Il vecchio adagio “ Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi” etichetta la vacanza di Pasqua come un appagamento di un desiderio soggettivo, un’azione che non ha un obiettivo specifico o limiti oggettivi, se non quelli di soddisfare un bisogno intimo di piacere. Mare, monti, monumenti, estero, Italia, sembrerebbe quasi che una meta vale l’altra; ma è proprio cosi? Per la nostra beneamata Costiera Amalfitana come è andata questo anno?
Senza avere la pretesa di un’analisi rigorosa e scientifica anche per la mancanza di dati ufficiali ed oggettivi, provo a fare il punto a caldo della settimana appena trascorsa:
Non credo proprio che quella passata sarà ricordata come una grande Pasqua; da quello che si è visto, sentito e letto, possiamo dire che è stata una Pasqua di bassa quantità e qualità. Alberghi, ristoranti e bar, sono rimasti ben lungi dal “tutto esaurito”, sembrerebbe che i B&B hanno segnato qualche punto in più rispetto alle altre strutture ricettive e turistiche.
Il traffico, che da sempre è stato il metro immediato dell’andamento turistico nel periodo, non ha segnato i collassi storici ai quali eravamo abituati neppure a Pasquetta; letto così il dato, verrebbe da gioire e trarre conclusioni positive, ma credo che il fenomeno sia solo la cartina al tornasole di una Pasqua poco gratificante.
A leggere i dati di altre aree turistiche della Campania quali Pompei e Napoli, si direbbe che la Costiera Amalfitana è in controtendenza; dobbiamo preoccuparci?
Premesso che la mancanza di una rete sistemica di raccolta dati e informazioni, rende arduo qualsiasi studio e analisi, in specie per quanto riguarda i B&B che sembrano sfuggire a qualsiasi tipo di controllo e censimento, ritengo che ci siano molti campanelli di allarme che dovrebbero far riflettere chiunque ha a cuore la Costiera e segnatamente quanti preposti alla gestione di strutture e infrastrutture turistiche, Istituzioni in testa.
Sono alcuni anni che la Costiera Amalfitana ha aggiunto alla cronica mancanza di una politica di sviluppo territoriale sinergica e univoca, il vuoto di eventi e programmi di rilievo internazionale e di grande richiamo. Ritengo che negli ultimi anni la Costiera non ha alimentato quell’immaginario collettivo mondiale che ci ha portato all’etichetta di “DIVINA” e che ci vedeva come un territorio che alle bellezze naturali, sommava grande eventi culturali, presenze illustri di grossi personaggi, luogo di raffinatezza ed eleganza, monumenti perfettamente tenuti e fruibili, etc. etc. Per dircela tutta è un bel po’ che l’immagine che la Costiera proietta nel mondo è quella di un territorio dove i problemi e le negatività sono quasi la quotidianità: traffico, ingorghi, caos, caroprezzi, malasanità, incidenti, frane, opere e investimenti che spaccano l’opinione pubblica, una litigiosità politica micro e macro, opere abbandonate a se stesse, programmazione last minute e rabberciata. Insomma un quadro molto cupo che si stende sulle nostre teste come una fuliggine che smorza la DIVINA. Finanche le poche positività che abbiamo registrato, quali ad esempio il nuovo piano di sviluppo turistico locale avviato dal Comune di Amalfi, o la grande filmografia attirata ad Atrani, non sono state risparmiate dal vortice negativo che tutto deve trascinare verso il basso.
Lo so, a questo punto qualcuno starà pensando: eccolo di nuovo, il nostalgico pessimista! Mi permetto, ovviamente, di dissentire, e lo faccio spiegando il perché: io sono ottimista e profondamente innamorato della nostra terra, ma per essere ottimisti bisogna conoscere la strada da intraprendere e gli obiettivi da perseguire, io conosco entrambi, e con umiltà e fiducia li indico; se c’è di meglio e/o di diverso, basta dirlo confidando nell’umiltà e nell’intelligenza di chi ci ascolta.
Non è una Pasqua sotto tono che ci deve preoccupare, preoccupiamoci di invertire tendenze pericolose, e riprendiamo la strada che punta alla DIVINA.
Ringraziamo Secondo Amalfitano ex sindaco di Ravello e direttore di Villa Rufolo per l’intervento