Capri, taxi investe un gatto uccidendolo. Si indaga per “omissione di soccorso”

Ieri sera, sull’isola di Capri, un gatto è stato investito accidentalmente in Via Roma da un taxi il cui conducente non si sarebbe fermato per soccorrere l’animale che, a seguito dell’impatto, è deceduto. La Polizia Municipale di Capri sta indagando sull’episodio e sta procedendo per il reato di “omissione di soccorso”.
E’ importante ricordare che l’omissione di soccorso di un animale investito è un reato, oltre ad essere un gesto moralmente deprecabile”.
L’omissione di soccorso di un animale investito, che di per sé costituisce un illecito amministrativo, può però sconfinare anche nel penale qualora se ne provochi la morte.
L’articolo 189 del Codice della Stada stabilisce che, chiunque provochi un incidente per propria responsabilità e, a seguito di esso, investe un animale d’affezione (cani o gatti), da reddito (cavalli, mucche, maiali, ecc.) o appartenenti a specie protette, ha l’obbligo di fermarsi immediatamente e di chiamare le autorità di soccorso degli animali (ad esempio l’Asl o la forestale a seconda del luogo ove è avvenuto l’incidente). Chi viola tale norma commette un illecito amministrativo punito con una sanzione pecuniaria che va da 413 a 1.658 euro. La sanzione scatta anche quando l’investimento è involontario e del tutto casuale.
Inoltre, l’articolo 544 bis del Codice Penale prevede il reato di uccisione di animale – punito con la reclusione da quattro mesi a due anni – tutte le volte in cui viene procurata la morte dell’animale per crudeltà o senza necessità. Secondo la Cassazione, tale reato si può configurare non solo con una condotta attiva, ma anche passiva: tale è ad esempio quella di chi non presta soccorso al cane o gatto investito. Ne consegue che qualora dall’omissione di soccorso dell’animale investito derivi la morte dell’animale stesso scatta il reato.
Come già detto, in caso di investimento di un animale è necessario fermarsi e accertarsi immediatamente dello stato di salute di quest’ultimo. Dopodiché, bisognerà chiamare le autorità preposte che, seppur dalla legge non vengono individuate, possono essere considerate: i servizi veterinari delle Ats, il Corpo Forestale dello Stato, i Carabinieri, la Polizia di Stato o le Polizie Municipali, Locali o Provinciali, i Centri di recupero fauna selvatica o, eventualmente, uno studio medico veterinario vicino.

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