Prima domenica di Marzo 2024 ad ingresso gratuito nei musei: a Minori in Costiera Amalfitana il 3 marzo si potrà visitare la Villa Marittima Romana? ⛲

Nuovo appuntamento di #domenicalmuseo, iniziativa del Ministero della Cultura, che consente l’ingresso gratuito ogni prima domenica del mese, nei musei e nei parchi archeologici statali, un incentivo, per trascorrere qualche ora in luoghi “speciali” della cultura. Il luogo speciale scelto in Costiera Amalfitana è l’Antiquarium ed Area archeologica della Villa Romana nel borgo di Minori.

Generico marzo 2024

L’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., preceduta qualche secolo prima da un forte sisma, modificò la morfologia territoriale anche della Costiera Amalfitana, con il notevole avanzamento della linea di costa. La dorsale dei Monti Lattari si ricoprì di materiale piroclastico, e l’acclività dei suoi versanti portò al progressivo scivolamento verso valle, che ha seppellito i piedi del costone sotto decine di metri di fanghi e detriti, e questo successe anche nell’area della Villa Romana di Minori.

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Le prime testimonianze certe di frequentazione dell’area risalgono ad epoca romana, quando i patrizi della Roma Imperiale scoprirono la vocazione turistica della Costa d’Amalfi. Lo testimoniano i resti della villa marittima di Minori, vero e proprio status symbol del rango più agiato, prerogativa di personaggi ricchi ed appartenenti alla classe senatoria romana, i quali la scelsero quale luogo privilegiato per trascorrere lunghi periodi di riposo lontano dalle grandi città di Pompei, Nuceria e della stessa Roma.

Rappresenta un esempio di architettura residenziale di lusso, e fu edificata nei primi anni del I secolo d.C. ed usata fino al VII secolo d.C., prima di essere quasi del tutto cancellata da nuove costruzioni che vennero gradatamente realizzate sopra ed intorno. Con la crisi della società romana, venne abbandonata e sommersa dal materiale alluvionale portato a valle dalle piene del fiume Reginna, e lentamente se ne perse il ricordo.

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Le ville marittime si caratterizzavano per avere strutture sul mare, spesso anche porti, peschiere o altre strutture marittime, in stretto rapporto con il paesaggio attraverso triclini, belvederi, portici e passeggiate e finestre, che esaltavano gli assi visivi. Si trattava di residenze dotate di biblioteche, terme, palestre, piscine e ninfei ornati di mosaici, affreschi e sculture.

Le prime notizie del ritrovamento della villa romana di Minori si trovano nei “Documenti e Atti della Commissione Archeologica della Provincia di Principato Citeriore” (1873-74). In età moderna è negli anni ’30 che gli archeologi la riscoprirono grazie ad un crollo di una casa privata in cui vennero alla luce alcuni ambienti. In seguito all’alluvione del 1954, che sconvolse l’intera costiera amalfitana, si scoprirono nuovi ambienti, proprio durante i lavori per la costruzione di edifici moderni.

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Emerse una struttura a due piani, con una monumentale apertura verso il mare, che doveva essere l’unica via di accesso al complesso, dal momento che la strada statale che percorre la Costiera amalfitana non esisteva e l’unica via terrestre di accesso era il Valico di Chiunzi, difficilmente percorribile.

Si estendeva quasi nell’intera valle su di un’area di circa 2.500mq, ed essendo la linea di costa molto arretrata, il mare giungeva fino all’ingresso della villa, che aveva approdo diretto dal mare.

Luogo di otium per gli aristocratici romani, il sito di Minori è uno degli esempi meglio conservati di “villa marittima” dell’area tirrenica. Edificata nei primi anni del I secolo d.C., rimase in vita, anche se con diverse funzioni, fino al VII secolo d.C. Il suo impianto si sviluppava fino al mare, sfruttando il pendio della vallata fino al fianco della collina ad ovest e a destra del torrente Reginna Minor, e si distribuiva su due o più piani, attorno a un suggestivo ambiente centrale coperto da volte a botte, il triclinio-ninfeo.

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Sono oggi visibili gli ambienti delle terme, gli ambienti di servizio e di rappresentanza, ornati di stucchi e resti di affreschi, parte dell’ampio viridarium (giardino) circondato da portici e la natatio (piscina). Le ricche decorazioni pittoriche del triportico e degli ambienti interni, consentono di collocare l’impianto originario della villa nell’età giulio-claudia.

Il suo grande valore tuttavia, non la sta salvando dall’incuria, in cui purtroppo continua a versare, in un’attesa infinita di restauri “indifferibili” mai realizzati.

L’azione degli agenti atmosferici ed il personale non adeguato alle necessarie attività di cura, stanno determinando una situazione di forte degrado, che si estende anche a tutta l’area circostante, nonostante essa costituisca potenzialmente un fulcro di attrazione e socializzazione per la comunità locale oltre che per il turismo culturale.

Eppure non si comprende come ciò sia ancora possibile, alla luce del finanziamento di quasi 5milioni di euro risalente al 2019, e delle ulteriori successive opportunità di finanziamento a cui si sarebbe potuto accedere.

Tutto invece è rimasto completamente fermo, a dispetto delle rassicurazioni periodiche della Soprintendenza di Salerno e della Direzione  Regionale dei Musei della Campania.

Ancora una volta si rileva amaramente ciò che recita una delle celebri Leggi di Murphy, quella sulle burocrazie: Se qualcosa può andar male, lo farà in triplice copia.

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