Ischia: da gatta libera a segregata. La prudenza non è mai troppa…ma davvero ne siamo certi?
Una lettera pubblicata oggi su di un giornale locale, scritta dalla signora Stefania M. residente sull’isola d’Ischia, ha destato molta commozione, come spesso accade quando si tratta di animali indifesi, privati ingiustamente dei loro diritti.
L’intento è stato quello di accendere i riflettori sulla triste storia di una gatta libera, che come spesso accade nei piccoli centri, viveva accudita ed amata da tutta la comunità, in questo caso nel comune di Barano d’Ischia, in località Testaccio.
A quanto pare per “preservare” la gatta dal possibile rischio di essere investita, è stata privata della sua libertà, e costretta a scontare una pena da innocente, rinchiusa e sola in una stanzetta buia.
Una storia di ottusità che merita giustizia, quella di questa tenera gatta che conoscevano tutti, e che riceveva da tutti carezze in strada e bocconcini prelibati.
Non si trattava di una “randagia” ma di un gatto libero, che aveva almeno due punti di riferimento per sostare, riposare al sicuro sdraiata a godere del tepore del sole o ripararsi dalla pioggia e sempre con un pasto assicurato.
Due negozianti la lasciavano entrare per interi pomeriggi all’interno dei loro esercizi, dove viveva felice e coccolata.
Improvvisamente è stata strappata alla sua vita, alle sue abitudini e segregata in un bagno di pochi metri da quasi otto mesi.
Ma forse in questo comune non tutti conoscono la legge in vigore in materia di gatti: il legislatore ha ritenuto che, in quanto animali sociali che si muovono liberamente su un determinato territorio, seppur in libertà i felini sono da considerarsi stanziali se frequentano abitualmente lo stesso luogo pubblico o privato.
Nessuna norma di legge, né statale né regionale, proibisce di alimentare gatti randagi nel loro habitat, cioè nei luoghi pubblici e privati in cui trovano rifugio.
Secondo la legge 281/1991, i gatti che stazionano e o vengono alimentati nelle zone aperte non possono essere allontanati o catturati per nessun motivo, a meno che non si tratti di interventi sanitari o di soccorso motivati.
Infatti l’art. 2 comma 9 della suddetta legge, prevede che i gatti in libertà possono essere soppressi soltanto “se gravemente malati o incurabili” pertanto, solo in caso di gravi motivazioni sanitarie o per la tutela dei tatti stessi, l’ASL competente può valutare di spostare la colonia, previa verifica e controllo di un luogo alternativo.