Porto di Napoli. Sulla morte del marittimo Gaspare Davì la Procura indaga per omicidio colposo

Per la morte del marittimo trapanese di 45 anni Gaspare Davì la Procura di Napoli indaga per omicidio colposo, l’uomo che lavorava in GNV dal 2007 lascia moglie e due figli. Stava per rientrare a casa è avrebbe trascorso le festività pasquali in famiglia.
Sabato sera un manovra agli ultimi imbarchi nello scalo partenopeo prima di prendere il largo verso Palermo si è rivelata fatale per l’uomo. Gaspare è morto sul colpo investito dal semirimorchio in manovra nel garage della Gnv Antares, un traghetto ormeggiato nel porto di Napoli e pronto a partire per Palermo. L’impatto fatale alle 19.55 di sabato sera, una ventina di minuti prima dell’orario di partenza del traghetto diretto a Palermo. I passeggeri, circa 300, erano già tutti a bordo mentre le ralle, stavano caricando gli ultimi semirimorchi. Sulla banchina ne erano rimasti quattro in attesa di essere caricati. Quello coinvolto nell’incidente era destinato al ponte 2. Una volta agganciato, l’autista aveva imboccato la rampa di accesso in retromarcia per posizionarlo alla paratia di dritta già pronto per essere riagganciato prima dello sbarco a Palermo. Una volta posizionato i marittimi addetti al garage avrebbero dovuto  provvedere al rizzaggio del mezzo assicurandolo alle paratie e quindi allo sgancio dalla motrice.In questa fase che qualcosa è andato storto: Gaspare Davì è stato investito ed rimasto schiacciato.
Va i i soccorsi, l’uomo è morto sul colpo. I sanitari hanno potuto solo constatarne la morte. Sul posto per i rilievi gli uomini della Capitaneria di Porto di Napoli e il pm Mario Canale della Sesta sezione Lavoro del Tribunale di Napoli, coordinata dal procuratore aggiunto Simona Di Monte. L’indagine è per omicidio colposo. Per ora, in attesa della ricostruzione dell’esatta dinamica dell’incidente è stato iscritto nel registro degli indagati l’autista della motrice, un operaio addetto al carico del Terminal Grandi Navi Veloci (Gnv) di Napoli. Fondamentali le registrazioni delle telecamere di bordo subito messe a disposizione del magistrato. Gli uomini dell’ammiraglio Pietro Vella, stanno cercando di stabilire l’esatta dinamica dell’accaduto. Sembrerebbe che Davì stesse posizionando un cavalletto per agganciare il semirimorchio quando è stato investito dal mezzo. Non si sarebbe reso conto del convoglio che arrivava in retromarcia su per la rampa di accesso al garage di ponte due. Molto probabilmente era girato di spalle.

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