Amalfi punta a essere modello per la gestione dell’Overtourism, ecco come- Intanto anche l’Unesco lancia l’allarme

Amalfi punta a essere modello per la gestione dell’Overtourism, ecco come- Intanto anche l’Unesco lancia l’allarme. Il fenomeno è globale, come riprendiamo sotto, e la Costiera amalfitana è territorio riconosciuto dall’UNESCO

L’Antica Repubblica Marinara lancia un modello per la gestione del sovraffollamento nelle destinazioni turistiche

Doppio appuntamento mercoledì 4 settembre 2024:

  •  ore 10:30 conferenza stampa a Salerno, Sala Azzurra della Camera di Commercio;

  •  ore 19 incontro pubblico ad Amalfi a Palazzo S. Benedetto.

Azioni puntuali e a 360° per una gestione del turismo più sostenibile nell’Antica Repubblica Marinara: il programma, messo in campo da Amministrazione Comunale e DMO Visit Amalfi, sarà presentato mercoledì 4 settembre 2024 nel corso di una conferenza stampa alle ore 10:30 a Salerno presso la Sala Azzurra della Camera di Commercio in Via Generale Clark e, in serata,  incontro pubblico alle ore 19 ad Amalfi, presso il Salone Morelli di Palazzo S. Benedetto, aperto a cittadini, operatori ed associazioni.

 

A presentare le iniziative alla stampa e alla cittadinanza sarà il Sindaco di Amalfi, Daniele Milano.

 

«Il tema della gestione del turismo è sempre più centrale nel dibattito a livello nazionale ed internazionale. – dichiara il Sindaco Daniele Milano –  Sempre più spesso le cronache raccontano, in chiave negativa, l’impatto dei flussi turistici nelle Destinazioni e sulle comunità locali. Le criticità esistono e vanno governate anche per ristabilire un equilibrio con chi abita i luoghi e prevenire il diffondersi di sentimenti anti-turistici di cui pure si è vista qualche dimostrazione in alcune località europee. Da più parti in Italia si eleva la richiesta di nuove leggi che conferiscano maggiori poteri ai Comuni per consentire un efficace governo del territorio».

 

Uno scenario in cui le Amministrazioni comunali molto spesso si trovano a fronteggiare un fenomeno complesso ma con le armi spuntate: «E’ accaduto anche qui in Costa d’Amalfi per la risoluzione delle problematiche del traffico, con la richiesta di modifica del Codice della Strada per l’attuazione di una ZTL di tipo territoriale. Altrettanto va fatto per ristabilire un corretto equilibrio tra accoglienza turistica e residenzialità»  prosegue il primo cittadino di Amalfi che ricopre anche il ruolo di delegato al Turismo per ANCI Campania.

 

La presentazione, nel corso della quale saranno snocciolati numeri e dati sui flussi turistici – tra cui il rapporto tra posti letto turistici e popolazione residente – giunge a poco più di un anno dal varo della Destination Management Organization “Visit Amalfi” retta dal prof. Josep Ejarque, nuovo motore propulsore per la promozione, comunicazione, innovazione e sviluppo del prodotto e dell’offerta turistica del territorio di Amalfi.

 

«Presenteremo una serie di azioni puntuali e a 360° su ambiti rilevanti per la vita della Città e della Destinazione Amalfi: alcune di queste sono già in corso di realizzazione, altre rappresentano importanti novità. Parliamo di distribuzione dei flussi sul territorio, di organizzazione degli arrivi via terra e via mare, di misure per la tutela del decoro, dell’ambiente e degli spazi pubblici, di iniziative per accrescere la qualità dell’offerta e dell’accoglienza. In attesa di nuove norme per governare i fenomeni più complessi, Amalfi fa la sua parte applicando un modello di gestione ad ampio spettro che potrà essere replicato anche da altre realtà che vivono la medesima condizione»

 

Alla conferenza stampa interverrà, da remoto, l’Assessore al Turismo della Regione Campania, prof. Felice Casucci.

PREOCCUPAZIONE DELL’UNESCO SULL’OVERTOURISM

Nell’ultimo anno, soprattutto con l’avvento dell’estate, si è parlato molto di overtourism. A esprimere la sua opinione e sottolinearne la gravità c’è l’Unesco che, tra i suoi obiettivi, ha anche quello di tutelare e proteggere a livello internazionale patrimoni culturali e naturali unici. Patrimoni che il turismo di massa degli ultimi 50 anni (perché l’overtourism non è un problema solo attuale) sta mettendo a rischio. Già nel 1975 si paragonavano gli effetti dei gruppi turistici alla “devastazione culturale lasciata sulla scia delle grandi migrazioni barbariche“.

