Fresco di stampa. S.Rocco il santo venuto da lontano di Franco Gargiulo

Lo scrittore santanellese Franco Gargiulo.con straordinario tempismo, ci regala, in occasione dei festeggiamenti di San Rocco a Maiano, un volume di storia e approfondimento sulla vita del santo pellegrino. Il 22 agosto, alle ore 21,15, nella chiesa di San Rocco, sarà presentato il libro: S. Rocco, il Santo venuto da lontano, dì Franco Gargiulo  Il libro è già disponibile in tutte le librerie della penisola ed è acquistabile sui siti internet.

Dal volume S. Rocco: il santo venuto da lontano di Franco Gargiulo

PREMESSA
Da qualche anno, unitamente alla ricerca di fotografie, articoli di giornali e libri riguardanti la storia locale, mi dedico pure alla raccolta delle immagini sacre libri riguardanti la storia locale decenni, articoli da colleonare. Nel farlo, mi divenute, soprattutto oto, diversamente da come credevo, è un santo molto conosciuto in ogni parte del mondo.
Pure papå era un fervente devoto di San Rocco perché, ammalatosi in giovanissima età e costretto a letto per alcuni anni per il formarsi di numerose piaghe sulle gambe che nessun medico riusciva a sanare, era solito ripetere: “E’ stato San Rocco a guarirmi, perché la Nonna gli chiese la grazia”. Per questo motivo, per molti anni papa fu tra quelli che organizzavano i festeggiamenti in onore di San Rocco nel popoloso Rione Maiano, dove sono nato, una festa che ancora oggi si rinnova grazie all’impegno dell’Associazione “Amici di San Rocco” che ha la sede nei locali annessi all’antica cappella dedicata al Santo. Anche per questo ho voluto cimentarmi nella stesura di questo lavoro che vuole contribuire, nonostante le numerose lacune, a fare un po’ di luce intorno alla figura di questo Santo, soprattutto metterne in risalto le straordinarie virtù cristiane, un Santo il cui culto, fiorito e sviluppatosi nella città di Voghera (in provincia di Pavia), dove Rocco mori e che custodisce la cassa che per prima, e per oltre un secolo, ha conservato le sue spoglie, si è dfffuso non solo in Italia, ma ovunque nel mondo.
Nell’Archivio Storico di Voghera si conserva un documento comprovante che in questa città si celebrava la festa dedicata a San Rocco già nel 1391. E’ storicamente provato che Rocco mori a Voghera tra il 1376 ed il 1379, e che il suo corpo fu conservato nell’attuale chiesa parrocchiale della città fino al 1483 o 1485: da Voghera il culto rapidamente si diffuse ovunque.
Ciò che mi ha particolarmente colpito di San Rocco, sono state alcune corrispondenze con la vita del nostro Santo Patrono Agnello Abate anche se la figura di San Rocco è ancora in parte avvolta nel mistero. Tuttavia, sin dal Medioevo, San Rocco è il Santo invocato come protettore dal terribile flagello della peste, e la sua popolarità ancora oggi è ampiamente diffusa. Con il trascorrere del tempo, la sua protezione si è estesa al mondo contadino, agli animali, alle grandi catastrofi naturali, alle epidemie e, in generale, alle malattie difficili da guarire. San Rocco è venerato quale patrono dei contagiati, degli emarginati, dei viandanti e pellegrini, degli operatori sanitari, dei farmacisti, degli operatori del settore assicurativo, dei volontari.
La sua vita è stata un fulgido esempio di solidarietà umana e di carità cristiana, ed è per questo, crediamo, che sia ancora oggi tanto amato e venerato.
Di San Rocco si conoscono poche notizie “certe”. Di certo nacque, come Sant’Agnello, in una ricca famiglia di Montpellier quando i suoi genitori erano molto avanti negli anni. Anch’egli ricevette un’educazione molto religiosa da parte della madre che, come la madre di Agnello, era molto devota alla Vergine Maria: come Sant’Agnello, anche San Rocco fu un fervente devoto di Maria. Sin dalla fanciullezza, il futuro Santo si dimostrò particolarmente sensibile alle sofferenze degli umili, dei derelitti, di quelli che tutti evitavano perchè non contavano nulla, in un’epoca in cui a comandare erano i nobili e i ricchi; sin dalla giovanissima età, Rocco non disdegnava di prestare assistenza agli infermi, soccorrere i poveri, dar da mangiare a chi cibo non aveva: è facile riscontrare nel comportamento di Rocco l’esempio di un altro grande santo vissuto circa un secolo prima: San Francesco d’Assisi, anch’egli nato in una nobile e ricca famiglia e fattosi povero per essere utile ai poveri.
Come Sant’Agnello, anche San Rocco ricevette una eccellente istruzione, infatti, fino ai venti anni fu allievo presso l’Università di Montpellier, tra le più famose in Europa, a cui affluivano i giovani provenienti anche da paesi stranieri.
Ancora giovane, spinto dal desiderio di conoscere i luoghi della cristianità e dedicare la sua vita ai poveri e agli ammalati, imitando Sant’Agnello e San Francesco d’Assisi, Rocco donò i suoi beni ai poveri e si avventurò pellegrino verso l’Italia per raggiungere Roma e pregare sulla tomba degli Apostoli e dei Martiri: prima di giungervi, si prodigò per soccorre i malati di peste dell’Italia centrale. Fu durante il viaggio di ritorno in Francia che il suo destino mutò: ancora un’epidemia di peste lo indusse a ritardare il suo ritorno in Francia per alleviare le sofferenze dei malati in Romagna: sarà l’inizio di un triste periodo che lo porterà addirittura in carcere perché creduto una spia: Rocco non farà più ritorno in patria, perché morirà a Voghera appena trentaduenne.
Questi i dati salienti di una vita breve ma intensa, interamente dedicata al servizio dei poveri, come insegna il Vangelo.
Franco Gargiulo

