Porto d’Armi per Pitbull, bulldog e rotweiller…ma che razza di Pet sono questi?

19 maggio 2024 | 10:23
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Porto d’Armi per Pitbull, bulldog e rotweiller…ma che razza di Pet sono questi?

Continuano le notizie terrificanti di aggressioni da parte di cani PittBull: l’ultima è di ieri a Palazzolo Vercellese, dove un bimbo di 5 mesi, cullato in braccio alla nonna è morto azzannato dal cane dei genitori. Prima di lui una bambina 2 anni è stata azzannata da un Pit Bull mentre giocava con la gemellina a Sesto San Giovanni. In codice rosso con profonde lesioni al volto ed agli arti inferiori, illesa la sorellina ma non la zia che le ha salvate, chiudendole in una stanza ma rimanendo ferita lottando con l’animale.

La scorsa settimana un bambino di 10 anni è stato morso da un Pit Bull, mentre ad aprile un piccolo di 15 mesi è stato ucciso da due Pit Bull in provincia di Salerno e ad una donna di 83 anni sono state amputate le braccia dopo essere stata attaccata dai suoi sette cani, Amstaff e American bully, in provincia di Padova.

Insomma la lista delle aggressioni si allunga inesorabilmente, si tratta ormai di circa 70mila persone l’anno, a cui si aggiungono le migliaia di piccoli cani e gatti, vittime sacrificali di questi feroci molossoidi dal morso che non perdona, perché ormai quella di possedere questi animali pericolosi sembra essere diventata la moda del momento: Gomorra Docet!

L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), ha chiesto al legislatore nazionale di regolamentare con urgenza la detenzione di determinati cani.

Da quest’anno in Inghilterra è vietato vendere, abbandonare, allevare o regalare cani di razza American Bully, tenerne uno in pubblico senza guinzaglio o museruola, dato l’aumento degli attacchi mortali che ha portato alla loro messa al bando, variazione della razza Usa dei pitbull, già vietata in UK dal 1997.

Il cane vive con gli uomini da 36mila anni, e nel corso del tempo si è operata una selezione artificiale degli esemplari più tranquilli, cooperativi e anche più vicini alle nostre esigenze estetiche.

È proprio l’adattabilità allo stile di vita umano che gli ha fatto guadagnare il titolo di “migliore amico dell’uomo”, tuttavia in Italia ci si è fatti prender la mano arrivando ad una sorta di “umanizzazione” del cane, secondo la quale solo l’educazione e l’ambiente ne può determinare l’aggressività, e non anche la razza di appartenenza.

Ciò ha portato a livello normativo ad una certa flessibilità, con qualche eccezione solo a livello comunale: in Liguria, dopo diversi casi di aggressioni di pitbull e rottweiler, è stato avviato un corso gratuito per aspiranti padroni di cani “impegnativi”, come cuccioli di razze molossoidi o cani dal passato turbolento. E a Milano il Consiglio Comunale ha approvato un nuovo regolamento per il “benessere e la tutela degli animali“, prevedendo un patentino obbligatorio per i proprietari di cani pericolosi.

C’è libertà in Italia, ma anche molta incoscienza, perché diciamocelo: non si può avere in strada, su 30 cani 10 pitbull potenzialmente aggressivi, per di più con padroni incapaci di governarli! Questi animali non possono essere un sostituto di un’arma, per sentirsi più forti, né una sorta di potente fuoriserie per poter acquisire un certo tipo di status.

Marco Melosi, Presidente dell’associazione nazionale medici veterinari italiani (Anvi) sostiene che “alcune razze di cani non si possono dare a tutti: questo è un dato di fatto. Ci vorrebbe un regolamento, come avviene nell’80% dei paesi europei: lo chiamano possesso responsabile“.

Lo scorso agosto, il Ministero della Salute ha emanato un’ordinanza con la quale si prorogano i contenuti dei precedenti provvedimenti in tema di «Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione di cani».

Anche se l’ordinanza non contiene più la lista delle razze pericolose, restano fermi i capisaldi del provvedimento: dal patentino per il proprietario del cane, all’assicurazione obbligatoria se l’animale è stato inserito nel cosiddetto «registro dei cani morsicatori». In pratica, non esiste più un elenco di razze «pericolose» bensì singoli comportamenti.

Il proprietario è sempre «responsabile del benessere e del controllo del proprio animale», ed in caso di danni o lesioni a persone, altri animali o cose, ne risponde civilmente e penalmente. Resta l’obbligo del guinzaglio, tranne nelle aree riservate e recintate, ed il proprietario deve avere sempre con sé la museruola.

In Francia invece, ai pitbull l’ingresso è vietato, così come in Svizzera, in Croazia e in Germania, dove ai cani di turisti oltre le 4 settimane di permanenza, è necessario passaporto europeo, guinzaglio e museruola indossata.

In Austria per i cani in transito è obbligatorio il passaporto europeo, con le vaccinazioni e i dati del cane, così anche in Slovenia, mentre per una vacanza in Spagna è necessario il passaporto europeo del cane ed un certificato legale che non abbia mai morsicato.

In sostanza anche su questo argomento non esiste un’unica normativa per tutti in questa “fittizia”Europa Unita