
Nato da umili origini nella Piccardia rurale, Gauthier si distinse per il suo intelletto, ottenendo la cattedra di filosofia retorica a Parigi. Attratto dalla vita monastica, divenne monaco benedettino a Rebais, vicino alla capitale.
Nel 1066, il giovane monaco, appena trentenne, fu scelto come abate di una nuova comunità a Pontoise, ricevendo la croce abbaziale direttamente dal re Filippo I. Tuttavia, l’animo ribelle di Gauthier si scontrò presto con la condotta dissoluta dei confratelli.
Nel 1072, la prima fuga: Gauthier si rifugiò presso l’amico Ugo di Cluny, celebre abate di Cluny. Ritrovato e riportato a Pontoise, tentò nuovamente la fuga due anni dopo, questa volta come eremita sulla Loira. Invano: i monaci lo rintracciarono e lo ricondussero all’abbazia.
Nel 1076, al sinodo di Parigi, Gauthier si schierò con il decreto di Gregorio VII contro il clero sposato, attirando l’ira dei vescovi che lo imprigionarono. La sua tenacia non si piegò: nel 1077 e 1080 tentò altre fughe, l’ultima volta recandosi a Roma per implorare il papa di liberarlo dall’obbligo abbaziale.
Le sue battaglie contro la corruzione ecclesiastica lo portarono ad un nuovo scontro con il re e i vescovi nel 1092, subendo carcere e torture. Nel 1094, fondò un monastero femminile vicino ad Amiens, ma l’opposizione del proprietario terriero lo costrinse a tornare a Pontoise.
Qui trascorse gli ultimi anni, morendo in un Venerdì Santo del 1099. La sua canonizzazione avvenne nel 1153, mentre le sue spoglie, trafugate durante la Rivoluzione Francese, riposano ancora oggi nel cimitero di Pontoise.