Galleria Minori – Maiori. Alcune riflessioni „a tempo perso“…. Giuseppe Civale
Sembra proprio che il progetto sia in via di realizzazione nonostante l’inutilitá e la rischiosità già tante volte segnalate (stabilità versanti, deturpamento ambientale, trivellazioni e relativa propagazione di sussulti in roccia). Tale convinzione trova conferma in considerazione della rallentata divulgazione di dati fotorealistici probabilmente già disponibili e delle scarne informazioni, ad esempio sui recenti risultati degli speleologi.
Malgrado sia convinto che per motivi sempre più oscuri il tunnel avrà inizio, visto che la speranza è sempre l’ultima a morire, cerco ancora di riservarmi con questo mio intervento uno spiraglio di ottimismo. Confesso che la creazione della passeggiata panoramica pedonalizzata tra Maiori e Minori in Costiera amalfitana e il presunto affratellamento a livello comunale che ne deriverebbe esercitano su di me un certo fascino. Ma è anche lecito chiedersi a quale prezzo. Per ogni alternativa di soluzione si ricorre di solito ad un’analisi di tipo qualitativo, nella quale si fa una comparazione tra gli aspetti positivi e quelli negativi. Direi solo che al confronto con l’obbrobrio che si intende realizzare tra i due mali sceglierei quello minore. Vi sono alternative? Altro che!! Azzardo un elenco, compilato in ordine decrescente relativamente ai costi, ma sicuramente raccomandabile relativamente alla funzionalità, all’efficienza, al dinamismo di una società futuristica:
1) Soluzione “Cinque Terre”. Non mi dilungo sui dettagli, che dovrebbero essere ben noti anche ai meno addetti.
2) Aree Park-Ride (parcheggi multipiano possibilmente sotterranei) in zone opportunamente individuate dal punto di vista strategico-logistico, necessariamente adiacenti al tratto autostradale, organizzando servizi navetta con bus a misura costiera, rispettivamente per il trasporto di persone o merci.
3) Tecnica “a sbalzo” con il ricorso a cordoli e banchettoni; tecnica già serenamente adottata per alcuni tratti costieri in barba alle raccapriccianti grida di dolore dei cosiddetti ambientalisti.
4) Realizzazione di un sentiero/passeggio ricavato direttamente sulla scogliera.
A questo punto sono certo che i piagnistei e le lamentazioni degli ambientalisti, cosiddetti “verdi”, rischierebbero persino di infrangere per intensità il muro del suono.
5) Semplice allargamento del tratto più critico in località “Castello” con tecnica a sbalzo.
Non intendo annoiare ulteriormente il paziente lettore per cui preferisco concludere ed attendere in pace l’imminente processione dei nostri “battenti”.
Giuseppe Civale