B (legali e abusivi) e la penuria di case per fitti tradizionali
4 marzo 2024 | 09:42