Piano di Sorrento e 5G, interviene il Comitato Civico: “Esperti non escludono il rischio cancerogeno degli impianti”

6 luglio 2024 | 16:50
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Piano di Sorrento e 5G, interviene il Comitato Civico: “Esperti non escludono il rischio cancerogeno degli impianti”

Piano di Sorrento. Continua a far discutere la paventata installazione di antenne 5G sul territorio comunale, per la precisione di tre antenne sul tetto del palazzo comunale di Piazza Cota (nel pieno centro abitato), un’antenna al Cimitero, una al campetto sportivo di Pozzopiano ed una in località Teresinella.
Contro tale decisione il Comitato Civico Piano di Sorrento ha lanciato una petizione cartacea che ha superato le 1.700 firme.
Nei giorni scorsi sul settimanale “Agorà” sono comparsi gli interventi del consigliere comunale Maurizio Gargiulo e dell’Ingegner Roberto Gebbano a supporto dell’installazione dei ripetitori. A tali interventi il Comitato Civico risponde con un comunicato pubblicato sempre su “Agorà” ed inviato anche a noi di Positanonews, che riportiamo integralmente.
«Quando la cattiva informazione diventa preconcetto.
A margine degli interventi espressi nei numeri di Agorà del 1 e 15 giugno scorso da parte del dott. Maurizio Gargiulo e dell’ing. Gebbano, corre l’obbligo per il Comitato di precisare quanto segue in merito all’installazione di ripetitori di telefonia mobile 5G in centro città, così come nelle intenzioni e con le modalità previste dal comune di Piano di Sorrento.
Recentemente il dott. Maurizio Gargiulo e l’ing. Gebbano hanno infatti dichiarato con fermezza il loro supporto per la tecnologia 5G, affermando che essa è completamente sicura per la salute umana. Tuttavia corre l’obbligo di precisare che, benché assolutamente stimato, il dott. Gargiulo è un medico di base in quiescenza che non risulta a chi scrive che abbia mai condotto uno studio scientifico sugli effetti delle onde elettromagnetiche sulla salute umana.
Ma vi è di più.
È noto l’enorme interesse economico delle compagnie di telefonia all’installazione di ripetitori 5G in centro, così come confermato anche dai vari i servizi di Report sull’argomento. Ed è chiaro anche il perché delle dichiarazioni dell’ing. Gebbano: noto professionista, è ingegnere che per professione installa ripetitori. Noi carottesi chiederemmo mai all’acquaiolo di dirci se l’acqua è fresca?
Orbene, più di 1700 firmatari hanno presentato al Comune di Piano di Sorrento un documento in cui chiedono, a tutela della salute propria e delle future generazioni, di lasciare in vigore il regolamento comunale per la disciplina delle procedure per l’installazione e la modifica degli impianti radioelettrici operanti fra le frequenze di 50 KHz e 300 GHz.
Tale regolamento ad oggi vigente, va ribadito ancora una volta, consente l’installazione degli impianti in regime di effettiva concorrenzialità, ma al contempo individua come siti sensibili da tutelare e preservare dalla esposizione a campi elettromagnetici ospedali, case di cura e di riposo, scuole e asili nido, parchi e aree per il gioco e lo sport per l’infanzia, edifici scolastici, circoli ricreativi, nonché le relative pertinenze per tutte le tipologie citate (terrazzi, balconi, giardini).
Di certo tra i 1700 firmatari del documento non vi sono scienziati ed esperti della materia, ma solo cittadini preoccupati per l’installazione delle suddette apparecchiature che, esponendo la popolazione a campi elettromagnetici, potrebbero determinare gravi conseguenze sulla salute dell’intera collettività.
Come indicato dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’OMS, l’esposizione a campi elettromagnetici e radiofrequenze è infatti classificata come “possibilmente cancerogena”.
Particolarmente inquietante è inoltre la considerazione che le conseguenze sopra menzionate potrebbero non essere immediatamente percepibili. Questo è evidenziato in numerose circolari ministeriali e studi scientifici, i quali indicano che la questione è ancora oggetto di approfondimento da parte degli esperti che non escludono il rischio cancerogeno degli impianti, soprattutto per quanto riguarda l’epigenesi delle cellule nei primi anni di vita dell’essere umano.
