Ischia. Il 118 dopo la morte del piccolo Filippo . «Ciao piccolo angioletto»

« Sapevamo che la situazione era grave e non c’era un minuto da perdere. Ci siamo precipitati. In pochi istanti eravamo li, ma quando abbiamo visto quel fagottino avvolto in una giacca abbiamo sperato nel miracolo e poi…poi non è andata così»- in una straziante dedica a Filippo, il bimbo di sette mesi trovato morto in culla mercoledi 8 maggio ad Ischia, gli operatori del 118 intervenuti quella tragica sera si rivolgono a quel paziente che avrebbero voluto strappare via dalle braccia cattive della morte e che invece ha portato via per sempre un pezzo della loro anima.« Siamo distrutti, è toccato a noi prendere il bimbo, stiamo tutti male e non riusciamo a superare questa tragica storia- spiegano con il cuore infranto e l’animo distrutto gli operatori sanitario che hanno prestato soccorso al piccolo Filippo, tentando di strapparlo alla morte- In questi 2 giorni avremo dormito qualche ora con colleghi dell’ambulanza che quella sera è intervenuta in soccorso. È troppo pesante questa tragedia e il modo in cui è avvenutaAbbiamo tutte le scene davanti agli occhi ogni istante della nostra giornata.Questo è il lato brutto (per non dire altro) del nostro lavoro».

In questi giorni succedutisi alla tragedia, loro che per primi hanno assistito allo strazio, impotenti, hanno voluto dedicare e scrivere alcune parole, dedicate a questa anima innocente, il cui triste destino ha aperto ferite profonde e lasciato tracce indelebili in quanti si sono imbattiti nel suo piccolo, tenero, fragile percorso. Gli operatori del 118 stretti a quell’angelo che ha portato via una parte di loro, a lui dedicano un pensiero profondo d’amore, ma anche di tanto, tanto dolore. Tanto, da far perdere la ragione, tanto da rendere impossibile ogni altro pensiero di vita. Tanto da portar via ogni possibile anelito di speranza, le forze per andare avanti. Con l’animo perso in una tragedia immensa, tanto da rendere impossibile descriverla a parole.

FILIPPO, CARO ANGIOLETTO

I soccorritori stretti a quell’angelo che non scorderanno mai, in una commovente dedicata, un tributo alla memoria di quel bambino volato via con un pezzo del loro cuore e dell’animo di chi sente di essere senza mezzi, ne antidoti alla crudezza della vita, dinanzi alla ineluttabilità degli eventi che non lesina sofferenze e strazio. «Caro angioletto, sapevamo che la situazione era grave e non c’era un minuto da perdere. Ci siamo precipitati da te, per strada abbiamo volato, le ruote dell’ambulanza sfioravano a malapena l’asfalto bagnato da una pioggia incessante. In pochi istanti eravamo li, da lontano ti abbiamo visto  davanti quel porticato sotto la pioggia, adagiato a terra, avvolto in una giacca.L’infermiera non ha aspettato nemmeno che il mezzo si fermasse, con un salto si è catapultata fuori e, prendendoti tra le sue braccia,è corsa in ambulanza insieme al medico. Ci siamo resi subito conto che la situazione era disperata. Abbiamo iniziato a praticare tutte le manovre che ti avrebbero dovuto strappare alla morte. Nel frattempo, siamo ripartiti, di nuovo di corsa verso l’ospedale e come prima l’ambulanza volava, in mezzo alle tantissime auto imbottigliate nel traffico, ma, nonostante ciò, anche se è sembrata un’eternità, in pochissimi minuti siamo arrivati al pronto soccorso.  Ad aspettarti c’erano tanti medici, infermieri e tutti gli equipaggi delle ambulanze 118, tutti li per te! Anche loro hanno fatto di tutto per strapparti dalle “mani” di questo nemico invisibile, cattivo e senza scrupoli. Purtroppo, però questo non ti ha lasciato scampo e senza alcuna pietà ha stroncato la tua piccola vita appena iniziata. Angioletto, tutti noi abbiamo sperato, le persone ed i pazienti presenti fuori e dentro il pronto soccorso pregavano per te. Tutti si sono battuti per salvarti perché  meritavi di vivere, ma il nemico è stato più “forte” di tutti noi. Tante sono le domande che vorremmo fare a chi sta sopra di noi, li nel cielo, ma purtroppo questo non ci è possibile e, probabilmente, anche avendo delle risposte a queste nostre domande, nemmeno capiremo. Questa brutta storia ha buttato tutti nello sconforto. Ciao piccolo angioletto, speriamo che lassù tu possa avere tutto ciò che qui ti è stato tolto! Tutti noi ti abbracciamo forte con il cuore infranto 💔».

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