Sabina Bruschi e il suo “Bello da morire”: un tour letterario da Parma a Positano

Conosciamo oggi Sabina Bruschi, una scrittrice Parmigiana, al suo esordio con il romanzo ‘Bello da morire’ pubblicato dall’Editore Argentodorato. Immagino sia emozionata per questa sua nuova avventura.

Sì molto anche se ho già pubblicato racconti in diverse antologie e vinto alcuni concorsi letterari Nazionali a cui ho partecipato. Questo però è il mio primo vero romanzo e sono emozionatissima.

Un omicidio efferato nell’ovattato mondo dell’alta finanza. È giusta questa mia riassuntiva considerazione?

Sì, la vicenda gialla è quella e ho scelto di raccontarla proprio perché mi piaceva questo stridente contrasto tra quell’ambiente, dove grandi patrimoni fanno da naturale corollario a capolavori d’arte e bellezza in ogni sua forma, e il più orribile e feroce crimine: l’omicidio.

È vero, il tema della bellezza ricorre spesso nel suo romanzo ‘Bello da morire’.

Sì, quello della bellezza è un tema che mi affascina da sempre, declinato in tutte le sue accezioni, e ho voluto indagarlo a fondo perché ho sempre pensato che la bellezza e la sana aspirazione al suo raggiungimento sia il motore primo del progresso dell’umanità. Non mi riferisco a quella puramente estetica, appena marginale nel mio concetto, ma a tutte le altre forme che hanno prodotto benessere, capolavori d’arte e progresso.

Il suo romanzo è ambientato a Parma, dove vive e lavora, proprio in una banca d’affari e pare che il mondo dell’alta finanza sia un po’ in ansia nel timore di riconoscersi in qualche personaggio del suo romanzo.

A questa domanda preferisco non rispondere, per non togliere suspence ai miei colleghi e alle altre persone che operano in quel contesto.

La sua protagonista, Elena Boschi, è una persona normale, come tutti gli altri personaggi del suo romanzo, come mai questa scelta minimal in un bacino letterario pieno di super ispettori, bellissime donne, intelligentissimi personaggi?

Forse è proprio perché in giro ci sono tutti questi ‘issimi’ che volevo raccontare una storia senza superlativi. La mia protagonista è una donna normale, con le sue fragilità e le sue qualità, le sue delusioni e le sue speranze, proprio come ognuna di noi.

Un’ultima domanda: ‘Bello da morire’ esce con un Editore indipendente di Ferrara, Argentodorato, eppure dal suo programma leggo di tre presentazioni su Parma e poi andrà in giro
per l’Italia, tra Venezia, Bologna, Ferrara, Roma, Napoli e Positano. Come mai però verrà a Positano che, tutto sommato, è una piccola cittadina?

Sì è vero. Il mio editore crede molto nella bontà del mio romanzo e intende portarlo in giro per l’Italia. Perché a Positano, mi chiedeva? La conosco quella meraviglia, e la trovo proprio bella da morire.

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