Gruppo dei genitori su Whatsapp: detonatore di problemi che aumentano i conflitti nelle scuole
Il fenomeno delle chat tra genitori relativamente alla scuola, in particolare su piattaforme come WhatsApp, è diventato una realtà quotidiana per molte famiglie. I dirigenti scolastici lanciano l’allarme: “Sono diventati un detonatore di problemi che aumentano i conflitti nelle scuole”.
Il diritto penale è chiaro nel definire le conseguenze di comportamenti offensivi o minacciosi nelle chat, ma bisogna considerare anche l’impatto psicologico e sociale di tali comportamenti, che possono causare sofferenza e danni reali alle persone coinvolte.
Per affrontare efficacemente questa situazione, è necessario ripristinare i ruoli, basando la chat del gruppo scuola su rispetto reciproco e collaborazione, in cui ci sia autorevolezza ed educazione, non autoritarismo.
Ci sono genitori che decidono di tenere le chat silenziate o addirittura di abbandonarle del tutto, spinti dalla necessità di preservare la propria tranquillità e il proprio tempo. Queste chat spesso iniziano come strumenti utili per la comunicazione tra genitori di classe, ma presto si trasformano in un flusso incessante di messaggi che riguardano argomenti a volte futili o ripetitivi, invece di affrontare in modo oggettivo i problemi reali.
Le chat di gruppo della classe, da luoghi virtuali di confronto, si trasformano in luoghi di tensione e portano a divisioni tra i genitori; dovrebbero essere solo uno strumento utile per la comunicazione, in cui il moderatore non deve prendere iniziative personali ma ha il compito di equilibrare il tempo e lo spazio di tutti i partecipanti, evitando di cadere in eccessi che possono generare stress e tensioni.
Il gruppo classe WhatsApp, da strumento per facilitare la comunicazione e favorire lo scambio di informazioni, si trasforma in una sorta di arena digitale dove i conflitti e i malumori vengono esasperati.
Le discussioni, che iniziano come innocui scambi di opinioni, possono rapidamente trasformarsi in litigi pesanti, alimentati dalla speranza o dalla pretesa dei genitori di avere la verità assoluta.
Le “fazioni” che si formano portano a un clima di sfiducia e ostilità che danneggia il processo educativo nel suo complesso. A ciò si è aggiunto il nuovo strumento del sondaggio, che offre un modo semplice per porre domande e ricevere risposte e feedback in tempo reale, ma diventa un’arma a doppio taglio: le ragioni della minoranza non vengono considerate e la decisione non è della classe, ma del gruppo in quel momento più forte.
È importante riflettere su come utilizzare in modo responsabile gli strumenti digitali e ricordare che l’educazione dei nostri figli è una responsabilità che ciascun genitore si assume soggettivamente. La comunicazione aperta e rispettosa è essenziale per affrontare le sfide educative e promuovere il benessere degli studenti, nel pieno rispetto delle scelte individuali.