Massima attenzione per salvaguardare uno dei patrimoni assoluti di Vico Equense, il Banco di Santa Croce

Massima attenzione per salvaguardare uno dei patrimoni assoluti di Vico Equense, il Banco di Santa Croce. Il sindaco Giuseppe Aiello dichiara: «Grazie al lavoro degli uffici preposti e con la collaborazione dell’Università Federico II di Napoli, già da domani con la prima immersione avvieremo un’importante iniziativa di campionatura fotografica e controllo delle acque del Banco di Santa Croce, che durerà fino alla fine dell’anno.
Con il supporto di professionisti altamente qualificati, garantiremo il monitoraggio necessario, totalmente assente negli anni passati. Questo progetto è fondamentale per salvaguardare il nostro prezioso ecosistema marino e la straordinaria biodiversità che caratterizza quella zona».
I meravigliosi fondali del Banco di Santa Croce custodiscono un piccolo arcipelago sommerso: sette scogli calcarei disposti in circolo che formano una secca disposta ad anfiteatro all’interno della quale prosperano, nutrite a sazietà dal plancton che è abbondantissimo, le piantagioni di gorgonie sulle quali vengono posate le uova di gattuccio, ma si incontrano cernie, scorfani rossi, murene, gronchi e, spesso, anche aragoste.
Già oggetto di studio da parte del mondo scientifico sin dall’800, il Banco di Santa Croce, negli anni 90 fu inserito all’interno del costituendo Parco Marino Punta Campanella addirittura come zona A, in ragione della sua elevata biodiversità e per il suo fondamentale ruolo nell’equilibrio dell’ecosistema circostante. Ma successivamente, per ragioni non note, il Banco fu stralciato dal parco.
Nel giugno 1993, su proposta dell’associazione Marevivo, il Ministero della marina Mercantile con apposito decreto decise di istituire la Zona di Tutela Biologica Z.T.B. “Banco di Santa Croce” vietando la pesca sia professionale, sia sportiva in un’area di 300 metri di diametro.

banco santa croce
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