Caldo record e rischio di uragani estivi, a Sorrento anche 40 gradi. Bisogna mettere alberi in città per temperare l’afa

14 agosto 2024 | 09:45
Caldo record e rischio di uragani estivi, a Sorrento anche 40 gradi. Bisogna mettere alberi in città per temperare l’afa

Caldo record e rischio di uragani estivi, a Sorrento anche 40 gradi. Bisogna mettere alberi in città per temperare l’afa . Per quanto riguarda la Penisola sorrentina Via delle Rose , per esempio, è più fresca rispetto al resto , ma quello che sorprende è il mare che è diventato caldissimo .  Il Mar Mediterraneo non è mai stato così caldo secondo i dati satellitari elaborati dal sistema Copernicus dell’Unione Europea, che arrivano fino al 1982. Un riscaldamento che investe in particolare le Baleari, la Turchia, il sud della Sicilia, piccole aree dell’Adriatico ma ad avere trend di temperature elevato è in particolare il Tirreno campano, che tocca i 30 gradi o più. Il surplus di calore non ha precedenti documentati e i dati dell’Arpa Campania confermano il record. L’Agenzia regionale per la protezione ambientale ha verificato che la prima decade di agosto è stata caratterizzata in Campania da temperature del mare particolarmente elevate, con 30° in molteplici località della Campania e la temperatura record di 31° a Sorrento-Marina Grande. Lungo tutta la costa campana, Arpac registra circa tre gradi sopra le medie stagionali che avranno ripercussioni sensibili sulla fauna marina ma che possono influire anche alla formazione di episodi climatici violenti, come i cicloni tropicali mediterranei.
La scorsa settimana oltre al caldo rovente e a temperature record dell’aria, anche il mare ha iniziato a scaldarsi pericolosamente. Le misurazioni dell’Arpac lungo la costa campana dal 6 all’8 agosto mostrano temperature sopra i 30° in molteplici località: 30° a Napoli-Trentaremi, 31° a Sorrento-Marina Grande, 30,5° a Camerota-Spiaggia del Mingardo. Nel sito di misura non influenzato da effetti antropici locali, ubicato tra Vivara e Procida in corrispondenza della Riserva statale di Vivara e dell’Area marina protetta Regno di Nettuno, lo scorso 6 agosto sono stati misurati 29,6°, il dato più alto della serie storica di questo sito. Il fenomeno risulta generalizzato sull’intero litorale regionale, dal confine con il Lazio a quello con la Basilicata, con valori di temperatura delle acque costiere superiori ai 29° nella quasi totalità dei prelievi effettuati nelle 328 acque di balneazione in cui è suddivisa la costa campana. I dati elaborati dall’Arpa Campania sono congruenti con quanto rilevato a grande scala dai sistemi satellitari, come i dati Sentinel elaborati dal sistema Copernicus dell’Unione europea che mostrano al 10 agosto temperature di oltre 29° nel Golfo di Napoli. Dai dati dei satelliti Usa elaborati dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) e confrontati con i dati storici si rileva una anomalia di temperatura del mare di tre gradi in Campania nella prima decade di agosto. I nostri mari hanno la febbre, il Golfo di Napoli è quello che più caldo: nello scorso inverno, la temperatura media registrata dalla stazione di Banco di Santa Croce a Vico Equense, che fornisce dati dal 2016, ha registrato per la prima volta un aumento di circa un grado rispetto alla media degli ultimi sette anni, toccando il record di 15,5 gradi. Non vanno meglio altri mari italiani, come l’Adriatico, che registra valori superiori al grado rispetto alla media 2020-2022.
Già nel 2023, il Mar Mediterraneo si è confermato il bacino che si scalda più velocemente, raggiungendo il valore termico più elevato mai misurato. Se ci focalizziamo solo sul Golfo di Napoli scopriamo qualcosa di allarmante: negli ultimi 40 anni, le temperature medie dei fondali sono aumentate di circa 1,5° (da 14° a 15,5°). A dirlo il report del progetto MedFever, confermato anche dal sistema previsionale Enea Mito sulla circolazione marina del Mediterraneo
Le acque complessivamente più calde possono modificare l’andamento meteorologico e ambientale. La variazione di precipitazioni atmosferiche e l’evaporazione delle acque superficiali alterano la salinità, con conseguenze dirette sulla vita marina, sulle correnti oceaniche e sulle interazioni con l’atmosfera. Le acque meno dense, calde e meno salate tendono a rimanere in superficie e non sono in grado di trasportare calore, anidride carbonica e ossigeno alle acque più profonde, con gravi conseguenze per la vita animale e vegetale dell’oceano. Mari più caldi, poi, fanno sì che calore e umidità in eccesso entrino nell’atmosfera a causa dell’evaporazione delle acque superficiali, rendendo le tempeste più violente, con piogge e venti più forti e, quindi, con un maggior rischio di inondazioni, anche sul territorio italiano. «Questa anomalia ha impatti sulle biocenosi marine con coralli, per le quali Noaa prevede nei prossimi 15 giorni un livello di allerta elevato», fa sapere Arpac che ipotizza «fenomeni meteorologici estremi favoriti da temperature del mare superiori a 28 gradi, che possono in linea generale facilitare la formazione di Medicane, una sorta di microuragani mediterranei».