Profondo Rosso: La pietra d’inciampo della privacy

22 maggio 2024 | 20:25
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Profondo Rosso: La pietra d’inciampo della privacy

I Garanti della Privacy che si sono succeduti al timone dell’organo che formalmente protegge le notizie, gli atti, le attività che hanno valenza sociale, economica e produttiva. Di fatto l’attività posta in essere dal garante si è progressivamente trasformata in una pietra d’inciampo che con gli anni è diventata una frana che impedisce al cittadino di acquisire la documentazione e le notizie utili e necessarie alla tutela dei propri diritti ed interessi legittimi. Chiarisco con alcuni esempi cosa accade nelle aule delle sezioni esecutive dei nostri Tribunali: Caio cita in giudizio Aniello; Caio, commerciante, afferma di vantare un credito verso Aniello e, per provare il suo credito, deposita solo una fattura un documento che non prova l’esistenza del credito, tanto meno l’importo del credito. Chiunque sia titolare di una partita IVA può emettere una fattura, ma per provare l’esistenza del credito dovrebbe depositare copia di un contratto, di un capitolato di appalto, di bolle di consegna, di messaggi scambiati con ABELE. Questi non ha mai ricevuto la fattura depositata da Caio e nulla deve a Caio. Abele non trova copia della fattura nel proprio cassetto fiscale, chiede all’Agenzia delle Entrate di sapere se CAIO ha immesso quella fattura nel suo cassetto fiscale, se quella fattura è elencata nel libro (non vidimato, né bollato) delle fatture emesse; l’Agenzia delle Entrate non può e non deve fornirgli le informazioni richieste. Generalmente il Giudice dell’ Esecuzione, che non ha alcuna competenza contabile, crede al creditore, gli concede la provvisoria esecuzione, se il malcapitato non paga concede al creditore la facoltà di pignorare ed ipotecare l’appartamento dove vive, di effettuare il fermo amministrativo dell’auto e/o pignorare lo stipendio, la pensione o il conto corrente. Con queste operazioni il debito lievita, cresce, diventa immenso ed Aniello pur non dovendo nulla a Caino finirà in miseria. Se Caino è un avvocato, si rivolge al giudice dell’esecuzione se ha perso la causa, se ha svolto male il lavoro che il cliente gli aveva affidato certo che sarebbe stato assistito bene: Come temere che l’Università si sia sbagliata consentendogli di conseguire la laurea in Giurisprudenza, che la Commissione che gli ha consentito di diventare AVVOCATO e di iscriversi all’Ordine sia stata vittima di un abbaglio? Ma il Garante non gli ha consentito di acquisire le prove che gli avrebbero consentito di dimostrare che nulla doveva a CAIO, lo stesso Garante che, fingendo di tutelare la nostra privacy, ci costringe a perdere ore ed ore del nostro tempo per ascoltare inutili messaggi ci ripetono ossessivamente, mettendo a dura prova la nostra pazienza, che i dati che forniremo saranno oggetto di tutela … quei dati saranno venduti al miglior offerente e noi che costituiamo l’esercito delle persone che non contano ancora una volta saremo vittime sacrificate sull’altare dell’ipocrisia e dell’INgiustizia, prof. Francesca LAURO