Napoli, conclusione di un incubo
Cala il sipario su una stagione di una squadra scudettata, che fin dall’inizio, ha avuto una strada tortuosa, che si è conclusa con la non qualificazione nelle coppe europee dopo 14 anni
Redazione – Fine di un campionato da incubo di un Napoli scudettato che con il passare dei mesi è sembrato svogliato partita dopo partita.
Cala il sipario su una stagione di una squadra scudettata, che fin dall’inizio, ha avuto una strada tortuosa, grazie a tutti gli errori commessi, che si è conclusa con la non qualificazione nelle coppe europee dopo 14 anni.
Anche con il Lecce ha mostrato due volti: quello abulico e quello che ha cercato di segnare un gol, ma che non vi è riuscito, non trovando il bersaglio per qualche metro o per la scarsa lucidità mentale che ormai si era impadronita da qualche tempo nella testa dei calciatori. Quel gol, che vista la vittoria dell’Atalanta sul Torino, avrebbe portato gli azzurri a qualificarsi per la Conference Laegue.
Al Maradona il clima è quasi surreale, i tifosi restano muti per il solito quarto d’ora in segno di protesta e poi le due curve manifestano tutto il loro dissenso per una stagione disonorevole da parte degli ormai ex campioni d’Italia.
La partita contro i salentini, ormai salvi, poteva dare un qualcosa di meno amaro, ma ormai il trend è stato sempre quello delle altre gare: un tempo abulico ed uno di riscatto ed a volte senza reti.
Gli azzurri iniziano bene: Politano è fermato in angolo, e poi palla di poco fuori, palla di Simeone sorvola di poco la traversa. Il Lecce si fa vedere con un rasoterra di Dorgu che scheggia il palo esterno e termina fuori, poi i giallorossi mettono a repentaglio la porta di Meret con Berisha.
Kvara e Lobotka tentano di dare una specie di scossa, ma non c’è nulla da fare.
E sembra arrivare nella ripresa, Ngonge chiama a Falcone ad un grande intervento, Kvara chiude troppo il mancino e conclude al lato, Cajuste colpisce il palo, Raspa mette di poco lato. Sembra un Napoli più propositivo ed offensivo rispetto alla prima frazione. Ngonge colpisce la traversa, Oliveria tira ma Baschirotto salva quasi sulla linea, Osimhen mette di poco fuori, ma non è al top. Brivido sulle spalle degli azzurri fatto correre da Oudin che mette largo di poco.
Si chiude una stagione da incubo. La squadra torna negli spogliatoi senza neppure passare sotto le curve. Game over al Maradona. Adesso non resta che ricostruire.
NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo (85′ Mazzocchi), Ostigard, Juan Jesus, Olivera; Anguissa, Lobotka, Cajuste (65′ Osihmen); Politano (46′ Ngonge), Simeone (46′ Raspadori), Kvaratskhelia. A disp. Contini, Gollini, Natan, Traorè, Rrahmani, Lindstrom, D’Avino. All. F. Calzona.
LECCE (4-4-1-1): Falcone; Gendrey, Baschirotto, Pongracic, Gallo (64′ Piccoli); Almqvist (55′ Gonzalez), Blin (77′ Oudin), Ramadani, Dorgu; Berisha (77′ Rafia); Krstovic (55′ Pierotti). A disp. Brancolini, Samooja, Borbei, Venuti, Esposito, Burnete, Touba, Samek. All. L. Gotti.
ARBITRO: Federico Dionisi di L’Aquila (Perrotti-Cavallina; IV Gualtieri; VAR Marini-Muto).
NOTE: Angoli: 4-1. Rec. 0′ pt, 5′ st.
GiSpa