Costiera Amalfitana: nipote erede legittima dopo anni di battaglia legale: testamenti falsi smascherati in tribunale

Costiera Amalfitana: nipote erede legittima dopo anni di battaglia legale: testamenti falsi smascherati in tribunale
La Corte di Appello di Salerno, II a Sezione civile, con una recente sentenza, ormai passata in cosa giudicata, ha messo la parola fine ad una lunga vicenda giudiziaria relativa all’eredità di un’anziana signora, nubile, residente in costiera amalfitana.
La signora, a sua volta unica erede di un cospicuo patrimonio familiare, anni or sono, in tempi non sospetti, e nel pieno delle sue capacità, aveva fatto testamento, in forma olografa, di tutti i suoi beni, nominando erede universale una nipote, con la quale, da sempre, aveva avuto un rapporto molto stretto, e che, poi, l’ha accudita e curata fino in punto di morte.
Con grande sorpresa, la nipote, pochi giorni dopo il decesso della zia, ha appreso dell’esistenza di ben due testamenti olografi, aventi data risalente a pochissimi giorni prima del decesso della de cuius, con i quali, si revocava il precedente testamento in suo favore, e si disponeva di tutti i beni a favore di un altro lontano parente, il quale, dopo pochi giorni dalla pubblicazione, in virtù dei due testamenti rivelatisi successivamente falsi, ed approfittando della sua qualità di erede apparente, si appropriava tutto il patrimonio della signora.
Appariva immediatamente, già ad un primo esame, la non riferibilità alla de cuius degli ultimi due testamenti, sia per motivi formali che sostanziali e, soprattutto, in quanto la grafia e la firma non erano quelle della signora scomparsa.
Dal rifiuto di ogni confronto da parte del parente che si era appropriato dei beni, nasceva una lunga ed articolata azione giudiziaria, basata su azioni ed eccezioni, che si è conclusa solo poco tempo fà, a favore della nipote istituita con il primo valido testamento.
Infatti, la signora, assistita dall’Avv. Ennio Falcone di Amalfi impugnava innanzi al Tribunale di Salerno i due ultimi testamenti olografi, chiedendone l’annullamento in quanto non non redatti, dalla compianta signora, e, cioè, assolutamente falsi, al pari della istituzione del lontano parente.
Dopo diversi anni, e numerose eccezioni procedurali e sostanziali avanzate dal lontano parente convenuto, e dopo anche perizie calligrafiche, nonché, tenendo altresì conto, della circostanza che, al momento della presunta redazione degli ultimi testamenti, a causa di forti patologie, la compianta signora era quasi incapace di intendere di volere, il Tribunale di Salerno, in composizione collegiale, dichiarava l’annullamento degli ultimi due testamenti olografi in favore del lontano parente, in quanto si trattava di testamenti falsi, redatti da terze persone, senza che la compianta ne sapesse nulla ed, oltretutto, in un periodo in cui la stessa non aveva più la capacità di poter scrivere alcunché, o di esprimere alcuna compiuta determinazione di volontà.
Il lontano parente, avverso tale decisione del Tribunale collegiale, proponeva appello formulando una serie di eccezioni volte ad invalidare la pronunzia di primo grado.
Al termine dell’articolato e lungo giudizio di secondo grado, anche la Corte di Appello di Salerno, riconosceva la nullità dei due ultimi testamenti olografi e rigettava l’appello, confermando, invece, la validità del primo testamento redatto dalla de cuius a favore della nipote.
Essendo, successivamente, passata in cosa giudicata la citata l’ultima sentenza di secondo grado, la nipote, ha acquisito definitivamente la qualità di erede, ed a seguito di un’ulteriore azione di petizione ereditaria, considerato che il lontano parente si è sempre rifiutato di riconsegnare quanto senza titolo, ha recuperato quanto le spettava.
L’avv. Ennio Falcone, ha commentato la sentenza affermando che: “si è trattato di una vicenda molto complessa ed interessante dal punto di vista professionale, non solo per il valore dell’asse ereditario, ma per gli istituti di diritto successorio coinvolti, le eccezioni di controparte, poi rivelatesi infondate, e l’impegno reso necessario per smontare quanto architettato dall’erede apparente per accaparrarsi, sine titolo, un asse ereditario allo stesso non spettante. Anche la successiva azione recuperatoria ha presentato complessità dovute ai tentativi di controparte di evitare la consegna dei beni. Esprimo la mia piena soddisfazione che alla fine è prevalsa la verità, e la mia assistita, vera erede testamentaria della compianta de cuius, ha ottenuto il riconoscimento del proprio titolo, ed il recupero di quanto di sua spettanza.”