Oggi la Chiesa festeggia San Bonaventura da Bagnoregio

Giovanni Fidanza, generalmente conosciuto con il nome di Bonaventura, nacque nel 1218 a Bagnorea, oggi sobborgo di Bagnoregio presso Viterbo. Entrò nell’Ordine dei frati Minori anche per adempiere a un voto fatto da sua madre che lo aveva riavuto guarito da una grave malattia per intervento di san Francesco. Inviato a Parigi per studiare filosofia e teologia, divenne lui stesso maestro nel 1253 e insegnò continuando a risiedervi per ragioni pratiche e per restare maggiormente in contatto con il mondo intellettuale. L’Ordine francescano, che contava dopo cinquant’anni circa trentamila membri, trovò in Bonaventura un organizzatore illuminato che lo preservò dagli eccessi dei fratelli rilassati come da quelli degli zelanti. All’età di36 anni fu eletto Generale dei Minori, carica che tenne fino al 1274, diventando come il secondo fondatore dell’Ordine, e promulgandone – nel Capitolo di Narbona (1260) – le costituzioni. Nominato arcivescovo di York da Clemente IV, vi rinunciò, ma dovette poi accettare il cardinalato e il vescovado di Albano da Gregorio X, che egli aveva contribuito a far eleggere nel conclave (durato ben tre anni) a Viterbo, nel 1271. Si dedicò alla preparazione del secondo concilio di Lione in vista dell’unione coi Greci, che egli ebbe la gioia di vedere raggiunta. Nel frattempo si era dimesso da generale dell’Ordine. Estenuato dalle fatiche sostenute nella quarta sessione, la più laboriosa per il numero di canoni approvati, il 6 luglio cadde gravemente infermo e all’alba del 15 luglio 1274 morì, a 56 anni di età, assistito dallo stesso Papa. Fu canonizzato nel 1482 e nel 1588 Sisto V lo proclamò dottore della Chiesa col titolo di “Doctor Seraphicus”. Il santo ha lasciato una sessantina di opere, tra le quali la più conosciuta è il famosissimo Itinerarium mentis in Deum, un itinerario filosofico, teologico e mistico che accompagna l’uomo attraverso le sei scale dell’ascesa a Dio, fino alla pace della contemplazione

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