……..Di San Rocco, mi piace riportare un episodio tramandatoci da Monsignor Bonaventura Gargiulo, nativo di Maiano:
“Tutti sanno che nel 1836 vi fu colera anche a Sant’Agnello: ed ecco San Rocco in processione alla chiesa parrocchiale; ma cessato il colera, San Rocco fu restituito alla sua cappella, avvolto in un lenzuolo e caricato in una sporta. San Rocco zitti, ma quando ricomparve il colera nel 1837, e si fu a cavarlo una seconda volta fuori dalla sua nicchia, San Rocco stette duro, e tira e strappa, gli slogarono un piede, onde poi gli stivali d’argento. Così il popolino. Raccontano pure che nella famosa peste del 1656, San Rocco fu visto in Sorrento e in Meta, passeggiar di notte radiante di luce, con un campanello in mano che ad ogni trivio o quadrivio suonava dicendo: Confessatevi che il castigo di Dio è venuto; però da Maiano il Santo cacciò la peste affinché non nuocesse ai Maianesi; e la Zi Candida che era di buon spirito, vide San Rocco che la cacciava, col suo bastone proprio presso casa Cesaro, e la peste ispida e lurida, con capelli irsuti, occhi incavati, magra e butterata, sicchè faceva schifo e terrore. Queste sono le leggende popolari; ma certo è che per San Rocco, dichiarato patrono di Sant’Agnello, le campane della parrocchia suonano a festa, e sino ai beatissimi tempi, il Municipio di Sorrento gli dava il tributo del di della festa, e la gente di Meta mandava l’olio. E con questo ho finito”.
Nel 1927 ricorreva il VI Centenario della morte di San Rocco. Allora come
oggi, la festa veniva celebrata la quarta domenica di agosto; il 16 agosto del 1927,
in occasione di tale importante ricorrenza, l’allora rettore, Sacerdote Antonino
Gargiulo, fece ampliare e ristrutturare la chiesetta, sostituendo il vecchio pavimento
con uno nuovo di marmo, fornendo di tamburo la porta d’ingresso, rifacendo e
ripitturando l’intonaco interno, il tutto con il denaro raccolto tra i fedeli. Alla
Cappella ancora mancavano la sagrestia ed il campanile, costruiti alcuni anni dopo.
Purtroppo, di questa Chiesa, le notizie sono poche e frammentarie; a noi piace ricordare la figura di mons. Luigi De Maio, per anni Rettore della Cappella; a Lui si sono succeduti Don Antonino Gargiulo, Don Nicola De Maria, Don Pasquale Bilancia.
Qui finisce questo mio modesto lavoro dedicato a San Rocco, un piccolo contributo alla conoscenza di questo Santo tra i più popolari al mondo, la cui storia, tante volte, si confonde con la leggenda: ed è forse anche per questo che San Rocco è tanto amato e venerato.
FINE

