Museo Libero D’Orsi raggiungibile con navetta Artebus: ecco orari, percorsi e info.
Introdotta anche la fermata della Reggia di Quisisana dove è possibile visitare il museo archeologico Liber D’Orsi. Ci riferiamo alla navetta Pompei Artebus che collega le due zone archeologiche. Un percorso di visita che per quanto riguarda il museo stabiese ha visto un ampliamento considerevole dell’offerta museale, rivisitata con l’introduzione delle nuove tecnologie, di apparati multimediali e didattici. Offerta museale che per la prima volta unisce gli apparati decorativi delle ville marittime rinvenute sulla collina di Varano durante gli scavi di età borbonica e quelli riportati alla luce da Libero D’Orsi negli anni ’50. Pertanto, per la prima volta è possibile visitare il museo stabiese per contesti di provenienza. Ecco l’offerta completa predisposta del Museo Libero D’Orsi che ora è raggiungibile gratis con la navetta. Di seguito ci sono gli orari e tutte le informazioni utili.
IL PERCORSO MULTIMEDIALE
I 6 dispositivi multimediali lungo il percorso raccontano, attraverso modalità immersive e partecipative, le forti relazioni tra la città antica e quella contemporanea.
Si racconta di un sito archeologico straordinario, l’antica Stabiae, due volte distrutta e due volte rinata. Conquistata e devastata nel corso della Guerra Sociale dalle truppe di Silla, come punizione per essere passata dalla parte dei ribelli italici, riprende vita come pagus di Nocera e diventa sede di importanti e prestigiose ville marittime, dotate di meravigliosi e lussuosi apparati decorativi.
Successivamente verrà distrutta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. alla stregua di Pompei ed Ercolano, ma a differenza di queste ultime rinasce già nel 90 d.C. come riporta il poeta Stazio. Stabiae era sede di una statio della flotta misenate e continuerà ad esserlo anche in età post eruzione, come ci dimostrano i reperti rinvenuti sotto la Cattedrale di Castellammare di Stabia.
Nella prima sala un plastico multimediale entra in relazione con i reperti esposti, raccontando in un lungo arco temporale le trasformazioni del territorio – compreso tra Ercolano, il Vesuvio, Pompei fino a Sorrento sul versante napoletano e Nocera e i Monti Lattari su quello salernitano; e i due diversi momenti di scoperta della città antica di Stabia, la prima in età borbonica (negli anni in cui furono scoperte Pompei ed Ercolano); la seconda ad opera del Preside Libero D’Orsi, negli anni ‘50.
Quest’ultimo momento, in particolare, viene ripercorso attraverso un diario multimediale con la voce, le foto e gli appunti del Preside D’Orsi. Un libro cartaceo multimediale che i visitatori possono sfogliare virtualmente per scoprire tutti i particolari che hanno fatto la storia e la fortuna degli scavi. Per la realizzazione di questa installazione è stato importante il contributo del Comitato scavi di Stabia, che conserva il prezioso patrimonio documentale di Libero D’Orsi.
LE RELAZIONI CON IL TERRITORIO
Il nuovo concept del museo è fortemente orientato a mettere in risalto le connessioni che l’antica Stabiae seppe creare con le risorse del suo ager (territorio) circostante, corrispondente oggi ai comuni di S. Antonio Abate, Santa Maria La Carità, Gragnano, Casola, Pimonte. Un ricco e variegato territorio che, in epoca romana, fu connotato dall’impianto di interessanti complessi residenziali e produttivi nel rispetto della vocazione di ciascun fondo agricolo. Contesti poco conosciuti dalla comunità che il Museo intende valorizzare e raccontare nella sua specificità.
Un’ampia sezione è dedicata ai ritrovamenti provenienti da questi complessi, dotati di apparati di importante impegno architettonico e decorativo, dalle stanze di soggiorno, ai triclini e ai cubicula (stanze da letto) fino ad arrivare ai raffinati complessi termali.
Il progetto scientifico è stato curato dal Direttore Generale Gabriel Zuchtriegel e da Maria Rispoli, Direttrice del Museo Archeologico di Stabia Libero D’Orsi.