Nel 2023, tali preoccupazioni sono state incluse nell’appello degli Scienziati Italiani per la sicurezza elettromagnetica al Governo, al Parlamento, alle Regioni.
L’incipit di tale documento è emblematico: “Noi sottoscritti biologi, fisici, chimici e medici conduciamo ricerche da decenni sugli effetti biologici dei campi elettromagnetici e non abbiamo mai usufruito di fondi dell’industria delle telecomunicazioni, a dimostrazione di aver lavorato sempre nell’interesse esclusivo della salute pubblica”.
In tale appello, i settantatré scienziati esprimono forti dubbi sulle emissioni elettromagnetiche e affermano: “Aumentare il valore di attenzione di 6 V/m per i luoghi di vita dove si permane più di 4 ore è motivo di grande preoccupazione”. Proseguono asserendo che i loro studi da almeno vent’anni hanno ampiamente dimostrato che le esposizioni alla radiofrequenza, anche al di sotto degli attuali standard di sicurezza, producono danni alla salute e riducono i livelli di benessere della popolazione e precisano che: “La radiofrequenza è stata associata a diverse problematiche sanitarie tra cui: cancro (la RF è stata classificata dalla IARC come “possibile cancerogeno per l’Uomo” nel 2011, ma studi successivi hanno concluso che la radiofrequenza rientra nei parametri della Classe 2A, ovvero “probabile cancerogeno”, e della Classe 1 ovvero “cancerogeno certo”); malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer; infertilità maschile e femminile; aumento dello stress ossidativo (correlato a numerosissime malattie croniche); alterazioni neuro-comportamentali nei bambini nati da madri che usavano il cellulare in gravidanza; disfunzioni immunitarie; alterazioni del metabolismo dell’insulina; aumento della permeabilità cerebrale e alterazioni del metabolismo cerebrale”.
Il Comitato Civico è consapevole che, come giustamente affermato dal dott. Gargiulo e dall’ing. Gebbano, il progresso tecnologico non può essere arrestato (chi vorrebbe farlo?) e che le radiazioni emesse dai cellulari possono essere dannose per la salute. Tuttavia, l’uso del cellulare è una scelta personale di cui ciascuno assume le conseguenze, come avviene in ogni sistema democratico, mentre l’esposizione alle onde emesse da ripetitori h24 sarebbe subita passivamente dai cittadini, senza possibilità di sottrarsi ad essa.
Il Comitato prende atto inoltre che, diversamente da quanto accade in molte città italiane, i nostri amministratori non si sono opposti all’aumento della potenza della frequenza disposto dal legislatore nazionale e pertanto chiede con fermezza che, in via prudenziale, si attenda prima di valutare gli effetti del già menzionato aumento di potenza e successivamente si valuti la necessità di installare ulteriori ripetitori in città.
Questo è il principio di PRECAUZIONE più volte invocato dagli scienziati e dal Comitato.
È troppo chiedere a un’amministrazione comunale di prestare attenzione a questo argomento? È troppo chiedere a un’amministrazione comunale di tutelare la salute dei cittadini attuali e, soprattutto, di quelli delle generazioni future?
Noi CREDIAMO DI NO!
Noi crediamo che ogni amministratore di buon senso debba considerare il danno per la salute derivante dall’installazione di antenne 5G in aree densamente abitate, che irradierebbero continuamente giorno e notte, mettendo a rischio i cittadini ignari del pericolo.
Per questo, ancora una volta invochiamo PRUDENZA: aspettiamo gli effetti del potenziamento della frequenza, installiamo i ripetitori dove lo consente il vigente regolamento (peraltro approvato da quasi tutti gli attuali componenti del consiglio comunale nel 2009), e vediamo gli effetti sul sistema di comunicazione.
A che serve correre se l’interesse comune è la tutela della salute di tutti?
Il dott. Gargiulo nel suo articolo dice “Abbiamo perso troppo tempo”: in realtà finora il tempo lo hanno perso gli interessi delle compagnie di telecomunicazione, ma francamente, ne siamo certi, degli interessi economici delle compagnie di telecomunicazione non interessa a nessuno, né ai 1700 firmatari della petizione presentata al comune, né agli amministratori!
Comitato Civico di Piano di Sorrento».