L’agrume “di mondo” celebra i 150 anni dell’Impressionismo: in viaggio “Le Citron” di Manet nelle stanze di Villa Medici a Roma.
Il Limone, un frutto dal carattere positivo e solare, testimonial d’eccellenza della nostra Costa d’Amalfi. Già nella civiltà latina si parla di citrus, parola che si riferiva a tutte le specie, come cedro, limone, arancio e limetta, tuttavia è già negli anni ‘50 che dagli scavi di Pompei, sepolta nel 79 d.C., ne viene rinvenuta traccia nella Casa del Frutteto. Negli affreschi si vede chiaramente un albero che cresce rigoglioso e carico di frutti simili a quelli del limone.
La distinzione tra cedro e limone risale però al 1367, quando si prende in prestito il termine di origine araba “limunczellus“. La fortuna di questo agrume avviene nel Medioevo, quando si scoprono le proprietà della vitamina C, la cui carenza era una delle cause dello scorbuto, la malattia dei marinai. Questa patologia era molto diffusa tra gli amalfitani, popolo famoso di navigatori, al punto che nell’XI secolo, la Repubblica di Amalfi decretò ufficialmente che a bordo delle navi mercantili, non dovesse mai mancare questo frutto.
La richiesta crebbe a tal punto che ci si adoperò al recupero dei suoli scoscesi ed impervi per la coltivazione dei preziosissimi agrumi. Nascono così i famosi e caratteristici terrazzamenti amalfitani di limoneti, nei secoli definiti “giardini dei limoni”, per la loro cura e bellezza mozzafiato.
Il Limone, agrume iconico del paesaggio mediterraneo, sarà il protagonista del programma primaverile di Villa Medici a Roma, grazie all’eccezionale prestito del Musée d’Orsay, del quadro “Le Citron” di Édouard Manet, dipinto nel 1880, che sarà esposto per nelle camere storiche del cardinale Ferdinando de’ Medici, come momento clou della visita guidata alla Villa, da primo marzo.
Gli agrumi sono i protagonisti del giardino mediterraneo di questa residenza, acquistata da Ferdinando de’ Medici nel 1576. Nella tenuta, i giardinieri accudivano aranci, limoni, melangoli e cedri, secondo il gusto in voga a quell’epoca, come anche veniva attuato sempre a Roma, nel giardino di agrumi rari di Villa Farnesina, preservato dall’Accademia dei Lincei.
Venivano coltivati con grande cura per preservarne dimensioni e gusto, rifornendo quotidianamente la tavola del cardinale, mentre fiori e scorze venivano canditi, marinati o trasformati in oli profumati e distillati nella fonderia del palazzo. Il cedro detto “mala medica” veniva coltivato per le sue virtù farmacologiche, per alleviare la febbre o come antidoto contro i veleni.
I preziosi agrumi sono rievocati ai visitatori di Villa Medici a partire dalla volta affrescata della Stanza degli uccelli, lo studio privato del Cardinale, all’interno di un Padiglione decorato da Jacopo Zucchi e riscoperto nel 1985. L’affresco della volta raffigura un immenso pergolato di agrumi, popolato da una moltitudine di volatili e di animali, vera enciclopedia della fauna e della flora dell’epoca.
Tre secoli dopo dall’agrumeto di Ferdinando de’ Medici a Roma, ritroviamo a Parigi la stessa passione per gli agrumi con Édouard Manet (1832-1883) ed il suo dipinto “Le Citron”.
L’artista dipinge questo quadro, dalle dimensioni modeste (14 x 22 cm), nel quale un limone troneggia solitario catturando totalmente lo sguardo. Alla stregua di un vero e proprio ritratto, isola il frutto dai toni gialli su un sobrio piattino in ceramica nera, esaltandone gli elementi fondamentali: il colore acceso, la grana della buccia, la sua emblematica semplicità. Manet lo realizzò pochi anni prima della sua morte nel 1880, in un periodo in cui amava inviare come cadeau, piccoli quadri di nature morte.
Quest’anno il Ministero della Cultura francese e il Musée d’Orsay celebra i 150 anni dell’Impressionismo.
Monet, Degas, Pissaro, Renoir, Cézanne, Morisot ed altri artisti, a Parigi nel 1874 furono infatti i protagonisti della prima mostra impressionista della storia, in cui rifiutando le norme e le tradizioni del loro tempo, presentarono il loro innovativo movimento artistico.
La mostra “Inventer l’impressionnisme“, ripercorre oggi quella storia, negli oltre 30 musei dove sarà possibile scoprire circa 180 opere. Le Citron di Manet, in particolare, sarà il protagonista della mostra a Villa Medici, a Roma dal 1° marzo al 19 maggio 2024, ricucendo il legame dell’artista francese a quella della passione per gli agrumi della famiglia de’ Medici.
La presenza preziosa di questo “Limone” a Villa Medici, sarà anche occasione per una residenza letteraria: la scrittrice e filosofa francese Vinciane Despret, ad aprile è chiamata a farsi ispirare da questo frutto.
Un laboratorio di ricerca sul “Potere degli agrumi”, sarà organizzato dal dipartimento di storia dell’arte di Villa Medici, e nel corso dell’anno si approfondirà tutta la storia di quest’opera, le implicazioni culturali, artistiche e culinarie, dato che l’Accademia, è dal 2022 che promuove anche una residenza d’artista per cuochi.
A proposito dell’Accademia diFrancia a Roma – Villa Medici: fondata nel 1666 da Luigi XIV è un’istituzione francese che dal 1803 ha sede presso Villa Medici, una villa del XVI secolo circondata da un parco di 7 ettari che sorge sul Monte Pincio, nel cuore di Roma.
Ente pubblico nazionale dipendente dal Ministero della Cultura, l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici adempie oggi a tre missioni complementari: accogliere artisti, creatori, storici e storici dell’arte di alto livello in residenza per soggiorni lunghi – della durata di un anno –, o più brevi; realizzare una programmazione culturale e artistica che integri tutti i campi delle arti e della creazione e che si rivolga a un vasto pubblico; conservare, restaurare, studiare e far conoscere al pubblico il suo patrimonio architettonico e paesaggistico e le sue collezioni.
Direttore dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici è Sam Stourdzé.