Castellammare: oggi riapre al pubblico il Museo Archeologico Libero D’Orsi alla Reggia di Quisisana
Il Museo Archeologico Libero d’Orsi di Stabia riapre al pubblico oggi, mercoledì 6 marzo, dopo i lavori di ampliamento e ristrutturazione realizzati nell’ambito del Grande Progetto Pompei. Visitatori potranno rifare Un viaggio a ritroso nel tempo per scoprire la vita nelle lussuose ville in cui i Romani si rifocillavano corpo e anima tra panorami mozzafiato sul Golfo di Napoli. Durante il quale si scoprono le fiorenti attività delle ville rustiche, antenate delle moderne fattorie che costellavano l’area tra il Vesuvio e il mare. Oppure si ripercorre la rinascita di un’antica città sepolta dalla lava che, a differenza di Ercolano e Pompei, ha ripreso vita subito dopo la fatidica eruzione del ’79.
Uno spazio espositivo raddoppiato, più di 500 reperti, un deposito visitabile e un percorso moderno e attraente attendono l’apertura al pubblico del museo nella Reggia di Quisisana, il più antico sito borbonico risalente a sette secoli fa. Gabriel Zuktriegel, Direttore del Parco Archeologico di Pompei, spiega che “il Museo Archeologico di Stavia è più di un museo che espone una serie di opere di pregio che evidenziano i valori storici e culturali del territorio staviano, è un vero e proprio polo culturale e di ricerca di respiro internazionale”.
Tante le novità che i visitatori potranno scoprire, dai reperti appena restaurati alle installazioni multimediali pensate per rivivere la storia del sito e dei suoi scavi. In mostra anche 125 reperti recentemente sequestrati dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli e restituiti al Parco Archeologico di Pompei.
Gli ambienti, accessibili al pubblico sono stati concepiti dall’architetto Lorenzo Greppi come ambienti multifunzionali, pensati sia per l’attività lavorativa che per la fruizione del pubblico. Si tratta di spazi destinati alla conservazione e alla ricerca, offrendo postazioni di lavoro flessibili ideali per la consultazione, lo studio e l’esame dei reperti. Gli ambienti sono dotati di scaffalature, cassettiere e rastrelliere porta-affreschi, oltre a un laboratorio specializzato per il pronto intervento nel restauro. Inoltre, sono presenti schermi touch screen per la consultazione digitale dei reperti, offrendo un’esperienza interattiva e innovativa ai visitatori.
La mostra presenta dipinti murali, marmi, ornamenti, bronzi e ceramiche della vita quotidiana di Stabiae e dintorni che originariamente adornavano lussuosi triclini (sale da pranzo) e cubicola (camere da letto), ma anche raffinati complessi termali.
Grazie a un accordo con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, gli oggetti portati alla luce durante gli scavi effettuati da Libero Dorsi negli anni Cinquanta e quelli scoperti durante la dinastia borbonica sono esposti per la prima volta insieme e tornano a Stabia dopo 250 anni.
Anche la decorazione della villa marittima sulle colline di Varano è da non perdere. “Hai tratto un’apertura nella camera da letto, spalancando un panorama sul Golfo di Stabia”, scriveva Cicerone all’amico Marco Mario. Il paesaggio di Ischia, Capri, della penisola sorrentina, di Capo Miseno e delle verdi montagne circostanti, riportato allo stato originario da una moderna proiezione multimediale, fa da sfondo alle antiche stanze così restaurate, agli arredi del portico e dei giardini, ai ritratti dei maestri e ai preziosi bassorilievi.
A differenza di Pompei ed Ercolano, Stabiae rinacque dopo l’eruzione del 79 d.C.. A determinare la sua salvezza fu la sua posizione al centro della rete viaria dell’epoca, simboleggiata dalla biga con cavalli ritrovata alle pendici di Villa Arianna. I reperti rinvenuti nei sotterranei della cattedrale di Castellammare di Stabia, risalenti al II e III secolo, raccontano la storia della sua rinascita, insieme a un’installazione interattiva.