Sorrento, andato bene il ricorso al Consiglio di Stato per acquisizione al patrimonio comunale dell’area dove doveva sorgere il parcheggio Rota

Sorrento, andato bene il ricorso al Consiglio di Stato per acquisizione al patrimonio comunale dell’area dove doveva sorgere il parcheggio Rota
“Il ricorso finale per l’acquisizione al patrimonio comunale del fondo di Vico III Rota a Sorrento – che era stato rimandato alle sezioni riunite del Consiglio di Stato – è andato benissimo!”
E’ quanto comunicano gli avvocati del WWF Anna Iaccarino e Giovanbattista Pane.
Torna ora alla seconda sezione solo per le statuizioni di merito ulteriori e la condanna alle spese.
Con tale sentenza è messa la parola FINE alla vicenda del parcheggio incriminato, iniziata con un esposto del WWF nel dicembre 2010, che parrebbe collegata all’aggressione subita dal presidente del WWF Terre del Tirreno il 26 marzo 2023 per la quale, lunedì 22 luglio scorso, è iniziato il processo presso il tribunale della Procura della Repubblica di Torre Annunziata che vede imputato il sig. Salvatore Langellotto, soggetto con diversi precedenti penali, ai tempi coinvolto nella costruzione del parcheggio come responsabile di cantiere.
La società che doveva costruire i 252 box era la Ediligren di Langellotto Giuseppe padre di Langellotto Salvatore.
Ora andrà fatto pressing sul Comune di Sorrento per la realizzazione di un’area a verde pubblica al posto del parcheggio privato!
Il commento di Claudio d’Esposito – presidente p.t. del WWF Terre del Tirreno:
“Credo fermamente nella Giustizia e nella tutela dell’Ambiente e del Bene Comune.
A nome del WWF Terre del Tirreno ho denunciato sul nascere il taglio dell’aranceto e dei secolari ulivi, messo in atto in appena tre giorni con un blitz senza precedenti, lavorando con l’ausilio di potenti riflettori al buio e sotto la pioggia di quel fine novembre 2010. Al mio fianco l’avvocato Giò Antonetti, amico leale e coraggioso col quale ci presentammo senza preavviso al quarto piano della Procura di Torre Annunziata direttamente nell’uffico del procuratore capo Diego Marmo. L’esposto fu inoltrato anche dai VAS.
Oggi la sentenza del Consiglio di Stato mette la parola fine a tale assurda storia e ci da ragione su tutta la linea, chiarendo un nuovo importante principio giurisprudenziale che farà testo nelle battaglie a venire.
Resta, assieme ad una enorme stanchezza, il rammarico di constatare come ci siano voluti ben 14 (quattordici) anni e decine di udienze e ricorsi, nelle sedi penali e amministrative con cinque procedimenti tra Tar e Consiglio di Stato, per poi finire, rimessi d’ufficio, dinnanzi al Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria,
per dimostrare ancora una volta di stare dalla parte della ragione.
Continueremo a seguire la vicenda finchè non vedremo ripiantati nel fondo tutti gli alberi eliminati… anzi molti di più!”
Meta, 30 luglio 2024

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