Don Patriciello attaccato da De Luca “Amareggiato, così mi mette a rischio”. Chi è il prete anticamorra?

Lo abbiamo conosciuto a Ravello e a Minori in Costiera amalfitana, è stato premiato da poco a Sorrento fra la costa d’ Amalfi e Penisola sorrentina più volte abbiamo avuto modo di apprezzarlo, ma che sta succedendo?

La polemica De Luca Don Patriciello

È bufera sulle parole del governatore Vincenzo De Luca su don Maurizio Patriciello, il prete anticamorra di Caivano. “Io Pippo Baudo con la frangetta? Ringrazio il signore di avere ancora i capelli. Sono stato preso alla sprovvista dalle parole di De Luca”, dice il sacerdote che già ieri su Facebook si definiva “addolorato” per l’ironia del presidente della Regione Campania. Leggendo quelle affermazioni – prosegue – “ho ho avvertito come una pugnalata al cuore. Se mi avesse insultato un nemico lo capirei. Io sono sotto scorta perché il nemico mi vuole male, mi vuole mettere a tacere, la camorra ha messo una bomba fuori alla mia chiesa, il mio operato dà fastidio ma io annuncio solo il Vangelo che è dignità, libertà, solidarietà, ma anche denuncia del male”. “Il problema della politica tra destra e sinistra non mi riguarda. Sono un parroco di questo territorio per anni abbandonato dallo Stato – prosegue don Patriciello, intervenendo a Rainews24 –. Giorgia Meloni ha preso degli impegni che sta mantenendo. È mio dovere quindi non solo dirlo, ma anche ringraziarla se la cosa dispiace al nostro governatore se ne faccia una ragione. Il mio non è un giudizio sul governo Meloni, io sono un prete, la mia è una testimonianza su quello che il governo sta facendo a Caivano”.

Chi è il prete anticamorra Don Patriciello

Dove è nato? La biografia È nato a Frattaminore, in provincia di Napoli, nel 1955. In seguito a un incontro casuale con un frate francescano, che un giorno gli chiese un passaggio in auto, ha deciso di cambiare la sua vita. La sua vocazione, infatti, non è stata immediata. Fino a 30 anni ha lavorato come paramedico.

 

Dopo avere intrapreso gli studi teologici e preso i voti, fu inviato dal vescovo di Napoli nel difficile quartiere del Parco Verde di Caivano, nel napoletano, dove si contano 13 piazze di spaccio per un business di 100 milioni di euro all’anno. Da allora è impegnato in prima linea nella lotta contro la camorra.

 

A causa delle minacce di morte subite dai clan camorristici, don Maurizio Patriciello vive sotto scorta dal 2022. Si è scagliato, soprattutto, contro il malaffare nella cosiddetta “Terra dei fuochi“. Per il cattivo odore che aleggia nel quartiere a volte non è riuscito a celebrare la messa, vedendo poi morire di tumore il fratello Franco.

 

Tra libri e social Don Maurizio Patriciello promuove le sue battaglie alla criminalità organizzata anche sui social network, dove è molto attivo. La sua pagina su Facebook conta più di 100mila follower, ha anche un profilo su Instagram.

 

E proprio attraverso un post su Facebook aveva espresso il suo dolore dopo un attentato intimidatorio, nella notte tra l’11 e il 12 maggio 2022, quando una bomba carta esplose davanti alla sua abitazione: “Mi avete costretto, fratelli camorristi, a vivere sotto scorta. Mi pesa. Non lo avrei mai pensato. Fa niente. Vi perdono. Vi abbraccio. Vi chiedo però di cambiare vita. Per il nostro bene. Per il vostro bene. Per il bene dei vostri figli”, aveva scritto Don Maurizio Patriciello.

 

Nel 2014 ha scritto il libro-denuncia dal titolo Non aspettiamo l’apocalisse. La mia battaglia nella Terra dei fuochi.

 

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