Alluvioni e frane “Ecco perché la penisola è a rischio”, il parere del prof. Antonio Santo

7 aprile 2024 | 11:56
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Alluvioni e frane “Ecco perché la penisola è a rischio”, il parere del prof. Antonio Santo

Alluvioni e frane “Ecco perché la penisola è a rischio”, il parere del prof. Antonio Santo. L’intervento a margine della giornata di Studi tenuta presso la biblioteca comunale di Amalfi. Ecco il parere dell’esperto.

Crolli di roccia, alluvionamenti, frane da colata di fango. L’uomo è colpevole di dimenticare, di perdere la memoria storica di questi fenomeni e di ricostruire in zone dove, purtroppo, questi fenomeni possono ripetersi. Oggi, per fortuna, non si costruisce più in zone a rischio, ma bisogna sempre tenere l’attenzione altissima.

Non ha dubbi il professor Antonio Santo quando si riportano alla mente frane e alluvioni che hanno interessato la Costiera Amalfitana. Gli interventi, in casi di tragedie, vanno pianificati prima attraverso una comunicazione tempestiva con la cittadinanza e adeguati piani di evacuazione in quei pochi giorni all’anno particolarmente piovosi. Ne ha discusso ai microfoni di PositanoNews il professore dell’Università Federico II di Napoli Antonio Santo.

Alluvioni e frane “Ecco perché la penisola è a rischio”, il parere del prof. Antonio Santo

Le differenze tra la penisola sorrentina e la Costiera Amalfitana sono di natura geologica“, spiega il professor Santo. Se, infatti, terrazzamenti, pendenze e uso del suolo combaciano, c’è da tenere in conto altri fattori che differenziano le due realtà. “La penisola sorrentina è ancora più fragile perché è ricoperta da depositi vulcanici dello spessore di pochi decimetri che quando si inibiscono d’acqua e appesantiscono possono innestare delle colate che possono dar luogo anche a frane di portata devastante“.

La politica può fare di più? La risposta è certamente sì, ma diverse operazioni sono state già messe in campo. “I piani di protezione civile ci permettono di capire bene quali sono le zone a rischio. Alcuni interventi importanti sono stati fatti ma altri ancora andranno fatti e controllati. C’è un cambiamento, lento, e sono ottimista”, chiosa il prof. Antonio Santo.