“In costiera non ci sono più pescatori e artisti”. Il Maestro Sandulli racconta la sua” Praiano
“In costiera sono spariti i pescatori e gli artisti”. Il maestro Paolo Sandulli ricorda il suo arrivo a Praiano negli anni Sessanta. “Conobbi Praiano grazie ai miei genitori che mi portarono in vacanza in costiera nel ‘64. Da allora non l’ho più lasciata”. Originario di Avellino, il Maestro Sandulli oggi che ha 74 anni si sente prainese a tutti gli effetti. “Per oltre 33 anni ho esposto le mie opere – racconta – presso la Torre Asciola. Una location unica e suggestiva che ha accompagnato gran parte del mio percorso artistico”. Sculture, ritratti, quadri, terracotta e tecniche antiche per quella che Sandulli definisce “un’arte di memoria”. Proprio a proposito delle tradizioni l’artista va fiero della tecnica di ingobbio. Si tratta di una tecnica di copertura e decorazione per terracotta e ceramica. Una sua scultura del 2001 raffigura quattro pescatori di Praiano che giocano a tressette. “Sono i volti reali, un po’ caricaturali, di personaggi del posto”. Sandulli ripercorre gli anni passati. “Qui vanno sempre più scomparendo i pescatori. Alla Praia quando sono arrivato occupavano circa il novanta per cento. Adesso si contano sulle dita di una mano. Anche gli artisti, soprattutto quelli stranieri, fanno sempre più fatica a “insediarsi” in costiera. Dove purtroppo manca un museo del paesaggio, un museo d’arte. Alcuni importanti comuni sono finanche sprovvisti di librerie. Questo la dice lunga sullo scarso interesse alla lettura”.
A metà anni Sessanta a Praiano c’erano non più di tre alberghi e altrettanti ristoranti. “Ricordo ancora che c’era un locale che si chiamava a Voce ‘e notte”. Poi il ricordo di due intimi amico che definisce “pionieri” e lungimiranti apripista. “Come dimenticare Luca Milano e il suo Pirata. In un primo momento Luca adibì una casa borbonica a struttura ricettiva che accoglieva i cacciatori. Poi lo trasformo’ in albergo e lo chiamo’ Maratona. In onore alle Olimpiadi romane che videro la fiaccola passare per la costiera amalfitana”. Successivamente Luca Milano ebbe l’intuizione de l’Africana. “All’inizio era un ristorante sul mare che richiamava sul posto tanti turisti da tutto il mondo. Poi una artista Svizzera gli diede l’idea di realizzare una sala da ballo”. Che fece il boom “fino a quando” ci fu un ricambio generazionale con il travoltismo e i giovanissimi con la birra in mano”. Sandulli ricorda un altro suo amico storico, Carlino Cinque. “Fu il visionario che getto’ le basi per il San Pietro. E fece conoscere i pomodori della costiera agli americani che impazzirono. Eppure sembrava un disegno folle. Sia lui che Luca erano persone semplici, ma argute e lungimiranti”. Fu proprio Luca Milano a consegnare a Paolo Sandulli le chiavi di Torre Asciola.
L’arte di Sandulli dunque parte dal passato, dalle radici e dai ricordi degli amici e dai racconti dei pescatori. “Nel mio immaginario – conclude il Maestro – i pescatori erano persone chiuse, un po’ selvagge. Invece ne ho apprezzato conoscendone molti l’ironia, l’ottimismo e il senso di libertà”.