 
 

foto sal volume di Antonino De Angelis  MAIANO BORGO DI CRETARI


dal libro di Franco Gargiulo

LA CHIESA DI SAN ROCCO
Sorge nel terziere Maiano, uno dei più antichi del Comune, conosciuto
per la produzione dei mattoni. La piccola chiesa è stata fondata nell428
da Urbano Gargiulo, come documentano gli Atti della Visita di Mons.
Leopoldo Ruggiero, conservati nell ‘Archivio della Curia Arcivescovile.
Dai citati Atti del 1584, si apprende che appariva:
“Longa palmi 30, larga 20, coperta a tetto, col suolo lastricato. In capo ha
una tribuna posta al muro, di palmi l l , inclusa nella longhezza della cappella.
Nella quale tribuna è un’altare, longo palmi 7, largo 3, alto 4, senza Ancona,
con figure antiche dipinte al muro, scabello novo, proporzionato”. Vi erano,
inoltre “due panni d’altare, uno d’auropelle vecchio con la figura di S(an)to
Rocco, l’altro di damasco cannosino con la francia bianca e gialla”.
Sulla parete alle spalle dell’altare, possiamo ammirare un quadro,
che per alcuni richiama i modi di Giacomo De Castro, raffigurante La
Vergine tra Angeli e i santi Rocco e Antonio di Padova.
Sulla parete a destra, sono custodite le statue del Cuore di Gesù e
di San Rocco, che era anticamente portata in processione in occasione
di epidemie; in un angolo, la piccola statua di San Giuseppe con abito
in stoffa. Sulla parete a sinistra, possiamo ammirare le statue della
Madonna Addolorata, di Maria Ausiliatrice, ed una piccola statua di San
Giovanni Bosco. Sulla parete di fondo vi è la cantoria che custodisce
l’organo. Anche la facciata è molto semplice, impreziosita da un quadro
maiolicato di San Rocco, collocato nella parte superiore.
Nella sagrestia è custodita una statua di San Rocco, più grande di
quella esposta in chiesa, che ancora oggi, in occasione della festa, che si
celebra per antica tradizione l’ultima domenica di agosto, viene portata
in processione dai giovani dell’Associazione “Amici di San Rocco”
avente la sede in questa chiesa. Questo dinamico gruppo, formato da
giovani e adulti del Rione, da qualche anno ha impresso alla “Festa di
San Rocco” un’impronta ben precisa, intesa a valorizzare e preservare
51
52 Scorcio della navata – La Vergine trn Angeli
La statua di San Rocco conservata in sacrestia – L’antica statua di San Rocco
il ricordo dell’antica arte dei cretari, organizzando una manifestazione
dedicata agli artisti della ceramica. Nei giorni della festa, i caratteristici
vicoli del rione vengono visitati da migliaia di persone, provenienti anche
da altre regioni, per poter ammirare i lavori in ceramica esposti negli
androni delle case e negli angoli più belli del borgo.
Di San Rocco mi piace riportare un episodio tramandatoci da Monsignor
Bonaventura Gargiulo, nativo di Maiano:
“Tutti sanno che nel1836 vi fu colera anche a Sant’Agnello: ed ecco San Rocco
in processione alla chiesa parrocchiale; ma cessato il colera, San Rocco fu restituito
alla sua cappella, avvolto in un lenzuolo e caricato in una sporta. San Rocco zittì,
ma quando ricomparve il colera nel 183 7, e si fu a cavarlo una seconda volta fuori
dalla sua .. nicchia, San Rocco stette duro, e tira e strappa, gli slogarono un piede,
onde poi gli stivali d’argento. Così il popolino. Raccontano pure che nella famosa
peste del 1656, San Rocco fu visto in Son-ento e in Meta, passeggiar di notte radiante
di luce, con un campanello in mano che ad ogni’ tJivio o quadrivio suonava
dicendo: Confessatevi che il castigo di Dio è venuto; però da Maiano il Santo cacciò
la peste affinché non nuocesse ai Maianesi; e la Zì Candida che era di buon spirito,
vide San Rocco che la cacciava, col suo bastone proprio presso casa Cesaro, e la
peste ispida e lurida, con capelli irsuti, occhi incavati, magra e butterata, sicchè faceva
schifo e terrore. Queste sono le leggende popolari; ma certo è che per San Rocco,
dichiarato patJ·ono di Sant’Agnello, le campane della parrocchia suonano a festa,
e sino ai beatissimi tempi, il Municipio di S01nnto gli dava il tributo del dì della
festa, e la gente di Meta mandava l’olio. E con questo lzo finito “.
Fin qui il racconto dell’illustre storico; a noi piace ricordare questo
Santo quale protettore contro le malattie infettive. Anche mio padre era
suo devoto in quanto, ammalatosi in giovanissima età e costretto a letto
per alcuni anni per il formarsi di numerose piaghe sulle gambe che nessun
medico riusciva a sanare, era solito ripetere: “è stato San Rocco a guarirmi,
perché la Nonna gli chiese la grazia”.
Nel 1927 ricorreva il VI Centenario della nascita al cielo di San
Rocco; allora come oggi, la festa veniva celebrata la quarta domenica di
agosto; ill6 agosto l’allora rettore, Don Antonino Gargiulo, fece ampliare
e ristrutturare la chiesetta, sostituendo il pavimento con uno nuovo di
marmo, fornendo di tamburo la porta d’ingresso, rifacendo e ridipingendo
l’intonaco interno, il tutto con il denaro raccolto tra i fedeli. Alla cappella
mancavano la sagrestia ed il campanile, costruiti alcuni anni dopo.
Credo sia doveroso ricordare la figura di Mons. Luigi De Maio, per
anni Rettore; a Lui si sono succeduti Don Antonino Gargiulo e Don
Nicola De Maria. Attualmente la carica di Rettore è ricoperta da Don
Pasquale Bilancio.

