Chi e Roberta Metsola presidente del Parlamento europeo per il suo secondo mandato

Roberta Metsola presidente del Parlamento europeo per il suo secondo mandato: guiderà gli eurodeputati per i prossimi due anni e mezzo. Metsola, nata a St. Julian’s, a Malta, il 18 gennaio 1979, fa parte del Partito popolare europeo. Era già presidente dal 2022, dopo la morte di David Sassoli. Oggi a sfidarla c’era solo la spagnola Irene Montero, che si è fermata a 61 voti.
A cura di Luca Pons

Chi è Roberta Metsola, la presidente del Parlamento Ue
Roberta Metsola è nata con il nome di Roberta Tedesco Triccas il 18 gennaio 1979 a St. Julian’s, a Malta. Cresciuta a Gżira, un paese di poche migliaia di abitanti nella regione centrale dell’isola mediterranea, si è laureata in giurisprudenza all’Università di Malta nel 2003 e l’anno dopo ha ottenuto un diploma in Studi europei al Collegio d’Europa di Bruges, in Belgio.

Metsola ha preso il suo attuale cognome dopo il matrimonio con il politico finlandese Ukko Metsola, avvenuto nel 2005 a Malta. La coppia ha quattro figli. Entrambi fanno parte del Partito popolare europeo, e nel 2009 sono diventati la prima coppia sposata a candidarsi per le elezioni europee in due Stati membri diversi.

Sono spesso state contestate le posizioni di Metsola sull’aborto, che tuttavia non sono emerse in modo significativo nei due anni e mezzo del primo mandato da presidente del Parlamento europeo. Malta ha una delle regolazioni più stringenti a livello europeo sull’aborto – è possibile solo in caso di rischio di morte per le donne, mentre prima del 2023 era del tutto proibito. Metsola negli anni prima della sua elezione a presidente si è espressa più volte contro l’aborto. Una volta eletta, invece, ha detto che avrebbe rappresentato la posizione del Parlamento europeo, cioè che l’accesso sicuro all’aborto sia un diritto umano. Il profilo di Metsola al Parlamento europeo permette di ripercorrere le sue attività nelle legislature di cui ha fatto parte.

La carriera politica di Roberta Metsola dalle origini al Parlamento Europeo

L’impegno politico di Metsola è iniziato fin dagli anni degli studi con il Partito nazionalista maltese. Dopo essere stata eletta come vicepresidente della Conferenza giovanile sul futuro dell’Europa a soli 23 anni, nel 2003 si è dedicata alla campagna referendaria per l’ingresso di Malta nell’Unione europea. Nel 2004 e nel 2009 si è candidata alle elezioni europee, senza successo. Nel 2013 è entrata al Parlamento europeo vincendo il seggio che era stato lasciato da Simon Busuttil, eletto nel frattempo al Parlamento maltese.

Rieletta nel 2014 e poi nel 2019, nel 2020 è stata eletta come prima vicepresidente del Parlamento Ue, per prendere il posto dell’irlandese Mairead McGuinness, scelta come membro della Commissione europea. Metsola è stata la prima maltese a occupare la carica di vicepresidente.

Già nel novembre 2021, Metsola è stata scelta come candidata del Partito popolare europeo per succedere a David Sassoli, presidente in carica del Parlamento europeo e rappresentante del gruppo Socialisti e democratici. Il mandato di Sassoli sarebbe scaduto a gennaio 2022, ma a seguito di un ricovero in ospedale lo stesso presidente aveva fatto sapere che non si sarebbe ricandidato. Sassoli è morto l’11 gennaio 2022, a una settimana dal termine del suo mandato. Il 18 gennaio (giorno del suo compleanno) Metsola è stata eletta presidente del Parlamento europeo ottenendo 458 voti sui 690 totali: è stata la prima maltese a farlo, la persona più giovane a ottenere la carica e anche la prima donna dal 2002.

Il primo discorso di Metsola: “L’Europa è sempre la risposta”

“La nostra è un’Europa per tutti, per tutti coloro che si sono battuti per allontanarsi dai regimi totalitari. Un’Europa di cui Adenauer, Mitterrand, Wałęsa, Havel, Veil, Falcone, Borsellino possano essere orgogliosi. Un’Europa che onori la nostra storia comune, e non c’è luogo migliore per farlo che qui, a Strasburgo, nella sede del Parlamento europeo”. Con queste parole Metsola ha iniziato il suo discorso di accettazione di fronte all’Aula.

“La nostra deve diventare un’Europa di cui tutti si sentano parte. La polarizzazione nelle nostre società ha portato a una politica di scontro e violenza politica. La risposta più semplice è dividere la nostra comunità tra ‘noi’ e ‘loro’. Superiamo questo pensiero che ha escluso delle persone, che volta loro delle spalle, fomenta rabbia e odio invece di costruire rabbia e convinzione”, ha aggiunto: “Questo è un Parlamento che difende l’opposto, vuole costruire piuttosto che distruggere”. Per poi concludere: “Costruiamo una nuova narrativa di speranza. Questo parte da noi, e l’Europa resta sempre la risposta. Viva l’Europa”.