Overturismo. Anche la Diocesi Sorrento -Stabia si pronuncia.

In Costiera Amalfitana e nella Penisola Sorrentina, il problema dell’overtourism sta diventando sempre più pressante, spingendo i sindaci locali a prendere misure per gestire l’afflusso turistico e proteggere le comunità residenti. A Meta, il sindaco Giuseppe Tito ha intrapreso una vera e propria battaglia contro le strutture extralberghiere, limitando al 10% la quota di abitazioni destinate agli affitti brevi. Questa decisione ha sollevato un’ondata di reazioni, tra cui un ricorso al Tar presentato dall’associazione di categoria Abbac. Tito ha inoltre annunciato la sua candidatura alle prossime elezioni regionali con l’obiettivo di modificare la legislazione in materia, per ridurre ulteriormente l’espansione delle strutture turistiche e favorire la costruzione di alloggi a prezzi accessibili per i residenti.

Capri, una delle mete turistiche più iconiche d’Italia, sta affrontando una situazione simile. Il neo eletto sindaco Paolo Falco riconosce la necessità di regolamentare l’eccesso di strutture ricettive, ma teme che provvedimenti troppo restrittivi possano essere annullati dai tribunali. Falco sta quindi esplorando alternative per affrontare il problema, come il recupero di abitazioni comunali da destinare ai residenti. Inoltre, per contrastare il fenomeno dei numerosi sbarchi giornalieri durante l’estate, Falco sta considerando l’introduzione di un sistema di prenotazione degli arrivi, in collaborazione con le compagnie di navigazione, per limitare l’impatto turistico sull’isola.

Anche la Chiesa locale ha preso posizione sulla questione, con l’arcidiocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia che ha istituito un servizio di Pastorale del turismo. Don Salvatore Iaccarino, responsabile dell’ufficio, ha sottolineato come l’overtourism non solo assottigli le comunità locali nei centri storici, ma abbia anche un impatto sulla comunità cristiana. La Chiesa promuove un modello di turismo sostenibile, che favorisca il dialogo e l’incontro tra residenti e visitatori, e che rispetti l’ambiente e la cultura locali.

In definitiva, sebbene le soluzioni adottate finora dai sindaci siano diverse per approccio e intensità, tutte mirano a trovare un equilibrio tra l’accoglienza dei turisti e la salvaguardia delle comunità locali, affrontando un fenomeno che rischia di trasformare irreversibilmente queste splendide località italiane.