Concerto a Villa Fondi, con i Lieder di Chopin, Dominika Zamara incanta il pubblico e strappa applausi
Piano di Sorrento (NA) Domenica 26 maggio, in occasione della giornata conclusiva della rassegna “Archeoaperimusica”, organizzata dall’Amministrazione Comunale di Piano di Sorrento, nella persona del Sindaco Salvatore Cappiello e dell’Assessore alla Cultura, Giovanni Iaccarino, in sinergia con S.C.S. Società dei Concerti di Sorrento, in collaborazione con MusAPS Museo Archeologico Territoriale della Penisola Sorrentina “George Vallet” diretto da Giacomo Franzese, si è tenuto il concerto “Arie d’Opera, Romanze da Camera e Canzoni italiane e polacche”, esecutori tre artisti di fama internazionale: il soprano Dominika Zamara, il baritono Antonio Sarnelli de Sylva e il M° Paolo Scibilia, che si è misurato egregiamente con il pianismo chopiniano. Quella che segue è la breve intervista che mi ha concesso il talentuoso soprano polacco già protagonista con lo stesso Maestro Paolo Scibilia di una recente performance presso la newyorkése Carnegie Hall (Progressive Musicians and Sound Espressivo, 4 aprile 2024 N.d.A). Ascoltando Dominika Zamara il ricordo è andato subito al grande Franco Zeffirelli e ad una sua regia postuma firmata per la Traviata, che nel 2019 vide il pubblico dell’Arena di Verona tributare applausi ad un altro soprano polacco di successo formatosi presso il conservatorio di Breslavia, Aleksandra Kurzak; è stato bello, per me, scoprire in Dominika Zamara la stessa passione, agilità e tessitura vocale della sua conterranea vincitrice nel 2015 di un International Opera Awards. La Polonia, e Breslavia in particolare, dunque, stanno diventando sempre più una fucina di ottimi performer del belcanto, ma ancor più interessante è stato l’omaggio, durante il concerto a Villa Fondi, della stessa Dominika Zamara a Chopin con l’interpretazione di alcuni dei suoi Lieder più famosi: Pierscien (L’anello), Piosnka Litewska (Canzone lituana) e il delizioso Zyczenie (Desiderio di fanciulla). Del resto al repertorio liederistico del poeta della musica, il soprano polacco con l’ausilio del pianista Franco Moro, ha dedicato nel 2018 un interessante progetto discografico, “Fryderyk Chopin – Lieder op. 74”, edito dalla Label “Elegia”. Per amor di verità devo aggiungere che fu lo stesso Chopin ad ammettere che in questo campo non si sentiva ferrato, confidò, infatti, ad una cara amica, la contessa Delfina Potocka: «Ho scritto solo per il pianoforte. Questo è il mio terreno, quello su cui mi sento più sicuro». Tuttavia nonostante i suoi Lieder non raggiunsero mai le vette di autori eccelsi come Schubert, Schumann, Brahms e Wolf, la sua produzione, ispirata a scritti in buona parte di poeti romantici quali furono Stefan Witwicki, Adam Mickiewicz e Bohdan Zaleski, resta indubbiamente una testimonianza emblematica della sua sensibilità, soprattutto della sua devozione alla cultura e all’anima polacca.
a cura di Luigi De Rosa
Complimenti per la sua bella performante qui a Villa Fondi, vorrei partire da Chopin e dal suo rapporto con le opere di questo genio del pianoforte.
