Amalfi: alla vigilia del Patrocinio di Sant’Andrea Apostolo, si rinnova il rito della Manna
“Abbiamo la Manna!” Con queste parole il parroco di Amalfi, Don Antonio Porpora, ha annunciato che il miracolo si è rinnovato.
La tradizione della “Manna di Sant’Andrea” è un fenomeno prodigioso legato alle reliquie dell’apostolo Andrea, che da secoli suscita meraviglia e devozione tra i fedeli. La “manna” viene descritta come una sostanza che si manifesta sotto forma di polvere o di olio profumato, traboccando dal sepolcro del Santo.
Il termine “manna” deriva dall’esclamazione ebraica “Man hu?” (“Che cos’è?”) pronunciata dagli Israeliti nel deserto quando videro il suolo ricoperto di una sostanza granulosa. Per assonanza, questa sostanza venne chiamata “manna”. Analogamente, anche l’effluvio miracoloso che avviene presso la tomba di Sant’Andrea fu chiamato “manna”.
Gregorio di Tours racconta che nel giorno della festa di Sant’Andrea, dalla sua tomba esce una sostanza miracolosa che profuma l’ambiente. Questa manna, sotto forma di polvere o olio profumato, preannuncia l’abbondanza del raccolto dell’anno successivo: abbondante se l’effluvio è copioso, scarso se è esiguo. Si dice che in alcuni anni l’olio è così abbondante da riempire metà basilica. Questo fenomeno miracoloso ha luogo a Patrasso, in Acaia, dove Sant’Andrea fu crocifisso e morì per la sua fede.
Le reliquie di Sant’Andrea furono traslate da Patrasso a Costantinopoli nel 357, dove il miracolo della manna continuò a verificarsi. Questo fenomeno è stato documentato in diverse località dove le reliquie sono state custodite, inclusa la Basilica Vaticana a Roma. Ad Amalfi, il miracolo della manna fu scoperto solo dopo circa un secolo dalla traslazione delle reliquie da Costantinopoli.
Il 29 novembre 1304, nella cripta della cattedrale di Amalfi, un anziano pellegrino (secondo la leggenda, il Santo stesso sotto mentite spoglie) notò qualcosa di straordinario durante la Messa solenne della vigilia della festa di Sant’Andrea. Dopo la celebrazione, un chierico di nome Pierantonio Suraldi scoprì un vassoio d’argento coperto di bollicine liquide e gommose. Si gridò al miracolo, e Suraldi cominciò a ungere gli ammalati presenti, che ricevettero benefici miracolosi.
Dal 1304, la manna è scaturita regolarmente dal sepolcro dell’apostolo, con alcune interruzioni. Quando la manna è presente, si canta il “Te Deum” per ringraziare Dio; quando manca, si canta il “Parce Domine”. La manna viene raccolta durante le principali ricorrenze liturgiche secondo il calendario della Chiesa amalfitana. Esiste una cronistoria del prodigio iniziata nel 1908 dall’arcivescovo Antonio Maria Bonito, che riporta minuziosamente le cronache dei miracoli avvenuti.
Questa tradizione, dunque, è una testimonianza vivente della fede e della devozione verso Sant’Andrea, offrendo ai fedeli un segno tangibile della sua intercessione e della presenza divina.