“Noi ragazzi dove dobbiamo giocare?’” a Ravello spuntano gli striscioni al Comune

“Noi ragazzi dove dobbiamo giocare?’”.  A Ravello vicino all’ingresso di Palazzo Tolla, sede del Municipio, e del campo da tennis “Paolo Caruso” i ragazzi protestano, L’ex sindaco della cittadina della Costiera amalfitana Salvatore Di Martino aveva chiesto perchè non trovare una soluzione, con il campetto del convento per esempio, invece di sanzionare e punire i ragazzi che giocano in Piazza Duomo, il sindaco Vuillemier ha risposto e replicato, ma intanto in costa d’ Amalfi mancano spazi per i nostri figli e si pensa solo al turismo e ai guadagni , e questo non solo nella Città della Musica.

Continua a tenere banco, infatti, il dibattito sulla disponibilità di impianti per la pratica sportiva nella città della Musica. Gli autori del manifesto hanno evidenziato, dunque, la necessità di uno spazio dedicato ad attività ludiche e ricreative da svolgere all’aperto.

Un modo, dunque, per “decongestionare” il grande salotto en plein air della città, piazza Vescovado, in cui, specie nei periodi di maggiore affluenza turistica, si gioca in modo ricorrente a calcio.

Un impianto potenzialmente disponibile – oltre al “Caruso”, in cui, tuttavia, può praticarsi soltanto il tennis – è rappresentato dal campo da calcetto del quartiere Lacco, sulla sommità del garage di recente costruzione. La struttura, sebbene impiegata già nei mesi scorsi in modo irregolare – la recinzione è stata divelta – è ancora in attesa di collaudo per motivi tecnici.

Per il primo cittadino Paolo Vuilleumier, tuttavia, il Comune non ha alcuna responsabilità sulla situazione attuale della disponibilità di strutture sportive che rispecchia quella dell’intero territorio.

“Ci sarebbe da fare un trattato, la penuria di strutture sportive è conosciuta in tutta la Costiera Amalfitana. Dovremmo entrare nel merito di cosa significa giocare, ovvero stare negli spazi comuni ognuno rispettando l’altro“, ha affermato ad Amalfinotizie il primo cittadino di Ravello.

L’impiego di spazi pubblici per attività ludiche prevede, in ogni caso, il rispetto delle regole del vivere civile: “Si può giocare in piazza, ma ovviamente non organizzare partite di calcio o di pallavolo agonistiche. Giocare è un termine con numerose accezioni“.

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