Vico Equense, l’ex sindaco Andrea Buonocore: “La morte di Francesco Vanacore interroga ciascuno sulle proprie responsabilità”
Vico Equense. Ieri in tanti nella Chiesa Parrocchiale dei SS. Ciro e Giovanni per l’ultimo saluto al 62enne Francesco Vanacore (conosciuto come “Ciccio A’ Caparrina”), deceduto lunedì pomeriggio nel reparto di rianimazione del II Policlinico di Napoli a seguito di un alterco con un gruppo di guardie giurate avvenuto all’ingresso dell’ospedale universitario partenopeo.
E la sera di venerdì un grandissimo numero di persone ha partecipato alla fiaccolata in memoria di Vanacore.
E l’ex sindaco di Vico Equense, Andrea Buonocore, ha pubblicato sui social un post che fa riflettere e che riportiamo integralmente: «La morte di Francesco Vanacore lascia una comunità sbigottita e smarrita.
Non è tanto la morte in sé ad aver suscitato questi sentimenti, ma i contorni che hanno determinato la morte di Ciccio.
Un uomo che si reca in una struttura ospedaliera di rilievo nazionale per curare la propria malattia e che nella struttura trova la morte perché chi è preposto all’ordine ed alla sicurezza inverte il proprio ruolo e mette le mani addosso a chi era andato lì a cercare rifugio, guarigione, accoglienza.
E’ qualcosa di tremendo, di orripilante, di agghiacciante.
Come è possibile che l’umanità sia diventata così cattiva? Come è possibile che la dignità di un uomo venga talmente calpestata? Come è possibile che un uomo alzi le mani su un altro uomo a tal punto da ridurlo in fin di vita?
Tutti in questi giorni invochiamo giustizia e speriamo che giustizia sia fatta!
Ma la tragica scomparsa di Ciccio, così come le continue e quotidiane violenze che si consumano spesso nell’omertà generale, impone una riflessione severa.
La vita ha ancora un valora, una dignità? La morte di Ciccio lascia sgomenti e ci dona molti, troppi interrogativi.
I tempi di attesa di un’ambulanza sono diventati al limite della dignità. In un ospedale, i requisiti per ricoprire certi ruoli, dovrebbero tenere in conto che non si tratta solo di una “professione”, ma di una vera e propria “missione”.
In questi attimi di profondo cordoglio, si ha la percezione che la vita non ha più un valore.
Interroghiamoci! Altrimenti, passati questi giorni, queste ore, ci troveremo di fronte all’ennesimo ricordo di una morte ingiusta. Una morte che si poteva e si doveva evitare.
La dipartita di Ciccio ci interroga tutti ed interroga ciascuno sulle proprie responsabilità.
Il tuo sorriso doni consolazione e speranza a chi, oggi, piange la tua immatura ed ingiusta dipartita.
Ad-Dio Ciccio».