Parrocchia dei Santi Prisco ed Agnello Chiesa di San Rocco
Festa di San Rocco 2024
San Rocco, pellegrino per amore, Tu che ci aiuti a discernere in ogni fase del cammino i segni della Tua presenza, fa’ che possiamo camminare verso il Giubileo, riconoscendo il nostro Signore Gesù Cristo, vera via del bene, in ogni gesto di carità.
PROGRAMMA RELIGIOSO
Venerdì 16 agosto-Festa del Santo La Cappella resterà aperta dal mattino per la preghiera personale.
Ore 20.00 Celebrazione Eucaristica
Da lunedi 19 a sabato 24 agosto Settenario in onore di San Rocco Ore 19.00 Preghiera del Rosario Ore 19.30 Celebrazione Eucaristica
Domenica 25 agosto – Giorno della festa Celebrazioni Eucaristiche ore 9.00 € 11.30 (con la partecipazione dei Giuseppini) Ore 19.00-Solenne Processione dell’immagine di San Rocco tra le stradine del rione:
Chiesa di San Rocco, via Maiano, via M.B. Gargiulo, via F.S. Del Giudice (casa di riposo), via M.B. Gargiulo, via Maiano, via Vincenzo C. A. Ferraro (altezza civico n. 6). via Occulto (a scendere), via Maiano Vecchio, Piazza Giovanni XXIII (Santuario di San Giuseppe), via Maiano e rientro in Chiesa. Accompagnerà la processione il complesso bandistico “Città di Sorrento”
FESTEGGIAMENTI ESTERNI
Dal 22 al 24 agosto dalle ore 20.30, via Maiano Vecchio:
“Notti d’Autore” musica, arte, artigianato, sagra della polpetta.