Hanno contribuito alla realizzazione dei contenuti, studiosi del territorio, allievi della SSM – Scuola Superiore Meridionale e ricercatori dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli.
La nuova sezione è completamente dedicata al paesaggio visto come determinante per la costruzione del rapporto tra natura e ambiente costruito.
Gli allestimenti evocano le grandi sale affacciate sul Vesuvio e sul golfo stabiano che rappresentano ancora oggi quinte sceniche proiettate sul mare.
Nel museo il paesaggio che era godibile in età pre 79 d.C. è stato riscostruito fedelmente sul fondo della sala, spogliandolo di tutte le costruzioni contemporanee, e riproponendolo in una proiezione dinamica che cambia nell’arco delle 24 ore della giornata.
La proiezione diventa la quinta prospettica agli arredi rinvenuti nei peristili e nei giardini delle ville di Varano. Su di essi si affacciavano gli ambienti dedicati al soggiorno e al riposo diurno, all’otium e alla lettura, alla convivialità e all’ospitalità che mantenevano perennemente lo sguardo proiettato sul panorama: Ischia e Capo Miseno, Capri e la penisola sorrentina ma anche le alte e verdi montagne di cui Simmaco elogia la qualità e la salubrità del latte prodotto dagli armenti che qui pascolavano.
Alle pareti le numerose figure di offerenti, i ritratti dei proprietari di casa, le figure femminili e maschili colte in atteggiamento pensieroso e languido. I volti sono visti nella loro intimità, assorti e pensanti, profondamente in simbiosi con il contesto.
Campeggiano sulle pareti delle sale le parole di Cicerone, che scrive una lettera all’amico Marco Mario: «Non ho dubbi in proposito: hai tratto un’apertura nella tua camera da letto e ti sei spalancato un panorama sul golfo di Stabia […]»
Il ritrovamento del carro interamente conservato con i suoi cavalli, lungo le rampe di Villa Arianna, è testimonianza di una viabilità interna tra il pianoro di Varano e il mare ma è anche segno di una strage, quella dell’eruzione pliniana, che ha distrutto e sepolto l’antica città. Ma a differenza di Pompei ed Ercolano, Stabiae rinasce.
Scomparsa Pompei, Stabiae rappresentava l’unico sbocco per Nocera. Le sue vie, quella per terra e quella mare, l’hanno salvata dall’oblio.
La rinascita è raccontata mediante un’installazione multimediale interattiva e dai reperti ricevuti in prestito dal Museo Diocesano sorrentino stabiese, che conserva ed espone i reperti rinvenuti sotto il Duomo di Castellammare di Stabia, che risalgono al II e al III d.C.
I DEPOSITI ARCHEOLOGICI DI STABIA-REGGIA DI QUISISANA
I depositi, che saranno visitabili e aperti alla pubblica fruizione, sono stati ideati e progettati non solo come luoghi deputati alla conservazione di un patrimonio archeologico sconosciuto ai non addetti ai lavori, ma anche come spazi dedicati alla conoscenza e alla condivisione, aperti al pubblico e alle professionalità più diverse per lo studio e per il lavoro.
Tutti gli ambienti sono stati progettati per essere fruibili al pubblico, suddivisi in spazi perennemente accessibili e per aperture occasionali: l’obiettivo è di accompagnare il visitatore in un inedito “dietro le quinte”, nel cuore pulsante di un lungo processo conoscitivo e scientifico che va dallo scavo del reperto fino alla sua musealizzazione.
È stato avviato un importante progetto di digitalizzazione di tutta la collezione dei reperti stabiani, il cui progetto è curato da Maria Rispoli e da Alberto Bruni.
I primi dati saranno sin da subito fruibili mediante postazioni multimediali collocate nelle sale dei depositi. Essi saranno a disposizione di visitatori e di studiosi che potranno consultare i database secondo livelli di fruizione diversificata.
CENTRO DI FORMAZIONE E LABORATORIO DI DIGITALIZZAZIONE 3D DELLA REGGIA DI QUISISANA
All’interno della Reggia di Quisisana è stato realizzato un centro di formazione avanzato, grazie al progetto “ISIDE – Percorso formativo condiviso e federato per la Safety&Security dei luoghi della cultura del MiC della Regione Campania”, finanziato con risorse del “PON Legalità” 2014-2020 del Ministero dell’interno.
