Cronaca di uno scippo annunciato. La guerra a Marina del Cantone a Massa Lubrense

Cronaca di uno scippo annunciato. La guerra a Marina del Cantone a Massa Lubrense ( Napoli )

Riceviamo e pubblichiamo . Rischiamo uno “scippo” di una gravità senza precedenti. Ad essere a rischio è la gestione delle nostre coste, il lavoro di intere comunità che amano e proteggono il loro territorio. Di che si tratta? Le vittime saranno i balneari. Se nessuno controlla, appena scadranno i contratti, troveranno altre persone senza titolo ad occupare i loro spazi, gestiti da una vita.

Già sta accadendo a Marina del Cantone una baia naturale a (Nerano) in provincia di Napoli.

E’ guerra fra due società per uno spazio demaniale . Nessuno controlla e nessuno se ne occupa, se non gli avvocati; nei tribunali, nemmeno i giudici sanno cosa fare.Da due anni regna il caos su una minaccia che metterà in ginocchio intere famiglie, intere comunità che perderanno il loro posto di lavoro.

La nostra bella Italia è ricca di coste; anche il tesoro del suo splendido mare rischia di essere depredato.

E’ lo “stivale” in mezzo al Mediterraneo più invidiato al mondo.

E non ci consola sapere che per la Borkestain le nostre coste potranno essere gestite da chiunque ne occuperà abusivamente l area. E questo prima della presunta gara.

Immaginiamo lo scenario futuro: sulle coste italiane, uno stabilimento francese, accanto a un altro spagnolo, e ad un altro tedesco. E così via. Con la gente del posto costretta a lavorare per gestori venuti da non si sa dove. In balìa del primo venuto, in balìa della multinazionale più ricca. E questo solo perché lo Stato e precedentemente chi ci governava non è stato in grado di portare in discussione al tavolo europeo i diritti dei lavoratori balneari.

Con la scadenza delle Concessioni, il 31 Dicembre del 2024 tutti i balneari dovrebbero avere almeno la certezza che il posto e l’area occupata a proprie spese fino ad oggi possa essere non occupata abusivamente come in alcune zone già sta avvenendo. Lo chiamano “possesso”.

E’ incredibile che la disonestà sia così tutelata, di fatto, e l’ingiustizia goda di così grande impunità.

Nello specifico del caso di Marina del Cantone chi non ha documenti che certificano la presenza di una azienda e un contratto di fronte ad un “possesso” abusivo

non ha forza e valore, se non quello che a proprie spese deve discutere nei tribunali. A proprie spese i balneari stanno difendendo i beni dello Stato pur sapendo che andranno via. Si chiama senso civico e loro hanno dimostrato in più di trent’anni di gestione di averlo esercitato sempre.

E spesso in questi luoghi i giudici, basandosi su norme civili, non tengono conto dei reali interessi in gioco.

I lavoratori balneari attendono adesso risposte e certezze dal nuovo Governo, al quale hanno dato piena fiducia. Prima che sia troppo tardi.

Deve essere garantita alle famiglie italiane la gestione balneare;

è necessario che i luoghi demaniali che andranno a gara

non siano vestiti e controllati dai Comuni, dove già adesso il clientelismo, il voto di scambio e il conflitto di interessi regnano sovrani. E si palesano in disposizioni che contraddicono la giustizia, e ignorano i contratti e le norme demaniali.

“Le norme son, ma chi pon mano ad esse?” scriveva Alessandro Manzoni, nell’Ottocento.

In Italia, è ancora così; ognuno fa come gli pare. Ma un’ alternativa è ancora possibile.

Lo Stato garantisca le aree a rischio nominando un sub Commissario in grado di vigilare zona per zona sulle aree, che non dovranno essere lasciate all’arbitrio dei Comuni o delle Capitanerie che confondono gli articoli del codice della navigazione e che non possono garantire il controllo proprio di altri organi.

Solo così, forse si potrà evitare una catastrofe annunciata.

L’ignoranza in materia demaniale porterà i furbi e gli scaltri a imporre cambiamenti strutturali nelle aree che ora per sei mesi all’anno sono liberamente fruibili dai cittadini. Con il sedicente “possesso” le aree invece saranno recintate e così precluse a chiunque, tranne che agli “scippatori” di coste e di mare. Bene comune, tesoro che dovrebbe essere tutelato, e invece non è mai stato così a rischio. Ci aspettiamo emanazioni di sanzioni che peseranno sui furbetti della porta accanto. Se tu non ci sei io prendo il tuo posto, poi vediamo chi mi manda via. Al buon intenditore bastano queste parole.

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