Grazie a lei e a tutti quelli che sono venuti oggi ad ascoltare il concerto, al Vicesindaco, al Direttore del Museo e ai miei colleghi Paolo Scibilia e Antonio Sarnelli de Sylva. Chopin è nel mio cuore, devo a mio nonno questa passione, era pianista organista, pensi che è nato lo stesso giorno e lo stesso anno di Giovanni Paolo II, a questo Papa era molto legato come del resto io. All’opera di Chopin riconosciamo la stessa carica spirituale del Santo Padre. L’amore per i Lieder di Chopin mi ha convinta fin da subito a studiarli e sebbene siano poco conosciuti, secondo me a torto, con determinazione, insieme al pianista padovano Franco Moro, ho voluto realizzare un disco dedicato a queste opere. Inoltre, quando posso, nei recital in giro per il mondo, non manco mai di cantarli come del resto ho avuto il piacere di fare oggi a Villa Fondi. Vorrei che anche il grande pubblico imparasse a conoscere questi canti. In loro io riconosco anche l’influenza di un altro compositore che amo molto: Bellini. Vincenzo Bellini e Chopin erano legati dallo stesso afflato spirituale, per questo li adoro. (Pare infatti che i due musicisti, si fossero conosciuti e frequentati a Parigi nei due anni precedenti la precoce morte di Bellini, avvenuta nel sobborgo di Puteaux il 23 settembre del 1835. È molto probabile che si incontrassero sovente nei bei salotti parigini, in particolare in quelli di Cristina Belgioso Trivulzio o del conte di Hahault. N.d.A).
Ho letto della sua formazione artistica italiana, mi vuole raccontare del suo legame con il nostro Paese?
Ho sempre sognato di venire in Italia, la patria del Belcanto e della Lirica. Quasi come fosse stato scritto nel mio destino, un giorno, quando frequentavo ancora il conservatorio, una professoressa mi segnalò una borsa di studio, che avrebbe dato la possibilità al vincitore di venire a studiare in Italia. Allora impegnai tutta me stessa e in modo quasi insperato, riuscii a vincere, guadagnandomi la possibilità di studiare a Verona.
Mi tolga una curiosità è stato più difficile misurarsi con le arie degli autori italiani o con la lingua italiana?
Sicuramente con la grammatica italiana e le sue regole, ma resta una lingua molto bella. In fondo l’ho imparata cantando le opere di Verdi e Bellini. Rappresenta anche questo un ulteriore traguardo raggiunto con grande soddisfazione. (Sorride N.d.A.)
Ho letto che è stata alla Carnegie Hall, mi vuole raccontare della sua esperienza americana?
A New York ho vissuto una bella esperienza, un altro sogno realizzato. C’era anche il Maestro Paolo Scibilia a dirigere in quei giorni. Io mi sono misurata con un repertorio mozartiano, sa all’inizio della mia carriera ho avuto il piacere di studiare presso l’Universität Mozarteum di Salisburgo, Mozart è un altro di quei compositori che occupano un posto speciale nel mio cuore. Collegandomi alla mia passione per le arie mozartiane e ad altre grandi esperienze musicali che mi hanno arricchita spiritualmente, mi piace citarle la mia partecipazione ad una prima mondiale di un brano composto dal Maestro Wiesław Rentowski (USA): Messa di S. per Giovanni Paolo II nel 2021, presso la Basilica Minore a Niepokalanów, ancora emozioni e sogni realizzati.
Ricordo che lei è di Breslavia, città che ha come simbolo gli gnomi, simpatiche statuine sono dappertutto in città e li ritraggono impegnati in varie attività: macellaio, pompiere, prigioniero, guardiano, lavatore etc. Se lei fosse uno scultore, all’Italia che gnomo dedicherebbe.
Certamente uno gnomo al pianoforte che compone musica perché voi siete un Paese ricco di creatività che ha avuto e ha grandi musicisti.
Un’ultima domanda sulla situazione politica che stiamo vivendo. Sappiamo della guerra in Ucraina e dei tanti rifugiati di questo Paese nel vostro, una riflessione in merito.
Un conflitto drammatico, noi polacchi stiamo cercando di aiutare tutti, l’abbiamo fatto da subito. In questo momento la situazione resta difficile e la Polonia da sola non può farcela. Prima il covid poi questo conflitto hanno reso la nostra stessa situazione economica molto complessa. Quello che mi auguro e auguro a tutti è la Pace, so che sembra una frase fatta, ma l’unica via d’uscita è questa, noi artisti possiamo attraverso la musica diffondere messaggi di fratellanza e sperare che vengano recepiti: la guerra rappresenta sempre una sconfitta per l’intera comunità.
Grazie
Villa Fondi, Dominika Zamara e il Maestro Paolo Scibilia
Villa Fondi, il baritono Antonio Sarnelli de Sylva con il soprano Dominika Zamara