Piano di Sorrento, il racconto del Prof. Ciro Ferrigno: “Il lupo di Pretoro”

14 maggio 2024 | 18:58
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Piano di Sorrento, il racconto del Prof. Ciro Ferrigno: “Il lupo di Pretoro”

Piano di Sorrento. Riportiamo il racconto del Prof. Ciro Ferrigno dal titolo “Il lupo di Pretoro”. Un bellissimo ricordo legato ad uno dei suoi numerosi viaggi alla scoperta delle bellezze dell’Italia nei suoi 50 anni di gite: «Quando entrammo nel negozio dei Vitacolonna a Rapino, in Abruzzo, subito ci rendemmo conto che tirava un’aria particolare. Bellissime le ceramiche di produzione locale, ma la signora dietro al banco era irremovibile, non voleva vendere niente! La cosa potrebbe sembrare strana, surreale, ma a ben vedere la giustificazione c’era. Era tutto materiale fuori produzione, risalente agli anni Trenta e Quaranta del Novecento. Tutti gli oggetti erano della famiglia, erede del celebre maestro ceramista Fedele Cappelletti (Rapino, 1847-1920), il principale esponente della tradizione ceramista rapinese e considerato da alcuni il maggior pittore di maioliche di tutto il Meridione. La signora era gelosa e legata a quegli oggetti, tutti di scuola del Maestro, disposta solo a cedere qualcosa in cambio di una condivisione di sentimenti ed emozioni. Dietro insistenza, riuscii a ottenere un vasetto, una miniatura dai colori tipici del Gran Sasso, quel verde marcio e il rosso intenso degli alberi in veste autunnale.
Quella mattina, era il 4 maggio 2008, eravamo stati a Pretoro, per la Sacra Rappresentazione del Lupo. Pretoro condivide con Cocullo il culto per San Domenico, monaco benedettino, in onore del quale nel paesino della Marsica, ogni anno, si svolge il Rito dei Serpari. Pure a Pretoro si portano i serpenti in processione, ma si tratta di qualche esemplare, perché in questo luogo il protagonista è il lupo.
Secondo la leggenda locale due contadini, marito e moglie erano andati nel bosco per raccogliere la legna, lasciando il neonato nella cesta, poco distante. Dopo vari appostamenti, un lupo riuscì, furtivamente, a portar via il bambino, lasciando i genitori nella più grande disperazione. Questi si inginocchiarono dinanzi all’immagine di San Domenico e chiesero, gridando e piangendo, che il Santo intervenisse e come infatti il lupo restituì il bambino ai genitori. Fu un miracolo grande che la comunità ancora celebra con devozione e partecipazione.
A Pretoro la leggenda è diventata una Sacra Rappresentazione che si svolge in una radura erbosa poco distante dal paese, dopo la processione, quindi nella tarda mattinata. I protagonisti sono tutti maschi, anche il neonato, che deve essere l’ultimo venuto alla luce nel paese. Gli attori non parlano ma si esprimono attraverso la mimica, è una rappresentazione breve ma intensa e ricca di pathos. Alla fine, la banda suona, torna l’allegria e la folla poco alla volta si allontana.
Pure noi andammo via da Pretoro, percorrendo strade nel verde intenso dell’Abruzzo, destinazione: Rapino, per rendere omaggio, in maniera inconsapevole ad un grande ceramista del passato. L’Abruzzo è terra legata ai valori più autentici della vita, ai Santi e agli Artisti che hanno scritto le pagine più belle della sua storia».

Piano di Sorrento, il racconto del Prof. Ciro Ferrigno: