Luigi Vicinanza rompe gli indugi e si apre alla città, “sono pronto a candidarmi”

2 aprile 2024 | 23:05
Share0
Luigi Vicinanza rompe gli indugi e si apre alla città, “sono pronto a candidarmi”

L’ex direttore de “L’Espresso”, Luigi Vicinanza, rompe gli indugi e si apre alla città. La sua lettera aperta annuncia la disponibilità a candidarsi a sindaco per il centro sinistra alle prossime elezioni comunali a Castellammare di Stabia. Un appello alla società civile e ai partiti ad avere coraggio perché secondo lui Castellammare “non è una città di provincia come tante altre, è una città-mondo” dove è possibile trovare tante contraddizioni ma anche tante potenzialità non sempre espresse. Ed allora da appuntamento a tutti a metà mese per presentare eventualmente il suo programma elettorale, con i suoi potenziali elettori che sperano anche una coalizione a guida del Partito Democratico in grado di battere la destra.

ECCO IL TESTO COMPLETO DELLA LETTERA APERTA ALLA CITTÀ

“Castellammare merita rispetto, amore e dedizione. Da parte di tutti. Devono rispettarla e amarla per primi i suoi abitanti, cittadini di una città bella e sfortunata. Ma innanzitutto devono tornare a mostrarle il giusto rispetto coloro i quali hanno assistito inermi o complici al suo lento declino. Fino alla vergogna di due anni fa, con lo scioglimento per camorra dell’amministrazione comunale retta da un sindaco di centrodestra. Non era mai accaduto prima nella pur tormentata storia stabiese. Non è stato commissariato solo il Municipio. Da quel 24 febbraio 2022 è come se fosse stata commissariata tutta l’attività politica della città. Una sospensione della democrazia. Un fatto enorme. A cui bisogna dare una risposta straordinaria. Con coraggio.
Castellammare non è una città di provincia come tante altre. È una città-mondo. Un modello di contraddizioni e di potenzialità. Ha sempre rappresentato un’eccezione, un punto di riferimento nella mappa geopolitica di Napoli e della Campania. Storicamente ha anticipato fenomeni che dopo, solo dopo, si sono verificati anche in altre parti d’Italia. Ė sempre stato, nel bene e nel male, un laboratorio sociale, economico, culturale, politico. Lo è tuttora. Nei prossimi mesi sono previsti ingenti investimenti pubblici, sia con il PNRR, sia con l’intervento della Regione Campania. Castellammare deve poter svolgere una funzione centrale nelle scelte economiche, produttive, culturali in sinergia con Città metropolitana di Napoli e Regione: serve una filiera istituzionale al servizio della città. Adesso, però, con la destra-destra al governo del Paese, con l’autonomia regionale differenziata imposta da Salvini e Calderoli, con il secessionismo egoista della Lega nordista, si prepara un periodo ancora più buio per il Mezzogiorno d’Italia. Castellammare non può restare a guardare. Non è nella sua natura.
Le prossime elezioni comunali dell’8-9 giugno – in coincidenza con il voto per il Parlamento europeo – sono uno snodo fondamentale per delineare il presente e il futuro della nostra comunità. A questo appuntamento si arriva in affanno, è vero. Ma c’è ancora modo per recuperare il tempo perduto se si prova a ragionare tutti insieme in funzione del bene comune.
In queste settimane ho sempre osservato un rispettoso silenzio, sebbene il mio nome sia apparso sui giornali e nelle dichiarazioni pubbliche di esponenti della vita politica stabiese e napoletana. Il segretario provinciale del PD Giuseppe Annunziata mi ha chiesto la disponibilità ad aiutare il centrosinistra a comporre un’ampia coalizione e a valutare la possibilità di guidarla alle prossime elezioni cittadine. Lo ringrazio. Sento tutto il peso di questa responsabilità. Una responsabilità ancor più pesante se penso come Castellammare abbia sempre espresso personalità di rilievo. Affronto con umiltà questa esperienza. Non sono quel che viene definito un politico di professione. Non ho tessere di partito in tasca. Non sono legato a lobby o gruppi di potere. Nella mia esperienza professionale – da cronista prima, poi da direttore di giornali per circa tre decenni in giro per l’Italia – la politica a tutti i livelli l’ho analizzata, raccontata, disvelata all’opinione pubblica. Nel suo lato oscuro e nelle sue manifestazioni migliori. Non sono un populista. Rispetto la dialettica tra le forze politiche e al loro stesso interno. Ho la consapevolezza tuttavia che partiti e movimenti politici debbano riconquistare giorno dopo giorno la fiducia dell’elettorato. Va creata la speranza.
Mi metto a disposizione della mia città, dalla quale sono emigrato per il mio lavoro; dalla quale però non sono mai andato via. Un legame antico mi lega alle vicende cittadine. Qui ci sono le mie radici, i miei affetti. Nutro verso Castellammare un senso profondo di gratitudine: se tanti anni fa ho potuto intraprendere la professione di giornalista (senza avere santi protettori), ciò è avvenuto perché questa città ha avuto e ha ancora la forza di creare opportunità di crescita professionale, culturale, sociale, sportiva per chi sa impegnarsi.
Non è un caso dunque se, proprio in vista delle elezioni comunali, sia accaduto a Castellammare qualcosa fuori dagli schemi dei soliti riti: 100 esponenti delle professioni e dei mestieri, rappresentanti del ceto medio produttivo, intellettuali, hanno sottoscritto un documento in cui chiedono una svolta, un cambiamento, un nuovo rapporto tra cittadini e responsabili della cosa pubblica. Intorno a questo progetto ho registrato passione ed entusiasmo. Rappresentanti di forze politiche, di esperienze civiche, di associazioni e gruppi sociali, singoli cittadini si sono dichiarati disponibili a costruire insieme un percorso di riscatto sociale e culturale. Un progetto che tenga unita tutta l’area del centrosinistra. Un sogno? Un’illusione? Io credo che sia possibile se competenze ed esperienze del passato si uniscano nel sostenere l’ansia di rinnovamento. Con i sottoscrittori dell’appello dei 100 e con tutti coloro che sentono il bisogno di confrontarsi liberamente è in programma a metà mese un incontro pubblico per delineare gli obiettivi del cambiamento. Si tratta dunque di costruire una visione collettiva, basata sull’apertura, l’inclusione, il confronto delle forze sane della città. Una battaglia ideale di libertà contro il ricatto della camorra.
Occorre essere politicamente generosi. Sarebbe un errore imperdonabile dividersi, come purtroppo già è accaduto negli anni scorsi. Un regalo inaspettato a una destra arrogante e anti-meridionalista. Castellammare non lo merita. Castellammare merita rispetto, amore, dedizione, generosità.