Grazie a tale progetto è stato possibile realizzare delle aule multimediali appositamente attrezzate con dotazioni tecnologiche estremamente avanzate, inclusi visori 3D per esperienze di formazione immersiva.
All’interno di tali aule, unitamente a quelle realizzate negli altri luoghi della cultura della Regione Campania, è stata già avviata un’attività di formazione (con lezioni sia in diretta, erogate dai docenti presenti in una delle aule, sia in differita, grazie ad una piattaforma didattica appositamente realizzata che può essere utilizzata dai partecipanti all’interno delle aule o da remoto, da qualunque tipo di postazione) riguardante gli aspetti della sicurezza, intesa sia come Safety che come Security, e della tutela del patrimonio al fine di aumentare le competenze e le conoscenze di tutto il personale del MiC della Regione Campania.
Il progetto è strettamente connesso con un analogo progetto della Regione Calabria, grazie alla visione federata alla base della loro realizzazione.
Le aule, attrezzature, infrastrutture potranno essere inoltre utilizzate per altre iniziative e progetti di formazione, al fine di garantire la giusta diffusione e disseminazione culturale in tutti i settori di interesse del MiC (e non solo), potendo operare in sinergia con università e altri istituti/enti nazionali e internazionali.
All’interno degli spazi è stato anche realizzato in collaborazione con la Scuola Superiore Meridionale un apposito laboratorio per la digitalizzazione 3D dei reperti e degli oggetti artistici, attrezzato con apparecchiature e dispositivi all’avanguardia dal punto di vista tecnologico.
INFO per la VISITA
Biglietto Museo 8€ – Riduzioni e gratuità come da normativa
o con Biglietto Pompeii 3 days valido per tutti i siti della Grande Pompei
o con abbonamento My Pompeiicard
Apertura Museo:
Dal 1 novembre al 31 marzo: tutti i giorni dalle 9,00 alle 17,00 (ultimo ingresso ore 16,00)
– Chiusura: il martedì
Dal 1 aprile al 31 ottobre: tutti i giorni dalle 9,00 alle 19,00 (ultimo ingresso ore 18,00) Chiusura: il martedì
Il Museo è parte della Grande Pompei, il grande parco diffuso di cui fanno parte le aree archeologiche di Pompei, Boscoreale, Oplontis e Stabia e tutto il territorio circostante.
I siti della Grande Pompei sono collegati con il servizio navetta Pompeii Artebus Info e orari: www.pompeiisites.org
Gli orari possono subire variazioni a causa del traffico
*(Pick up di ritorno: partenza senza passeggeri per rientro. Si ricorda che l’ultimo accesso alle ville di Stabia e alla Reggia di Quisisana è alle ore 16:00)
ORARIO ESTIVO (Orari dal 1 aprile al 31 ottobre)
POMPEI | 09.10 | 11.10 | Pausa | 14.10 | 16.10 | 18.10 (**pick-up ritorno) |
Stazione Via Nocera (circumvesuviana) | 09.40 | 11.40 | 14.40 | 16.40 | 18.40 | |
SAN MARCO | 09.50 | 11.50 | 14.50 | 16.50 | 18.50 | |
ARIANNA | 10.00 | 12.00 | 15.00 | 17.00 | 19.00 | |
Reggia di QUISISANA | 10.15 | 12.15 | 15.15 | 17.15 | 19.15 | |
Stazione Via Nocera (circumvesuviana) | 10.35 | 12.35 | 15.35 | 17.35 | 19.35 | |
POMPEI | 11.05 | 13.05 | 16.05 | 18.05 | 20.05 |
Gli orari possono subire variazioni a causa del traffico
**(Pick up di ritorno: partenza senza passeggeri per rientro. Si ricorda che l’ultimo accesso alle ville di Stabia e alla Reggia di Quisisana è alle ore 18:00)
Il servizio è gratuito per i visitatori del Parco.