L’opera, situata in una delle stradine caratteristiche di Marina Grande, ritrae la Sirena Parthenope mentre contempla una perla splendente racchiusa in una grande conchiglia. Questo gesto simbolico è stato spiegato dallo stesso Ozmo all’ANSA: “È la storia di una sirena che dal mare, e ora anche da terra, veglia sulla sua costa, su Sorrento e sui suoi abitanti”. La perla, secondo l’artista, è una “rappresentazione della bellezza rara e della resilienza di una città nata su una scogliera che, nei secoli, ha saputo trasformarsi e rinnovarsi, preservando la propria identità”. Questo simbolo, dunque, si erge come emblema di protezione per la città.
Per la realizzazione di questa opera, Ozmo si è ispirato all’antico legame tra Ulisse e le acque che bagnano la Costiera Sorrentina. “Protagonista è la Sirena della mitologia greca che, in vesti, nomi e leggende differenti, è omaggiata da secoli in tutto il territorio campano”, ha spiegato l’artista. “Nella tradizione omerica proprio nelle acque che bagnano la Costiera le sirene incantavano i naviganti con la dolcezza del loro canto. Posata e serena, la mia Parthenope sembra aver trovato pace vicino al mare e, in armonia con ciò che la circonda”.
Ozmo, originario di Pontedera, ma residente a Parigi, è noto per le sue opere che spaziano tra dialogo, inclusione, e tematiche ecologiste e politiche. Dopo molti anni, è tornato nel Golfo di Napoli con grande entusiasmo: “Ho ritrovato l’emozione di lavorare in questi luoghi magici. Sorrento mi ha ispirato una sirena che rispetta la tradizione pur parlando la lingua del contemporaneo. Spero che quest’opera verrà apprezzata da generazioni diverse, trasmettendo a visitatori e locali il valore del mito, parte integrante del patrimonio italiano e della cultura mediterranea”.
Questa nuova creazione arricchisce il panorama artistico di Sorrento, intrecciando storia, mito e contemporaneità in un’opera che parla al cuore della città e alla sua comunità.