Napoli, acqua marrone nell’area protetta: allarme ambientale
Napoli, acqua marrone nell’area protetta: allarme ambientale
Napoli, Gaiola
Nell’area marina protetta della Gaiola, a Napoli, è stato lanciato l’allarme per la presenza di acqua marrone, un fenomeno che si ripete ogni volta che si verificano piogge abbondanti. Questo problema è causato dal sversamento in mare di uno scarico che raccoglie l’acqua piovana in eccesso dalle strade della città.
La protesta del Centro Studi Interdisciplinari
Il Centro Studi Interdisciplinari (CSI) della Gaiola, che si occupa della gestione dell’area protetta, ha espresso forte preoccupazione e protesta contro questi sversamenti. Da tempo, il CSI Gaiola chiede che lo scarico delle acque piovane venga deviato verso altre aree, lontano dall’importante ecosistema marino che rappresenta uno dei pochi “polmoni azzurri” di Napoli.
Nuove preoccupazioni
Oltre al problema già esistente, vi è anche la preoccupazione per la possibile realizzazione di un nuovo scarico analogo, previsto a pochi metri di distanza da quello attuale. Questo secondo scarico potrebbe aggravare ulteriormente i disagi all’area marina protetta, mettendo a rischio la flora e la fauna locali.
Mobilitazione delle associazioni
In risposta a questa situazione, è stata avviata una petizione per chiedere un ripensamento del progetto relativo al secondo scarico a mare. La richiesta proviene dal “Coordinamento Tutela Mare”, una struttura che raccoglie numerose associazioni ambientaliste e del settore marino, tra cui Fondazione Marevivo, WWF Napoli, Greenpeace Napoli, ASOIM Odv, Let’s Do It! Italy, CSI Gaiola Onlus, N’ Sea Yet, Vivara APS, Cleanap, Associazione Nemo, Associazione Domizia, One Sea Alliance, GEA ETS, Legambiente Città Flegrea e Oceanomare Delphis Onlus.
Conclusioni
La situazione alla Gaiola richiede un intervento urgente per proteggere l’area marina protetta dalle conseguenze degli scarichi di acque piovane. Le associazioni ambientaliste continuano a lavorare per sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità competenti, sperando di trovare una soluzione che preservi questo prezioso ecosistema marino per le future generazioni.