La nomina di Alessio Vlad a Presidente della Fondazione Ravello. Da Bolle a Bolla

26 giugno 2024 | 23:32
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La nomina di Alessio Vlad a Presidente della Fondazione Ravello. Da Bolle a Bolla

Dopo l’annuncio a caldo della nomina di Alessio Vlad a Presidente della Fondazione Ravello, e dopo i caldi voti augurali  che gli abbiamo di cuore rivolto, proviamo a fare il punto della situazione sulla base dello scarno comunicato della Fondazione, delle esigue se non inesistenti notizie ricavabili dai siti istituzionali, e della storia recente è passata della Fondazione.
La nomina del maestro Vlad a presidente del CdA e della Fondazione Ravello non è definibile una novità e neppure una promozione, è un interessante mix la cui risultante ci apparirà più chiara nei prossimi mesi. Alessio Vlad ha fatto parte della Fondazione Ravello sin dalla prima ora, nei ventidue anni di storia ha avuto svariati ruoli e alternati rapporti con i Soci ed i vari membri delle Governance susseguitesi: da membro del CDI a Direttore della sezione sinfonica,  da direttore artistico ancora a membro del CDI ; di sicuro lui conosce bene l’ambiente e viceversa: un fatto questo decisamente positivo. Storicamente in comunione con alcuni “pezzi” della Fondazione e in contrasto con altri; dapprima vicino alla Provincia di Salerno con Andria, oggi uomo di fiducia di De Luca che lo ha nominato; dapprima voluto da De Masi come direttore della sezione sinfonica del festival e poi dallo stesso sostituito; potremmo dire corsi e ricorsi storici che lo hanno portato alla sedia più bollente della Fondazione Ravello che, dopo i due periodi più aurei quello del primo De Masi e di Brunetta, non ha trovato più pace, ricordiamo per memoria: il primo commissariamento, il ritorno per pochi mesi di De Masi, un secondo commissariamento di due anni, la meteora Scurati, e per finire la presidenza Falconio, misteriosamente svanita,  a poche settimane dalla scadenza naturale, finanche dal comunicato stampa ufficiale.
Diciamo che gli auguri rivolti al neo Presidente dalla nostra redazione, appaiono sempre più necessari ed opportuni, anche per il burocratico e freddo “sentito il Sindaco di Ravello” che riporta il comunicato; nel mondo normale, allorquando due istituzioni si ….”sentono” per decidere, esce un comunicato congiunto su quanto si è deciso; purtroppo come abbiamo già avuto modo di scrivere, la Fondazione Ravello è diventata un dito della mano regionale, con una sola persona al comando.
Purtroppo non ci sono più conferenze stampa, atti pubblicati, bilanci ufficiali, dichiarazioni articolate, per poter svolgere il ruolo di informatori e giornalisti. C’è chi si inventa gossip e dicerie per riempire i giornali, noi non vogliamo farlo perché non è professionale e nuoce al territorio; men che meno amiamo fare i romanzieri o gli  sceneggiatori scrivendo: “ in una nota istituzione culturale nel paese di Bengodi,  un giorno il presidente entró in rotta di collisione con il capo del Ducato che aveva bloccato la famosa giostra annuale dei cavalieri per mancanza di pecunia e si schierò con il Conte della vicina contea. Il Duca indiavolato, lo epurò e chiamò un suo fedele scudiero per sostituirlo, promettendogli che poi lo avrebbe portato a dirigere il teatro di corte molto più importante” aggiungendo in coda alla storiella: la presente storia è totalmente inventata ed ogni riferimento a fatti e persone vere è puramente casuale. Certo, se tutto avvenisse come una volta quando la trasparenza era massima e si comunicava di tutto e di più, il nostro lavoro sarebbe più facile e il territorio più consapevole; oggi che la Fondazione ha perso qualsiasi autonomia ed equidistanza dai giochi della politica, ci troviamo difronte all’ ennesimo carrozzone lontano dai cittadini e ammantato di una brutta aria: esattamente il contrario della cultura e delle ….. cose belle.
Intanto per dovere di cronaca dobbiamo evidenziare che riceviamo notizie e commenti poco lusinghieri sulla qualità del festival, annunciato con primato di ritardo nella comunicazione; gli aggettivi dispregiativi abbondano andando dal “triste” al “provinciale” e per carità di patria ci fermiamo ai meno brutti; un commento pervenutoci  però lo vogliamo riportare, almeno per sorridere un poco: annunciato il festival che parte al plurale e arriva al singolare: da…… BOLLE a …. BOLLA.

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