Dalla penisola sorrentina le palme di confetti inviate a Papa Francesco ed ai senzatetto

18 marzo 2024 | 19:31
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Dalla penisola sorrentina le palme di confetti inviate a Papa Francesco ed ai senzatetto

Come per gli anni prima del Covid dalla Penisola Sorrentina verranno inviate a Papa Francesco le tradizionali palme di confetti, un’idea realizzata e promossa dalla scrittrice Anna Maria Gargiulo Le Scuole I.C. Pulcarelli Torca di Sant’Agata Diretta dalla Preside Patrizia Verde e l’istituto I.C. Ferrari di Castellammare di Stabia diretto dalla Preside Giovanna Izzo con gli studenti, i docenti e le famiglie degli alunni hanno confezionato delle palme a forma di margherita utilizzando i confetti gialli e bianchi (i colori del Vaticano) e posizionando al centro l’effige di Papa Francesco. Una parte delle margherite saranno inviate al Santo Padre per i senza tetto del Vaticano ed una parte saranno inviate al Vescovo Ciro Fanelli che le regalerà agli ospiti di una casa albergo per anziani soli di Melfi.
Sabato 23 marzo 2024 le palme saranno anche consegnate dalle studentesse della scuola Ferrari OSS agli ospiti dell’ospedale “Santa Maria della Misericordia di Sorrento” alla presenza del Direttore Elvira Giaquinto. Ai i malati ospedalieri con la palma sarà regalato un rosario di legno e una confezione di dolci pasquali prodotti dal Bar Romano di Meta.
L’antica tradizione delle palme di confetti in penisola ripropone una leggenda che spazia tra il sacro e il profano legata alla Terra delle Sirene. I confetti sarebbero stati il dono di una saracena, approdata durante l’assedio turco, ad un pescatore di Sorrento per aver avuto salva la vita. Quel giorno del XVI secolo si festeggiava la Domenica delle Palme. I sorrentini si preparavano a recarsi in chiesa per la benedizione dell’ulivo quando risuonò l’allarme delle campane per l’ennesima invasione dei saraceni. Il prete, già rivestito dei paramenti sacri, uscì sul sagrato con l’aspersorio invitando non solo le donne, ma anche gli uomini, per la benedizione delle palme. Tutti entrarono in chiesa, tranne un giovane pescatore il quale si recò sulla spiaggia di Marina Grande, quasi attirato da un misterioso richiamo. Mentre il prete benediceva i ramoscelli d’ulivo scoppiò una tempesta che fece affondare tutte le navi dei saraceni. Si salvò soltanto una giovane schiava che, trascinata sulla spiaggia dalle onde, venne soccorsa dal giovane pescatore che la condusse in chiesa ed annunciò il miracolo dell’affondamento delle navi saracene. Si verificò, a questo punto, un secondo miracolo. La fanciulla, gettatasi a terra, gridò piangendo di voler diventare cristiana per ringraziare Dio d’averla salvata dalla morte e dalla schiavitù. Al prete, che le assicurava che avrebbe esaudito il sua desiderio, la schiava offrì l’unico bene in suo possesso: da un sacchetto legato al collo lasciò una manciata di confetti portati dalla sua terra.