Oggi la Chiesa festeggia San Camillo de Lellis

Camillo de Lellis nacque a Bucchianico di Chieti il 25 maggio 1550, in una stalla per devozione della madre quasi sessantenne. Suo padre, militare di professione, lo volle con sé essendo nel frattempo deceduta la madre, e Camillo, vivendo coi soldati, durante i bivacchi imparò a giocare a carte e a dadi. Intrapresa anch’egli la carriera militare dopo la scomparsa del padre, nel 1571 dovette ricoverarsi nell’Ospedale di S. Giacomo degli Incurabili a Roma a causa di una piaga al piede destro, poi non del tutto guarito militò in Dalmazia e poi a Tunisi al soldo della Spagna, ma nel 1574 venne congedato. Tra l’altro, a causa del vizio del gioco, si era ridotto in miseria. Toccato dalla grazia si convertì ed entrò fra i Cappuccini, ma riapertasi la piaga del piede tornò in ospedale dove maturò la vocazione di consacrarsi a Dio dedicandosi alla cura dei malati. Proseguiti gli studi al Collegio Romano, fu ordinato sacerdote il 26 maggio 1584 e l’8 settembre rivestì dell’abito – caratterizzato da una croce di panno rosso sul petto – i suoi primi compagni. Incontrò inizialmente ostacoli e opposizioni ma, incoraggiato prodigiosamente da un Crocifisso che gli parlò, diede vita all’Ordine dei Chierici Regolari denominati “Ministri degli Infermi”, poi “Camilliani”, che oltre ai tre voti di povertà, castità e obbedienza ne emettono un quarto di “perpetua assistenza corporale e spirituale ai malati, ancorché appestati”. Dal 1594 in poi il santo fondò una quindicina di case nelle principali città italiane, poi nel 1607 rinunciò al governo dell’Ordine per attendere solo alla cura dei malati. Morì a Roma il 14 luglio 1614. Canonizzato nel 1746, nel 1886 fu dichiarato patrono degli infermi, degli ospedali e degli infermieri insieme a san Giovanni di Dio. Alla sua formula di vita si sono ispirate varie associazioni e congregazioni religiose, tra le quali le Ministre degli Infermi (Lucca, 1841), le Figlie di San Camillo (Roma, 1892) e le Missionarie degli Infermi (1948).

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