La Patria: una parola che evoca storia, memoria, tradizioni, amore, onore, appartenenza, identità, unità, devozione, eroismo. Ma anche dolore, obbligo, sacrificio, scontro, difesa, battaglia, sangue. Rosanna Fienga, col suo stupendo romanzo, “Mal di Patria”, analizza questi sentimenti con lo strumento che conosce meglio: l’anima. Rosanna è una rinomata chef, una storica ristoratrice stabiese e una fine poetessa, oltre che una donna di sensibilità estrema, molto attiva nel sostegno sociale, nella promozione culturale e nell’educazione dei giovani. Dopo la felice pubblicazione de “Il cibo della vita”, sulla propria esperienza di vita e cucina, ora con “Mal di Patria” esordisce nella narrativa, con un’opera acerba ma densa di spunti di interesse. Si tratta di un romanzo storico, che ci catapulta in una saga familiare della Castellammare a cavallo tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Il classico e sempre avvincente triangolo amoroso tra la protagonista bella e dolce, sedotta e abbandonata, il bastardo cattivo ma pieno di fascino e il buono che sembra perfetto ma cela i suoi tormenti interiori, i personaggi carichi di umana verità, la descrizione di atmosfere e climi di un tempo passato che ci fa da radici, creano una suggestione che fa di questo testo un piccolo gioiello. Certamente, la scrittura a volte più adatta alla lirica che alla prosa, la velocità con cui la trama corre sugli eventi che il lettore avrebbe voglia di conoscere più in dettaglio, l’accennato ma non approfondito rapporto tra l’evolversi della macrostoria e le vicende di Castellammare, lasciano l’idea che questo romanzo sia una bozza di un’opera più ampia che, partendo dal talento immaginativo davvero notevole dell’autrice, dia più spazio all’approfondimento di personaggi e situazioni. Quello che arriva forte, da questo testo pregiato, è il messaggio di pace: ieri come allora, il mondo è assetato di amore, giustizia e onestà, e la memoria storica della violenza delle guerre che hanno già martoriato l’umanità deve essere monito e avvertimento per non cadere di nuovo nell’oblio della ragione. Mal di Patria si staglia, dunque, come un prezioso libro per la pace, un racconto per non dimenticare.
Carlo Alfaro