Taxi, svolta dalla sentenza della Consulta sugli Ncc: “Lo stop alle nuove licenze danneggia cittadini e Paese”. Esulta Uber

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    TORINO – E’ incostituzionale il divieto di rilasciare nuove autorizzazioni per il servizio di noleggio con conducente, i cosiddetti Ncc, sino alla piena operatività del registro informatico nazionale delle imprese titolari di licenza taxi e di autorizzazione Ncc. Di fatto la Consulta riconosce anche che oggi esiste un problema di trasporto pubblico nelle grandi città e una domanda di mobilità che non viene soddisfatta dal servizio di mezzi pubblici e dai taxi.
    Non sarebbe venuta meno solo la libertà di circolazione, ma pure lo sviluppo economico del Paese è stato compromesso dalla norma. I servizi di autotrasporto non di linea, infatti, concorrono a dare effettività alla libertà di circolazione, “che è la condizione per l’esercizio di altri diritti, per cui la forte carenza dell’offerta” – che colloca l’Italia fra i Paesi europei meno attrezzati al riguardo – generata dal potere conformativo pubblico ha indebitamente compromesso “non solo il benessere del consumatore, ma qualcosa di più ampio, che attiene all’effettività nel godimento di alcuni diritti costituzionali, oltre che all’interesse allo sviluppo economico del Paese”.

    Esulta Uber alla sentenza, col general manager Lorenzo Pireddu che vede la “fine di uno stallo durato oltre 6 anni”. La decisione “rimuove gli ostacoli all’endemica scarsità di servizi di trasporto non di linea nelle città italiane, dove la situazione è drammatica. Speriamo che il Governo prenda atto della decisione ed abbandoni ogni iniziativa volta ad introdurre restrizioni ingiustificate ai servizi NCC e che i comuni inizino immediatamente il processo per l’emissione di nuove autorizzazioni”, conclude.

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