Ricorso al Tar dei charter con l’AIS. Cacace “Necessario per controllare velocità e per sicurezza navigazione”

Punta Campanella, 27 giugno 2024 – Le associazioni di categoria dei charter hanno recentemente presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) contro il provvedimento dell’Area Marina Protetta (AMP) Punta Campanella, che impone l’obbligo del dispositivo Automatic Identification System (AIS) a bordo delle imbarcazioni commerciali operanti nelle zone parco.
L’AIS, comunemente noto come una sorta di “scatola nera”, registra la posizione e la velocità delle imbarcazioni, contribuendo a monitorare e garantire il rispetto delle norme di sicurezza e tutela ambientale all’interno dell’area protetta.
Le Ragioni del Provvedimento
Lucio Cacace, Presidente della Riserva Marina, ha espresso rammarico per il ricorso presentato, sottolineando che l’introduzione dell’AIS è motivata dalla necessità di regolamentare un settore in forte espansione. “Siamo rammaricati. Il nostro obiettivo è regolamentare il settore della locazione e noleggio per la tutela del nostro prezioso ambiente marino e per la sicurezza, nell’interesse di tutti, anche dei ricorrenti,” ha dichiarato Cacace.
Negli ultimi anni, infatti, il numero di imbarcazioni che operano nel settore del noleggio e della locazione all’interno dell’AMP è cresciuto significativamente, rendendo indispensabile l’adozione di misure che garantiscano il rispetto delle regole. L’AIS, in questo contesto, rappresenta uno strumento chiave per monitorare la velocità e la posizione delle imbarcazioni, prevenendo incidenti e salvaguardando l’ecosistema marino.
Le Motivazioni dei Ricorrenti
Nonostante le intenzioni dichiarate dall’AMP Punta Campanella, le associazioni di categoria dei charter hanno deciso di opporsi al provvedimento, presentando un ricorso al TAR. La domanda sorge spontanea: perché opporsi se si rispettano le regole? Il ricorso potrebbe derivare da preoccupazioni legate ai costi aggiuntivi per l’installazione e la manutenzione dei dispositivi AIS o da timori di controllo eccessivo sulle attività commerciali.
L’Appello al Dialogo
Lucio Cacace ha ribadito la disponibilità dell’AMP a confrontarsi con i ricorrenti per trovare una soluzione condivisa, affermando: “Lavoriamo nell’interesse di tutti, inclusi i ricorrenti, e prendiamo atto serenamente del ricorso presentato. Siamo fiduciosi che il TAR saprà valutare attentamente la situazione e fornire una pronuncia adeguata. Nel frattempo, rimaniamo a disposizione per qualsiasi confronto e dialogo costruttivo.”
Conclusione
La questione sollevata dal ricorso al TAR rappresenta un punto cruciale per il futuro della gestione dell’Area Marina Protetta Punta Campanella. È evidente che una regolamentazione efficace è necessaria non solo per la tutela dell’ambiente marino, ma anche per garantire la sicurezza delle operazioni commerciali. Tuttavia, è altrettanto importante che le normative siano equilibrate e tengano conto delle esigenze e delle preoccupazioni di tutti gli attori coinvolti. Solo attraverso il dialogo e la collaborazione sarà possibile raggiungere un compromesso che soddisfi l’interesse comune di proteggere e valorizzare il prezioso ecosistema marino di Punta Campanella.