Fra Castellammare e Torre Annunziata il voto nella speranza del riscatto dopo i commissariamenti

7 giugno 2024 | 05:29
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Fra Castellammare e Torre Annunziata il voto nella speranza del riscatto dopo i commissariamenti

 Fra Castellammare e Torre Annunziata il voto nella speranza del riscatto dopo i commissariamenti. Due città importanti del golfo di Napoli, sulle quali vi è una grande attenzione , due realtà della Campania che non riescono a scrollarsi di dosso tanti problemi , non ultimi i collegamenti con la camorra e la delinquenza organizzata, le occasioni mancate, ma tante potenzialità in un articolo di Paolo Mainiero su IL Mattino oggi
Due città confinanti, che insieme fanno poco più di 95mila abitanti, un’area urbana senza soluzione di continuità con gli stessi pregi e difetti e tante analogie. L’ultimo anello che le tiene strette è lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, roba di appalti sospetti e collusioni tra politica e camorra che hanno provocato un lungo commissariamento. Castellammare di Stabia e Torre Annunziata vanno al voto domani e domenica con un carico di speranze e disillusioni e con la consapevolezza che non si può più sbagliare.
Il futuro è qui e adesso. Le cose da fare sono tante, spetta alla politica dare risposte. Gli schieramenti in campo sono più o meno speculari e ci si è affidati a nomi nuovi, in rottura col passato, anche se nelle liste non mancano i soliti noti. A Castellammare i candidati a sindaco sono due, il giornalista Luigi Vicinanza per il centrosinistra nella versione campo largo (c’è anche il M5s) e l’avvocato Mario D’Apuzzo per il centrodestra. A Torre Annunziata sono quattro i competitor: Corrado Cuccurullo, docente di Economia alla Federico II, del Pd, guida la coalizione di centrosinistra. I cinque stelle non ci sono, corrono da soli con la preside Maria Antonietta Zeppetella; il candidato del centrodestra è il medico Carmine Alfano; Lucio D’Avino guida una lista civica.
Gli scheletri abbandonati di vecchi capannoni riportano a tempi andati di due città industriali, città operaie dove non a caso la sinistra aveva un suo zoccolo duro. Poi, il lento declino e un salto nell’ignoto, senza una precisa identità laddove la vocazione industriale andava mantenuta ma declinandola in un paradigma moderno, ovvero innovazione, sostenibilità, tecnologia, turismo. Il paradosso è che oggi Torre Annunziata può vantare un colosso farmaceutico come la Novartis e Castellammare due porti turistici di lusso come il Marina di Stabia e lo Stabia Main Port, ma sono tutte cattedrali nel deserto. Tutt’intorno il degrado e occasioni perse (perfino le storiche terme stabiane hanno chiuso) e un confine disegnato dal Sarno, il fiume che con i suoi scarichi abusivi ha inquinato quel mare che ora, grazie agli investimenti della Gori, si sta faticosamente riportando alla balneabilità. Ieri, il simbolico incontro alla foce del fiume tra i due candidati a sindaco del centrosinistra (Vicinanza e Cuccurullo) dice che, al di là di chi amministrerà, è necessario che le due città trovino sulle grandi questioni forme di collaborazione.
LUCI E OMBRE
A Castellammare la Fincantieri resta un fiore all’occhiello ma per competere e attirare commesse importanti ha bisogno di investimenti che l’azienda ha garantito ma anche di lavori di ammodernamento del porto che l’Autorità portuale del Tirreno sta progettando; il porto di Torre Annunziata è in un limbo: non rientra nella gestione dell’Authority e rischia il declino pur restando l’hub delle navi che scaricano farina per i pastifici di Gragnano e pur vantando la presenza di importanti cantieri per il diportismo. Sia nell’uno che nell’altro caso, va impostata un’azione che riporti il mare al centro dei piani di sviluppo.
In questo senso, recuperare la balneabilità è un presupposto essenziale anche in chiave turistica. Gli scavi di Oplonti con la Villa di Poppea, la Villa San Marco di Stabiae, il museo archeologico Libero D’Orsi nella Reggia di Quisisana sono «tesori» sui quali il ministero della Cultura e il Parco archeologico stanno investendo nell’idea di quella Grande Pompei che dovrà fare dei beni culturali un pezzo dell’industria del turismo. Ma i «tesori» da soli non possono bastare se non supportati da servizi efficienti e di qualità. La nota è dolente. A partire dai trasporti, se si considera che tutti questi siti non sono collegati tra loro né con le stazioni ferroviarie. Le quali linee sono un problema nel problema: la Circumvesuviana funziona a scartamento ridotto tra ritardi, soppressioni e treni vetusti e i lavori che l’Eav (la holding regionale dei trasporti) ha in corso per migliorare il servizio trovano anche una certa resistenza. È il caso del braccio di ferro a Castellammare sulla realizzazione di un sottopasso che secondo i cittadini spacca in due la città e ammazza il commercio ma che per l’Eav è fondamentale per eliminare i passaggi a livello e favorire la mobilità. E su questo punto sia Luigi Vicinanza che Mario D’Apuzzo sono d’accordo, almeno a parole, contro il sottopasso.
LOTTA ALLA CAMORRA
È chiaro che ogni futuro scenario non può prescindere da una convinta lotta alla criminalità organizzata che resta forte e tentacolare sia a Castellammare che a Torre Annunziata, prova ne sia lo scioglimento per infiltrazioni mafiose. Il rischio di una ingerenza della camorra è reale, i clan ancora controllano pezzi del territorio e in questo senso si rende indispensabile la riqualificazione e il recupero sociale di pezzi di città dove la malavita trova il suo terreno fertile. A Castellammare è stato finanziato con 90 milioni di euro un complesso progetto per il rione Savorito, che dovrebbe cambiare radicalmente volto grazie alla demolizione degli alloggi del dopo terremoto dell’80 e alla costruzione di nuove e più funzionali case e all’apertura di aree verdi e impianti sportivi; analoga operazione è prevista a Torre Annunziata al Quadrilatero della Carceri, vecchia roccaforte del clan Gionta, oggi un moderno esempio di archeologia urbana: palazzo Fienga sarà abbattuto e il rione sarà restituito alla città.