Il turismo modella il nostro mondo, nel bene e nel male, alterando le nostre economie e culture, così come i nostri ambienti fisici. Quando il turismo diventa overtourism, questi elementi si amplificano alla massima potenza coinvolgendo fattori che influenzano negativamente i residenti, intaccano l’essenza e l’autenticità dei luoghi e contribuiscono al deterioramento sociale, culturale e ambientale che li circonda.

Il parere dell’Unesco sull’overtourism

Overtourism è il termine che viene utilizzato per definire un numero eccessivo di visitatori in un luogo che porta al sovraffollamento e costringe i residenti a subire le conseguenze dei picchi turistici temporanei e stagionali, i quali si ripercuotono nei loro stili di vita. Il turismo di massa non risparmia nessuno e sono molte le destinazioni interessate dal fenomeno: l’Unesco, nell’articolo pubblicato sul suo sito, ha messo in evidenza alcuni dei casi più famosi come Bali, in Indonesia. Qui, l’overtourism ha provocato un aumento nel costo della vita e scontri culturali quando i turisti non si comportano in modo rispettoso e violano i luoghi sacri.

Stessa cosa a Kyoto, in Giappone, dove il ricco patrimonio culturale è considerato una calamita per il turismo di massa e ha portato all’emergere del kankō kōgai o “inquinamento turistico“, dove la città è impegnata a cercare di controllare i flussi di visitatori e gestire adeguatamente il turismo. In questi casi, le conseguenze sono da ricercare anche nell’incapacità delle infrastrutture pubbliche di tenere il passo con l’aumento della domanda e di creare soluzioni efficaci per evitare situazioni come i congestionamenti del traffico nelle zone turistiche.

E se da una parte il turismo fornisce un potente incentivo economico per proteggere le meraviglie del mondo, dall’altra minaccia la loro stessa esistenza. Questo avviene, come ha sottolineato l’Unesco, specialmente nelle piccole isole dove l’ambiente sociale ed ecologico viene rapidamente sopraffatto. Basti pensare all’isola di Boracay nelle Filippine, l’isola di Komodo in Indonesia e Maya Bay in Tailandia.

Un equilibrio difficile, ma possibile

Per cercare di limitare le conseguenze del turismo, paesi, comuni e regioni hanno iniziato a prendere provvedimenti: c’è chi ha introdotto un ticket d’ingresso com’è avvenuto a Venezia e chi, invece, ha spostato l’arrivo delle navi da crociera lontano dal centro, come Amsterdam. Il successo di queste e altre politiche si vedrà nel tempo, ma una cosa, per l’Unesco, è certa: bisogna trovare un equilibrio, perché l’overtourism non scomparirà.

L’obiettivo e la sfida è trovare il giusto compromesso e, per farlo, le misure pensate per ridurre i visitatori devono essere considerate con attenzione, altrimenti possono essere catastrofiche per le comunità dove il turismo sostiene i mezzi di sussistenza locali. Trovare l’equilibrio è un delicato compromesso tra una regolamentazione e una pianificazione efficaci, garantendo al tempo stesso il benessere della comunità, senza comunque perdere di vista il contributo positivo del turismo.

Cosa possiamo fare noi per contribuire

Oggi, molti di noi possiedono un privilegio: possiamo viaggiare con molta più facilità rispetto al passato. Viaggiare è diventato un atto semplice e quotidiano e, nei nostri viaggi, anche noi possiamo contribuire a trovare il giusto equilibrio facendo scelte responsabili. Queste possono aiutare a limitare l’impatto negativo che il turismo ha sul mondo trasformando ogni avventura in un’opportunità. In ogni viaggio che facciamo possiamo dare una risposta sostenibile, in base alle possibilità di ognuno, alle domande “dove andare”, “quando andare” e “come farlo”.

Se possiamo, potremo scegliere di viaggiare durante la bassa stagione, un periodo in cui molte località letteralmente si svuotano; se a causa del lavoro che facciamo, magari statale, non possiamo scegliere i mesi meno affollati, optiamo per le mete meno popolari; tra il treno e l’aereo, quando possibile, scegliamo il treno e, una volta arrivati a destinazione, optiamo per spostarci a piedi o in bici.

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